Il teatro tra le mura di una casa circondariale. È quanto è stato realizzato con “La Tempesta del Teatro”, il progetto a cura della Loups Garoux Produzioni di Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero, nell’ambito della terza edizione “Affabulazione. Espressioni della Napoli policentrica”, la rassegna organizzata e promossa dal Comune di Napoli e finanziata dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.
Le pièces teatrali, che hanno visto la partecipazione non solo degli attori, ma soprattutto di un gruppo di detenuti (il progetto della Loups Garoux si è, in sintesi, ispirato alla proposta di Legge Disposizioni per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari focalizzato a sostenere l’attività artistica con i detenuti per i suoi effetti tangibili sull’individuo, sulla comunità che abita e sulla società tutta a cui lo stesso, una volta scontata la pena, verrà restituito con una nuova luce) sono state “La Domanda di Matrimonio e altre storie” di Cechov (andata in scena dal 4 al 7 settembre) e “La Tempesta” di Shakespeare (andata in scena dal 2 all’8 ottobre). Il perché la scelta sia ricaduta su queste due opere lo chiediamo a Marta Bifano, ideatrice del progetto e regista degli spettacoli.
«Ho voluto optare per la commedia di Cechov perché tratta la piccolezza umana dove il contrasto per un pezzo di terra sembra superare l’Amore, dove è evidente l’aggressività gratuita e la difficoltà nel comunicare i sentimenti, dove primeggia l’ironia che contraddistingue l’intelligenza drammaturgica dell’autore. Ho scelto per il secondo spettacolo Shakespeare perché ha scritto su temi universali e in questa opera tocca soprattutto la Vendetta e il Perdono, temi che lambiscono la sensibilità di chi è dentro. Cui si aggiunge la Tempesta dove l’isola e i naufraghi sono una chiara metafora del carcere».
Che cosa ha significato per te e per il tuo gruppo lavorare all’interno della Casa Circondariale Pasquale Mandato di Secondigliano e con un gruppo di detenuti?
«Da quando ho abbandonato l’autoreferenzialità e l’egocentrismo nel mio lavoro, ogni esperienza è un viaggio di conoscenza. Ho un gruppo di attori e collaboratori intorno a me che brillano per talento ma soprattutto per la preparazione culturale. Hanno amato questa esperienza versando lacrime all’addio».
Si sono spenti i riflettori sulla rassegna, secondo te che percorso hanno fatto i ragazzi in questi tre mesi di lavoro con te?
«I ragazzi hanno sperimentato loro stessi fermando il tempo e ora sono accesi dal forte desiderio di voler continuare. Sono davvero contenta perché sono bravi…non ho altra definizione migliore. Ad esempio un ragazzo adesso in libertà è entrato a pieno titolo nella mia compagnia. Tutto questo perché il Teatro è un balsamo capace di rimarginare qualsiasi cicatrice».
Che cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Personalmente mi sono arricchita di umanità, mentre genericamente sono felice di affermare che non resta un’esperienza fine a sé stessa perché le riprese effettuate durante gli spettacoli da Francesca Pedrazza Gorlero eGiacomo Formigari Bernardelli accompagneranno una pubblicazione, costruita sulle impressioni del percorso fatto in questi mesi di lavoro sia dagli attori professionisti sia dagli attori in erba detenuti, che diventerà, poi, un format replicabile in qualsiasi altro carcere».
I percorsi cinematografici sul tema mostrano di solito anche la possibilità data ai ragazzi di recitare in un teatro cittadino esterno dal carcere. Sarà così anche per questa realtà?
«Sì! Marisa Laurito ha teso la sua mano allo spettacolo “La Tempesta” e con la buona volontà di Giulia Russo, direttrice dell’istituto di Secondigliano, di Bruno Boccuni dell’area trattamentale e dei magistrati di sorveglianza porteremo, prossimamente questa magica favola al Trianon a Napoli».
Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Oltre a riprendere il mio ruolo di attrice e docente di Teatro e Cinema a Roma desidero proseguire le attività con questo gruppo di lavoro che mi ha dato molto in questi mesi».
Sei anche produttrice cinematografica, oltre che stimatissima attrice. C’è qualcosa in cantiere?
«Sto definendo le coproduzioni internazionali per il film L’odore con la regia di Krzysztof Zanussi, mentre a Napoli organizzo un interessante cartellone di eventi al Salotto Sommer».