Qual è la funzione delle Residenze artistiche in Italia? Quale futuro è possibile costruire insieme agli operatori dello spettacolo dal vivo? Sono alcune domande che hanno guidato gli incontri “Le Residenze del futuro / Il futuro delle residenze, tenutisi martedì 10 e mercoledì 11 settembre all’Auditorium di San Francesco al Prato di Perugia.
Un momento di confronto tra tutte le residenze artistiche italiane (43 quelle riconosciute), aperto al dialogo tra amministrazione pubblica, istituzioni e interlocutori del sistema spettacolo, agli artisti e ai cittadini, spiega l’assessore allo spettacolo dal vivo e alla creatività urbana di Perugia Fabrizio Croce «per tracciare le linee guida di quelle che saranno le residenze artistiche del futuro. Pensiamo infatti che queste possano essere una risorsa molto importante per la città, prima di tutto per farla crescere culturalmente ospitando un segmento dell’attività performativa che avviene attraverso uno scambio di conoscenze ed esperienze, e poi perché pensiamo possano essere una risorsa interessante per il turismo e la valorizzazione di alcuni ambiti cittadini che a volte sono poco considerati».
Non solo in Umbria. Le residenze artistiche a livello nazionale si caratterizzano come un elemento di novità e di innovazione nel sistema dello spettacolo dal vivo. La consapevolezza di tutto ciò che è stato prodotto in questi anni può costituire – è stato sottolineato negli incontri – un tassello utile per rinnovare il sistema dello spettacolo insieme agli attori della filiera e agli altri stakeholders.
Quello che auspicano i rappresentanti di categoria è che si possano concludere alcuni passaggi fondamentali a livello governativo, in modo tale da risolvere alcune situazioni lasciate in sospeso per anni, come ricorda il presidente di Federvivo (Federazione dello Spettacolo dal Vivo) Marco Parri, che ha aggiunto: «va intrapresa la strada del futuro che nel breve periodo porti al riconoscimento definitivo del settore per sviluppare con tutti gli enti lavoro e attività».
Anche per Davide D’antonio di C.Re.S.Co (Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea): «Il lavoro della residenza si è dissoluto in un sistema di pensiero condiviso. Gli artisti sono interconnessi con la popolazione che frequenta gli spettacoli in maniera fluida ed organica. La qualità artistica della produzione italiana è indiscutibilmente elevata. La comunità anche artistica si nutre di ciò che accade nello scenario internazionale».
Paola Macchi, direttrice amministrativa e dell’organizzazione generale del Festival dei Due Mondi, è intervenuta durante l’incontro per evidenziare l’importanza di fare sistema in ambito culturale, condividendo risorse, esperienze e competenze e favorire maggiori opportunità di creazione artistica. «Il bando BOTTOM UP riveste un ruolo importante perché mette in relazione diversi promotori e istituzioni culturali del territorio, dai centri di residenza e di produzione, ai festival e ai teatri. Lavorare in rete è essenziale per promuovere i processi artistici e produttivi, fornendo un supporto concreto agli artisti emergenti, ciascuno secondo la propria specificità. Il prossimo passo sarà quello di organizzare un tavolo più ampio per portare all’attenzione anche di altri operatori le migliori esperienze artistiche, dare maggiore visibilità e supporto ai giovani talenti e far sì che le loro creazioni entrino nel sistema dello spettacolo dal vivo».
«Le residenze – ha spiegato Carmelina Miranda della direzione generale Spettacolo del Ministero – non sono più a margine dello spettacolo dal vivo ma sono una componente sempre più importante, sono una struttura ormai acquisita che sta accanto al settore dello spettacolo dal vivo e non più a latere. Quello che mi piace segnalare è l’orgoglio da parte delle residenze di essere state riconosciute perché esistevano, nate dal basso quindi e non per una categorizzazione normativa. Registriamo anche la loro richiesta di avere rapporti diretti, intese e scambi di modelli tra regioni per assorbire le esperienze che funzionano già bene».
Una riflessione, in chiusura, è stata dedicata agli “osservatori”, un gruppo eterogeneo di studiosi, critici, curatori, artisti e spettatori, appositamente convocato per partecipare attivamente a tutti i momenti di approfondimento dei tavoli di lavoro, osservare e ascoltare l’evolversi del confronto, in dialogo aperto con i protagonisti delle residenze, e restituire una visione, ognuno dalla propria prospettiva di campo (culturale, sociale, estetica, etica) con uno sguardo trasversale e di traiettoria rispetto ai futuri possibili.
L’evento è stato organizzato dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, dalla Regione Umbria, con il patrocinio del Comune di Perugia, in collaborazione con le residenze artistiche umbre C.U.R.A. (Centro Umbro di Residenze Artistiche) e Home/Dance Gallery.