Prosegue il ciclo di webinar dal titolo Cosmopolis, approfondimenti sui temi legati alla città, in cui personalità del panorama culturale italiano propongono prospettive di dialogo e si aprono alle domande di giovani studentesse e studenti delle scuole superiori o dell’Università di Bologna. L’iniziativa, nata durante il lockdown, è parte di Dire+Fare=Fondare, l’insieme di attività digitali di teatro partecipato che ERT Fondazione sta mettendo in campo con le scuole della città, nell’ambito di Così sarà! La città che vogliamo, il progetto promosso dal Comune di Bologna e realizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, finanziato con i fondi europei del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane (PON Metro) 2014-2020 e rivolto a un pubblico di giovani cittadini.
L’appuntamento è con Città inclusive, giovedì 21 gennaio, alle ore 19.00, sulla pagina Facebook di Dire+Fare=Fondare (https://www.facebook.com/DireFareFondare/) con la sociolinguista Vera Gheno in dialogo con le studentesse Cecilia Fuda e Giada Molinari della classe 1A del Liceo Galvani di Bologna.
«Che cosa significa “inclusione”? Invitati a spiegare il termine, ̶ afferma Vera Gheno ̶ quasi tutti parleremo della necessità di rivolgere la nostra attenzione – o l’attenzione di chi ci amministra – a tutti coloro che hanno bisogno, per varie ragioni, di essere inclusi nella società. A ben vedere, questo termine – assieme all’ancor più scivoloso “tolleranza” – nasconde un certo bias: che ci sia una maggioranza “normale” che lavora per far sì che anche “gli altri” possano sentirsi parte della società.
Ma in una società ipercomplessa, in cui incontriamo la “differenza”, nel senso più ampio della parola, in continuazione, basta essere “inclusivi”? E come facciamo a rendere più inclusive le nostre città? C’entra forse anche il linguaggio?».
Dopo aver incontrato la compagnia Sotterraneo, negli appuntamenti estivi di In Chiostro e dintorni, Gheno si confronta ora con giovani cittadine bolognesi, da mesi impegnate, come molti dei loro colleghi e coetanei, in laboratori finalizzati proprio all’ideazione di una città ideale: tema fondamentale in un momento come quello attuale, in cui la città è sempre meno vissuta, per far fronte all’emergenza sanitaria. Una città allo stesso tempo sempre più pensata dalle nuove generazioni come un luogo di ritrovo e accoglienza, di cui prendersi cura e da abitare.