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Tom Waits. La voce e l’oblio

Tempo di lettura: 3 minuti

Eleonora Bagarotti racconta Tom Waits in un libro appassionato recensito da Giuseppe Panella

Chi ha ascoltato un disco di Tom Waits non può che essersi innamorato della sua musica e del personaggio. È stato sicuramente così anche per Eleonora Bagarotti che su di lui ha scritto un libro, pubblicato da Arcana Edizioni, con una passione autentica, non concedendosi a semplici ricerche autobiografiche.

‘Tom Waits. La voce e l’oblio’ può essere considerato un racconto in cui viene messa in evidenza, attraverso l’analisi minuziosa di ogni album, la progressione della musica che il musicista di Pomona ha composto dal 1973 al 2011.

Da ‘Closing time’ a ‘Bad as me’ è trascorso circa mezzo secolo e da undici anni ormai non si hanno più notizie dell’artista che vive a Sebastopol con la sua famiglia. Una lunga assenza molto sofferta dai suoi fan e da chi ha assistito ai suoi concerti, in cui ha ammirato il suo modo personale di suonare ricurvo sul pianoforte, quasi fosse il naturale prolungamento.

Parlando di Sebastopol si intuisce che Waits vive in un luogo magico.

“È la città dove Tom Waits vive, per la verità circondato da un bosco, in una grande casa dove godersi una famiglia deve essere bello e comodo.

Mentre sono lì, scopro che dal suo cortile Waits può assaporare i tramonti più arancioni che abbia mai visto. È come se il Cappellaio Matto di Alice apparecchiasse la tavola sopra le nuvole, rovesciando una spremuta d’arancia”.

Una immagine descritta da Eleonora Bagarotti che contrasta con gli ‘anni selvaggi’ vissuti con la sua compagna dell’epoca, Rickie Lee Jones, e il suo amico Chuck E. Weiss.

Un’affascinante descrizione capace di far entrare il lettore nel mondo attuale di Waits, seguita da una intervista che la stessa autrice considera “impossibile”.

In fondo di contrasti è stata piena la sua carriera. Dalle prime canzoni, intrise di whisky e dell’aroma di un tabacco fumato in eccesso, che ne ha trasformato la voce, fino alle visioni teatrali degli ultimi lavori è riuscito a esprimere le sue idee senza alcun ostacolo.

Il suo modo di vivere la sua libertà musicale, di dar vita a composizioni che strizzassero un occhio alle classifiche, è stato sempre il credo che non ha mai tradito.

Eleonora Bagarotti riesce a descrivere tutto questo in maniera affascinante e avvincente. Pagina dopo pagina Tom Waits rivive nelle descrizioni di ogni album in maniera minuziosa. Interessante anche quando paragona le copertine dei primi album del cantautore ai quadri di Edward Hopper. In entrambi i personaggi è evidente l’attenzione al mondo della notte, in cui era evidente la malinconica solitudine vissuta dai diversi, dai vagabondi, dalla gente che vive ai margini della società. Una descrizione del teatro della vita fondamentale per i suoi inizi, che non ha mai rinnegato.

Non solo musica, in ‘Tom Waits. La voce e l’oblio’ vengono descritti anche alcuni aspetti della sua vita a Sebastopol. Tra questi l’incontro casuale con Keith Richards avvenuto in un negozio di biancheria intima femminile dove entrambi si erano recati per un regalo alle rispettive mogli. L’ennesima immagine contrastante di un cantautore che vive una vita diversa da quella che canta, segnata da eventi che lo hanno portato a saper raccontare il dolore e la sofferenza.

  • Tom Waits. La voce e l’oblio
  • Eleonora Bagarotti
  • Arcana Edizioni
  • 2021

(giuseppepanella.it)

Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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