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DENUNCE, PROGETTI E NUOVE PROSPETTIVE, LICIA LANERA SI RACCONTA A NDS

Tempo di lettura: 3 minuti

Oggi, che mi trovo a firmare la lettera di disdetta del mio spazio prove/laboratori/ufficio ecc. perché la mia compagnia non se lo può più permettere di pagare l’affitto di uno spazio che per forza di cose è in abbandono da febbraio; oggi, dopo 8 anni che ho una sala prove e dopo 10 mesi che pago l’affitto per intero senza averlo quasi per niente potuto usare…

Ha fatto il giro dei social il post dell’attrice barese Licia Lanera – Premio Ubu nel 2014 come Nuovo attore, attrice o performer under 35 e fondatrice dell’omonima compagnia – che denunciava la situazione devastante in cui oggi si trovano molte compagnie teatrali italiane. Imprese culturali che rischiano di scomparire a causa del fermo che vive il settore dall’inizio della pandemia.

Licia partiamo dal suo post pubblicato sui social: il Tax credit affitti dei decreti ristori non è un aiuto sufficiente?
“Purtroppo no, perché è un problema legato alla liquidità dell’oggi. Le compagnie teatrali sono ferme da un anno, è vero che i teatri hanno riaperto a giugno, ma c’è da fare i conti col fatto che molte stagioni sono saltate e nella riprogrammazione a cui hanno dovuto far fronte i teatri quasi nessuna compagnia è riuscita a recuperare la tournée prevista. Le faccio l’esempio della nostra: da marzo ad oggi abbiamo fatto solo 4 date rispetto alle 50 previste prima della chiusura. Le compagnie come la nostra hanno un indice di autofinanziamento molto alto. Per cui senza recite, con i progetti saltati e dovendo chiudere i laboratori annuali appena partiti ad ottobre non abbiamo le forze economiche per anticipare un affitto mensile di 600 euro. Ho fatto i conti: con quattro dipendenti (3 full time e 1 part time), uno spazio e un furgone noi abbiamo una spesa mensile di 7,500 euro fissa. Io ho perso il 70% del fatturato rispetto allo scorso anno”.

Non è riuscita a raggiungere un accordo temporaneo con il suo locatore?
“Ci ho provato: gli ho chiesto se potesse ridurci l’affitto di una piccola percentuale anche solo per quest’anno, ma purtroppo per il nostro locatore non sono contemplate proroghe e nemmeno riduzioni. Ovviamente lui è liberissimo di decidere cosa fare contrattualmente. La cosa che mi ha stupita è che si è sentito libero anche di consigliarmi di fare teatro online, perché la verità è che agli occhi dei più questa professione non ha la dignità di un lavoro. La cosa più dolorosa è proprio l’umiliazione, un dolore profondo interno che ti dice che tu non sei niente”.

Ph. Andrea Macchi

Avrebbe aiutato una regolamentazione sugli affitti, almeno in questo settore, così come c’è stata per esempio per datori di lavoro e lavoratori con il divieto di licenziamento?
“Questo è mancato, ma il problema è più profondo. Noi siamo schiacciati tra un’incognita economica e un problema culturale: chi sta scrivendo queste leggi non ha piena consapevolezza del settore Spettacolo dal vivo. La situazione era già difficile prima, ora si è davvero aggravata. Nell’ultima conferenza stampa di Conte del 3 dicembre non siamo nemmeno stati nominati. Anche noi siamo un problema economico come lo è il settore del commercio, con il valore aggiunto che ci occupiamo di formare il tessuto culturale nelle province e nei piccoli territori”.

Una sua proposta?
“Penso sarebbe stato più corretto valutarci in base al fatturato dello scorso anno così come si sta facendo con i teatri privati a cui il ministero ha dato il 100% degli incassi del 2019. Questo sicuramente ci permetterebbe di sopravvivere. La mia compagnia ha un riconoscimento ministeriale, questo significa che accediamo ad un finanziamento del Fus, ma con dei requisiti specifici: tra cui il dover garantire 900 giornate e 90 recite a fronte di un contributo di 40mila euro annui. Per sostenere questi requisiti siamo dovuti diventare una vera impresa culturale e quindi gestire attività che giustificassero i borderò: progetti speciali, laboratori fuori da Bari, tournée. Ribadisco che serve una visione più ampia e renda davvero questo momento sostenibile per le piccole imprese culturali come la mia. Perché la sensazione è che con questo sistema di ristori pian piano i piccoli sono destinati ad estinguersi, mentre i grandi resisteranno alla tempesta”.

Ph. Andrea Macchi

Quando pubblichiamo questa intervista Licia Lanera si prepara a partire per Napoli per il progetto Zona Rossa di Daniele Russo, attore e co-direttore artistico del Teatro Bellini, e del regista Davide Sacco.

L’attrice e regista barese assieme a Pierlorenzo Pisano, Alfredo Angelici, PierGiuseppe di Tanno, Federica Carruba Toscano e Matilde Vigna sarà chiusa giorno e notte nel Teatro Bellini per lavorare alla creazione di uno spettacolo, 24 ore su 24 in modalità on line, il pubblico da casa potrà sbirciare la nascita di un opera.

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