«Uno spazio aperto al dialogo, all’incontro tra estetiche e generazioni diverse». Così descrive il filo rosso che caratterizza il tradizionale appuntamento d’autunno con la danza, il teatro e la musica del Romaeuropa Festival il direttore artistico Fabrizio Grifasi, alla vigilia dell’inaugurazione della trentanovesima edizione della rassegna.
Lo spettacolo di apertura, per la prima volta ospitato al Teatro Costanzi, è affidato al prestigioso Ballet de l’Opéra de Lyon, diretto da Cédric Andrieux. In programma, dal 4 al 5 settembre, un doppio appuntamento a cavallo con la tradizione della danza contemporanea e le nuove frontiere della ricerca coreografica, che affianca “BIPED” di Merce Cunningham all’ultimo lavoro del coreografo greco Christos Papadopoulos, “Mycelium”.
«La sinergia artistica tra noi e il Romaeuropa Festival, che si basa sull’attenzione condivisa ai linguaggi della danza, delle arti performative e della musica di oggi, ci permette di fondere visioni progettuali importanti per i nostri pubblici, contribuendo a offrire alla città di Roma proposte di grande qualità ed eccellenza e delineando una scena artistica dinamica e attenta al contemporaneo» ha affermato il sovrintendente dell’Opera di Roma Francesco Giambrone.
«Si tratta di un dialogo per noi importante che contribuisce a rafforzare la rete di collaborazioni all’interno della città di Roma e a sottolineare la ricchezza della storia della creazione contemporanea e le sue connessioni con il panorama artistico del presente» ha aggiunto il direttore artistico Fabrizio Grifasi.
Ideata da Merce Cunningham nel 1999 sull’omonima composizione musicale di Gavin Bryars, BIPED è entrata a far parte del repertorio del Ballet de L’Opéra de Lyon lo scorso 16 aprile, in occasione dell’anniversario della nascita del coreografo. Scomparso nel 2009, Cunningham è considerato uno dei più grandi artisti coreutici di tutti i tempi. BIPED rappresenta una delle composizioni più celebri del coreografo statunitense, che negli ultimi anni aveva concentrato la sua ricerca nell’indagare il rapporto tra la danza e le nuove tecnologie, sperimentando anche nuove forme di espressione.
Di un altro registro è la prospettiva che guida Mycelium di Christos Papadopoulos, dove l’approccio più minimalista al suono e al movimento trovano ispirazione nella natura. Ispirato alla massa miceliare propria dei funghi, attraverso cui essi creano sottoterra una complessa rete informativa, l’idea coreografica di Papadopoulos ripropone sul palco un’entità collettiva multiforme, dove ogni elemento si muove per perseguire un obiettivo comune.