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TEATRO DI ROMA PRESENTA IL GIORNO DELLA MEMORIA

Tempo di lettura: 3 minuti

Un pomeriggio di letture interpretate da Sara Putignano e Dario Caccuri (ore 15.30 e ore 18.40) dal Teatro Quarticciolo e con una serata teatrale dal palco dell’Argentina (ore 20.30) con Radio 3 e gli allievi attori della Silvio d’Amico diretti da Arturo Cirillo

Un reticolato di istituzioni culturali in sinergia per due appuntamenti speciali che prenderanno vita in streaming nel corso della giornata, come fossero il segnalibro di una pagina di storia che ci riguarda molto da vicino, non solo per tenere vigile l’attenzione su un passato terribile e vergognoso, ma soprattutto per continuare a impegnarci per un presente di conoscenza e un futuro che non inciampi nell’indifferenza. Il calendario di attività rientra nel progetto Memoria genera futuro 2021 coordinato da Roma Capitale in occasione del Giorno della Memoria.

Tra letteratura e memoria, si inizia con il primo momento in collaborazione con le Biblioteche di Roma e Teatro Quarticciolo nell’ambito del programma Voci e volti della memoria, in cui il Teatro di Roma dà appuntamento sui rispettivi social con la doppietta di letture nell’interpretazione di alcuni attori delle sue fila di artisti: alle ore 15.30 Sara Putignano darà voce ai versi lirici, tragici e nobili di Fuga di morte, Tenebrae e Sudario dalle Poesie (Mondadori, 1999) di Paul Celan,poeta della Shoah che nella lingua tedesca – lingua madre e assassinata – ha salvato la poesia dopo Auschwitz continuando a raccontarne l’orrore; mentre alle ore 18.40 Dario Caccuri seguirà con la lettura di alcune pagine sul perdono e la memoria di un altro orrore umano, il genocidio del Ruanda raccontato in Desideriamo informarla che domani verremo uccisi con le nostre famiglie (Einaudi, 2000) dello scrittore e giornalista statunitense Philip Gourevitch.

Secondo momento della giornata alle ore 20.30 con La Memoria ha 20 anni, una serata teatrale in diretta audio e videosu Rai Radio 3 dal palcoscenico del Teatro Argentina, e in streaming sui canali social del Teatro di Roma e Rai Radio 3, con drammaturgia e regia di Arturo Cirillo che dirige gli allievi attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Sul filo delle riflessioni per il Giorno della Memoria, il regista partenopeo intesse un percorso drammaturgico attraverso gli scritti di autori italiani e stranieri, letterari e teatrali: da La storia di Elsa Morante a La gloria. Ritratto del tiranno da ragazzo di Fabrizio Sinisi; da Il sistema periodico e La tregua di Primo Levi a L’istruttoria di Peter Weiss; da Il gelsomino e la pozzangheradi Hetty Hillesum a La notte di Elie Weisel; per continuare con Il comandante di Jurg Amann,Noi figli di Eichmann di Gunter Anders e L’uomo come fine di Alberto Moravia. Un percorso di letture armonizzate sulle musiche di Bob Dylan, Woddy Guthrie e Aleksander Tytus Kusiliewic, e affidate all’interpretazione dei giovani attori che daranno voce alle parole di chi ha vissuto o raccontato la Shoah, per mantenere viva la memoria di una delle pagine più atroci dell’umanità.  Il Giorno della memoria è stato infatti istituito dal Parlamento italiano con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, e sarà riconosciuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite cinque anni più tardi, il 1° novembre 2005. Solo vent’anni fa: un tempo che sembra distante e che invece è molto vicino, e di cui ogni anno di più è necessario rinnovare il ricordo soprattutto a favore delle giovani generazioni.

Il pomeriggio di letture – organizzato dalle Biblioteche di Roma con il Teatro Quarticciolo – e la serata evento – realizzata da Rai Radio3 e Teatro di Roma in collaborazione con la Silvio d’Amico – diventano un’ideale staffetta tra la memoria delle nuove generazioni e le testimonianze di sopravvissuti e autori del passato per continuare a tramandare il racconto di quegli eventi disumani i cui pericoli, ancora attuali, rischiano di svanire nella rassicurante certezza della lontananza storica.

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