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ScenaRi

ScenaRi – Numero Zero

di Carmelo Guarino

Tempo di lettura: 2 minuti

Tutti sappiamo che l’arte, nelle sue diverse espressioni, riguarda la vita. Grazie alla sua potenza rappresentativa e imitativa l’arte si rivela capace di restituirci con immediatezza il senso di una realtà e di uno spirito del tempo che non sempre riusciamo a cogliere nella sua interezza, ma che anzi tendiamo e rimuovere per il timore di confrontarci con un mutamento sociale che spazza via, in maniera repentina e imprevedibile, riferimenti e certezze.

Dinanzi a classi dirigenti che hanno definitivamente abdicato a quel ruolo pedagogico indispensabile alla fondazione di un’idea di comunità coesa e inclusiva, ma sempre più propense a dividere piuttosto che a unire nella direzione di una ipersemplificazione di realtà sempre più complesse, sembra davvero impossibile delineare una nuova grande narrazione capace di ricomporre in una visione d’insieme i grandi temi della contemporaneità, dalla Cancel culture di matrice statunitense alla preoccupante affermazione delle forze sovraniste e di ultradestra nel mondo.

In questo scenario, l’arte, grazie alla sua forza suggestiva e al suo potenziale evocativo, ci restituisce, da un lato, un mondo fatto di abissi di disumanità in cui i diritti delle persone, soprattutto quelle più vulnerabili, sembrano avere sempre meno spazio e, dall’altro ci obbliga a un duro confronto con noi stessi e la nostra coscienza, ponendo le basi per la costruzione di una nuova idea di comunità e di solidarietà capace di arginare quei fenomeni di disgregazione sociale che progressivamente stanno minando le basi delle società e privando le persone della loro umanità.

L’arte, dunque, dall’architettura alla musica fino alla danza e al teatro, si fa straordinaria interprete di realtà complesse in continuo e repentino divenire, configurandosi come potenza creativa capace di ridestare il senso più profondo dell’uomo che nella sua propensione all’altro riscopre tutta la sua umanità.

A partire da tali premesse, in questa rubrica, che abbiamo chiamato ScenaRi – per la straordinaria capacità dell’arte di mettere in scena la realtà e prefigurare i suoi scenari possibili, seppur tra tante luci e mille ombre, enfatizzandone le virtù, ma senza nasconderne le miserie, senza filtri né infingimenti – proporremo di volta in volta riflessioni e idee scaturite da una messinscena teatrale, da un’opera lirica, da uno spettacolo di danza, da un concerto sinfonico o da una mostra che si inseriscono nella discussione politico-culturale contemporanea nel tentativo di comprendere il futuro che ci aspetta.

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