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ESCLUSIVA CON TINO CASPANELLO: PARLIAMO DI WRITE

Tempo di lettura: 3 minuti

Dal 14 al 19 dicembre 2020 torna WRITE – Residenza internazionale di drammaturgia, presso la sede del COSPECS dell’Università di Messina, in edizione online e sperimentale “Words and Arts”, grazie alla collaborazione del DAMS e con il patrocinio dell’Assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo e dell’ERSU di Messina.

L’organizzazione della manifestazione è curata da Gigi Spedale per Latitudini Rete siciliana di drammaturgia contemporanea, il progetto grafico è di Cinzia Muscolino
L’intervista a Tino Caspanello, drammaturgo e scrittore di fama internazionale, ideatore e coordinatore di WRITE.

Write locandina

Una lunga pausa dopo l’edizione 2018. Intanto il riconoscimento dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Write doveva ripartire…

Le pause sono sempre importanti, vitali, come i silenzi, servono a riflettere e comprendere. Sì, ci siamo fermati per un intero anno proprio subito dopo avere ricevuto il Premio ANCT.  Quest’anno stavamo per ripartire con l’edizione dal vivo, ma abbiamo dovuto rinunciarvi a causa dei tempi che viviamo; poi la decisione, supportata da tante persone, autori, artisti, sostenuta anche dalle istituzioni (Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, l’Ersu, il DAMS dell’Università di Messina), dai partners. Non potevamo rinunciare, e visto che Write è, prima di ogni cosa, un luogo mentale, un posto dell’anima, abbiamo deciso di rimetterci in cammino con questa edizione speciale.

Tino Caspanello

“Write” in veste inedita: la sesta edizione online. Com’è nata l’idea?

“Essere connessi” sembra un termine nato in relazione alla rete, come se prima di essa, non fosse esistita alcuna connessione, quando invece è proprio da questa parola che il tutto ha origine. Siamo il frutto di una connessione, come l’universo intero, e anche l’anima di Write, il suo scopo, poggia sul proposito di fare nascere connessioni. In questa edizione cerchiamo di connettere le parole del Teatro con i segni delle Arti.

Nel Monastero di Mandanici che ha ospitato Write nelle precedenti edizioni si creava un’atmosfera particolare. Che cosa si è pensato di fare per ricrearla?

Certamente non potremo vivere i momenti che solo un luogo fisico permette di creare, ma ci sono le parole, gli autori, gli artisti, le loro opere, gli ospiti, noi dello staff, e sicuramente tutto concorrerà a farci dimenticare di essere davanti a uno schermo. Ci proveremo in ogni modo.

Ci spieghi, nei dettagli, come saranno organizzate le giornate?

La struttura di Write è cambiata nella seconda parte. La prima, quella della scelta del tema e della scrittura, rimane invariata; successivamente, i testi, anziché interpretati da registi e attori, saranno affidati a degli artisti visivi, rinasceranno grazie ai segni delle loro abilità.

Del teatro fuori dal teatro, in tempi di emergenza sanitaria, si parla molto. Il trasloco in streaming è un ripiego o una opportunità?

Ecco, come spiegavo nella risposta precedente, WRITE per questa edizione, ma forse non soltanto per questa, vuole guardare oltre, cerca di lanciare lo sguardo in un altrove che anche le arti visive possono illuminare.  Ci sarà il teatro, certo che ci sarà, ma nessun trasloco: ci saranno le sue parole a tenerci insieme nell’attenzione, nella cura, ma sempre a ricordarci che non può esserci teatro senza comunità in carne e ossa e anima.

Come ti immagini il futuro del teatro?

Come lo è sempre stato: figlio e testimone di una crisi, per statuto, per nascita, per vocazione, autore della sua morte e della sua rinascita. Non conosco altri suoi modi di essere.

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