Inizia una nuova era a Santa Cecilia con la nomina del Direttore Musicale Daniel Harding, che succede a Sir Antonio “Tony” Pappano dopo 18 anni alla guida dell’Orchestra dell’Accademia.
È Tosca, opera romana per eccellenza, il titolo scelto per inaugurare la nuova Stagione Sinfonica, eseguita in forma di concerto. Una prova importante per il musicista inglese che si confronta per la prima volta con questo repertorio.
Quella che si apre sarà l’ultima stagione del Presidente-Sovrintendente Michele dall’Ongaro, che si presta a concludere il suo decimo anno consecutivo alla guida dell’Accademia.
Presidente, siamo alla vigilia dell’inaugurazione della nuova stagione. Quali sono le novità di quest’anno?
Le novità sono numerose, a cominciare naturalmente del direttore musicale di Santa Cecilia. Daniel Harding debutta con Tosca, un titolo che ha voluto scegliere come omaggio alla città che lo ospiterà per i prossimi anni. Speriamo il più a lungo possibile. È quasi un debutto anche per Eleonora Buratto, nel ruolo della protagonista, che si è confrontata con Tosca qualche mese fa a Monaco e con noi lo porta per la prima volta in Italia. Quest’anno cominciamo anche uno stretto rapporto con la Deutsche Grammophon, che registrerà in cd e dvd alcune delle nostre esecuzioni.
Com’è nata la relazione con il maestro inglese?
La relazione con Harding è connessa al rapporto antico e sodale con Claudio Abbado, quando era suo giovane assistente. Harding è stato accolto con molto affetto e stima dal pubblico di Santa Cecilia. Un atteggiamento che non ha dimenticato e che ha sempre trovato quand’è tornato qui a Roma.
Parlando insieme abbiamo capito subito di avere entrambi dei progetti avventurosi e avveniristici per l’Accademia. Per esempio, tra le date di replica della Tosca che inaugura la stagione, il direttore musicale ha eseguito con l’Orchestra il Requiem di Verdi nella Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura. Un desiderio dello stesso Harding che si traduce in un’attenzione al tessuto sociale della città, anche in vista dei milioni di turisti per il Giubileo.
A Puccini l’Accademia ha dedicato numerosi appuntamenti nella scorsa stagione. Quale ritratto è venuto fuori del compositore?
Abbiamo svelato un Puccini inedito, un innovatore del Novecento europeo musicale. Le nostre guide all’ascolto hanno mostrato come la sua musica fosse una sorta di ‘macchina da presa’, in grado di raccontare tutte le sfumature delle sue storie e dei suoi personaggi. Ma oltre alla musica Puccini era un vero nerd. Amava le automobili, la tecnologia e la macchina fotografica. Nei suoi scatti, fatti in tutto il mondo, c’è una grande attenzione per i dettagli e una firma: la sua ombra, con il cappello e la punta del sigaro. Queste fotografie rimarranno esposte da noi fino al 10 gennaio.
Il bilancio della scorsa stagione testimonia l’ottimo stato di salute di Santa Cecilia. Qual è la ricetta vincente?
Un’affluenza più distribuita, dovuta per lo più alla fine del Covid, una politica di marketing attenta ai prezzi, e soprattutto l’apertura verso politiche legate allo sviluppo di un pubblico nuovo. Che non significa solamente ai giovani spettatori, ma anche trovare delle occasioni di contatto con chi non è abituato a venire ai concerti, creando delle nuove proposte di incontro con la musica. In famiglia, con gli amici, oppure per mettersi da soli alla prova. Anche per chi è alle prime armi. Fare musica e creare comunità è quello che dà risultati a lunga scadenza.
Quali sono i prossimi progetti per il futuro dell’Accademia nell’anno del Giubileo?
Con il Giubileo, ci aspettiamo molti turisti che ci raggiungeranno tramite la metropolitana, con una stazione interamente dedicata a noi. Ogni anno siamo nelle principali capitali del pianeta con le nostre tournée internazionali, circa 22 all’anno. Quest’anno, porteremo Roma con noi, celebrando il Giubileo anche sui palcoscenici internazionali. Il primo appuntamento sarà all’auditorium di via della Conciliazione, nostra casa storica per tanti anni, con la Quinta Sinfonia di Šostakovič. E poi c’è il ciclo delle sinfonie di Mahler eseguite in ordine cronologico, che Harding proporrà a cominciare da quest’anno, mentre l’anno prossimo dirigerà tutto il ciclo del “Ring” wagneriano.