Il Senato approva la finestra temporale proposta
Il Senato ha approvato le quattro mozioni presentate dalle forze politiche sulla crisi delle sale cinematografiche. Sul punto “caldo” contenuto in tutti i testi relativo alle finestre, cioè su quanto tempo il film debba restare in sala prima di andare su una piattaforma, il governo, tramite il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha proposto la seguente riformulazione che è stata accettata da tutti i firmatari:
“Prevedere, adottando i necessari provvedimenti normativi, la fissazione con decreto del ministro della Cultura per tutti i film italiani e stranieri, anche non destinatari di benefici statali, di una finestra di almeno 90 giorni fatta salva la possibilità di deroga sulla base della peculiarità di specifiche tipologie di opere, opere difficili o non destinati a un pubblico vasto”.
Ogni mozione, infatti, conteneva un impegno preciso al governo sui giorni relativi alle finestre, ma il ministro Dario Franceschini, intervenendo in Aula, ha chiesto un’indicazione generica “dentro la quale il governo potrà trattare con le parti perché bisognerà arrivare a una soluzione il più possibile concordata con i distributori, gli esercenti e i produttori”.
Dichiarazione del Ministro Franceschini
“Mi fa molto piacere che l’Aula del Senato dia un impulso così forte e determinato all’azione del governo sul tema delle tutele delle sale cinematografiche.
E’ una giornata molto utile che ci darà un impulso per portare a compimento questa operazione prima della fine della legislatura”, ha detto Franceschini poco prima del voto delle mozioni.
“Il mercato del cinema e dell’audiovisivo sta crescendo in modo esponenziale in tutto il mondo, c’è una grande crescita italiana che deriva dalle scelte che sono state fatte negli anni passati, quali il tax credit per i cinema, gli investimenti su Cinecittà che si aggiungono alla grande attrattività italiana – ha aggiunto Franceschini -. Di fronte a questa esplosione del mercato che durerà per anni, assistiamo a una crisi delle sale cinematografiche che ha molte ragioni: in parte derivano dal Covid, in parte dalla piattaforme, in parte dal fatto che non c’è stata una sufficiente innovazione delle sale.
Vedere un film a casa è un’esperienza individuale, vederlo in sala è un’esperienza collettiva e su questo si deve lavorare – ha rimarcato il titolare del MiC -.
Abbiamo in corso in questi giorni una campagna promozionale a favore delle sale molto importante. Per l’importanza sociale che svolgono, le sale vanno supportate con sostegni economici, migliorando e incentivando il tax credit, rinnovandole e facendole diventare luoghi moderni non solo per vedere film ma per dotarle di caffetterie, luoghi di studio, sale di ricerche, affinché andare al cinema diventi un’esperienza immersiva. E serve una legislazione che sostenga le sale. Vanno migliorate le norme sulle ‘finestre’, cioè su quanto tempo il film debba restare in sala prima di andare su una piattaforma”.
