E’ un possibile incipit per la storia di Radio Radicale, che nasce tra la fine del 1975 e l’inizio del 1976 per iniziativa di un gruppo di militanti radicali in un piccolo appartamento di Roma situato in via di Villa Pamphili, nel quartiere Monteverde.
88.6: la frequenza storica di Radio Radicale a Roma.
1976: l’anno delle prime trasmissioni dalla sede di via Villa Pamphili a Monteverde e dell’elezione dei primi deputati radicali in Parlamento.
«Sono andato da Marco Pannella con tutte le attrezzature che avevo a casa dicendo: Io ho una radio pronta per trasmettere, vorrei fare qualcosa di diverso. E lui ha detto: Vuoi fare Radio Radicale? Falla.»: le parole di Pino Pietrolucci, co-fondatore di Radio Radicale.
Come le radio libere che andavano nascendo in quegli anni a seguito della sentenza n. 202 della Corte Costituzionale che liberalizzava le trasmissioni radiotelevisive via etere, anche Radio Radicale fu caratterizzata dall’afflato libertario, dall’improvvisazione, dall’utilizzo di attrezzature di fortuna e dalla ricerca di bassi costi di produzione, ma fin dall’inizio si distinse dalle altre emittenti per la sua particolare filosofia editoriale. Senza dimenticare Le 72 Ore di Pannella: durante la campagna elettorale del 1976, Marco Pannella, insieme all’allora direttore Pino Pietrolucci, è protagonista di un filo diretto con gli ascoltatori che dura 72 ore di seguito. E che Radio Radicale, dal 1982, trasmette solo musiche tratte da messe da requiem: Mozart, Verdi e Fauré. La decisione fu presa da Pannella nel 1982, in occasione della campagna per la lotta alla fame nel mondo, e non è stata mai più revocata.
Radio Radicale, dunque, la radio più bella del mondo, che ha contribuito a liberare l’Italia da tabù e pregiudizi, è la protagonista di questo film documentario. Le voci storiche di Radio Radicale si raccontano e fanno rivivere l’avventura giornalistica e politica cominciata nel 1976.
Tante le storie di Radio Radicale: una parte significativa, è raccontata nel film documentario Onde radicali, per la regia di Gianfranco Pannone. Una produzione voluta fortemente da Mario Mazzarotto con Movimento Film e Ganesh Produzioni, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura. Il film è stato selezionato alla Festa del cinema di Roma, dove sarà proiettato venerdì 22 ottobre, in prima mondiale.
Il racconto di Onde radicali ruota intorno a fatti di cronaca che lasciarono il segno nel Paese e dei quali Radio Radicale fu protagonista e testimone diretta: l’uccisione di Giorgiana Masi durante una manifestazione promossa di radicali nel 1977, il rapimento e la liberazione del giudice Giovanni D’Urso, l’arresto e la gogna giudiziaria subita da Enzo Tortora, l’uccisione del corrispondente della radio in Cecenia Antonio Russo. Senza dimenticare quella volta negli anni ’80 quando dalle trasmissioni notturne a microfoni aperti di Radio Radicale nacque una mobilitazione che portò ad approvare la legge (L. 24 aprile 1982, n. 164) sul diritto a cambiare sesso. Diversamente da quanto sta accadendo oggi con il ddl Zan, i tabù di quaranta anni fa non fermarono un provvedimento che sanciva il diritto di ciascuno ad affermare la propria identità sessuale.
Il regista Gianfranco Pannone ammette che “ è stato emozionante realizzare Onde radicali, con la complicità dei due co-autori (Marco Dell’Omo e Simonetta Angeloni Dezi) e dei produttori”. E aggiunge: “Da ragazzo ho frequentato i radicali, vivi, coraggiosi e un po’ folli; la stessa “follia” che vedo in questa radio unica al mondo che tanto deve a Marco Pannella e a Massimo Bordin. Ho incontrato sulla mia strada dei magnifici testimoni, da Paolo Vigevano a Marco Taradash…, ma sono anche le voci che arrivano dall’archivio della radio a giungermi moderne; oltre a quelle di Pannella e Bordin, la voce di Leonardo Sciascia, per esempio, coscienza critica di un’Italia bella e possibile”.
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