Un nuovo e strutturato sistema fiscale a sostegno della domanda di cultura come base essenziale per la ripartenza. Questo il punto centrale del webinar sul tema: la defiscalizzazione delle spese della cultura: scenario e proposte operative, organizzato da Comitato per Parma 2020, all’interno dell’iniziativa Città Come Cultura, progetto di Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo, promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, svoltosi in diretta sulle pagine social di “Parma 2020+21”. L’impegno per la cultura deve essere prioritario e a trecentosessanta gradi. In uno scenario pandemico che ha devastato economicamente e socialmente l’Italia e il mondo, un deciso e concreto sostegno al mondo dell’arte, della musica, del teatro, dei musei e di tutto quell’universo di bellezza che ruota attorno non può che essere prioritario. Solo così è possibile immaginare e realizzare una ripartenza vera, che si lasci alle spalle le troppe criticità acuite dall’emergenza, ma spesso già presenti. Unanime, quindi, il sostegno alla proposta di defiscalizzazione lanciata nel novembre scorso da Giovanna Melandri da parte di rappresentanti istituzionali e del mondo della cultura intervenuti al talk moderato dal direttore dell’Espresso Marco Damilano, che introducendo l’incontro ha sottolineato l’importanza di ricostruire il tessuto sociale e l’unità nazionale attraverso la cultura.
«A Parma avevamo progetti ampi, ambiziosi, che abbiamo dovuto rinviare. Il covid ci ha fatto riflettere sulla fragilità del settore cultura, sulla discontinuità come grave fattore di privazione – ha detto Michele Guerra, assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili Città di Parma – Ma ci ha fatto anche vedere in maniera chiara la necessità di cultura come cura, come risanamento, come servizio ai cittadini. Perciò, metterli al centro di un progetto di riforma concreto, realizzabile, come proposto da Giovanna Melandri, è di grandissima importanza».
«Un primo importante passo, in questa direzione, potrebbe essere la defiscalizzazione dei biglietti d’ingresso nei luoghi di cultura, portandoli in detrazione come si fa da tempo con le donazioni per le emergenze – ha sottolineato Francesca Velani, coordinatore dei progetti e strategie culturali di Parma2020+21 e vicepresidente di “Promo PA Fondazione” – E questa è una grande emergenza di portata epocale. Urge ripartire con azioni forti, concrete».
«A breve l’Italia dovrà affrontare una riforma complessiva del sistema fiscale nazionale, per questo dobbiamo ora gettare questo sasso nello stagno e chiedere l’attenzione necessaria. È quanto mai urgente l’adozione di una misura di contrasto alla povertà culturale, agendo a sostegno della domanda – ha spiegato Giovanna Melandri, presidente MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo – Una misura permanente, certa, strutturale a sostegno della domanda di cultura, prevedendo un tetto massimo congruo di spesa annuale per la cultura deducibile. Quindi non bonus o misure una tantum, ma un meccanismo duraturo nel tempo. La cultura non è un bene secondario o di lusso, ma è un bene essenziale per la crescita dell’individuo e della società, per la salute, per il benessere in generale, e come tale va trattato. Va dato atto la governo di aver sostenuto, per quanto è stato possibile, l’offerta di cultura, ma ora manca un riconoscimento a chi la cultura la fruisce».
«Abbiamo sperimentato progetti ad ampio respiro culturale nell’ambito di cura di malattie psichiche, in particolare sulle forme depressive e sui giovani, ottenendo grandi risultati – ha detto Sandra Zampa, sottosegretario di Stato Ministero della Salute – L’arte e la bellezza rispondono a tante domande, a tante richieste della mente e dello spirito, trovare il modo di fare crescere in maniera decisa il settore è fondamentale. La proposta di defiscalizzazione va quindi sostenuta. Aggiungo che sarebbe importante iniziare dagli studenti, offrendo loro vantaggi in termini economici per fruire cultura, risarcendoli così in parte delle ore di didattica perse a causa dell’emergenza. Restituire un po’ del tanto che è stato loro tolto».
«Questa proposta a sostegno della cultura è coerente con uno scenario internazionale in cui va crescendo l’attenzione per la cultura come motore fondamentale di sviluppo e benessere – ha sottolineato Pierluigi Sacco, docente Iulm Università – Nel V sec. a. C. ad Atene, teatro, democrazia e politiche umanitarie crebbero insieme. Dobbiamo ritrovare quel modello. In Italia la cultura è esclusiva ed escludente, dobbiamo invece andare verso forme di inclusione, di partecipazione ampia. Muoversi anche sul piano fiscale non può che portare benefici in questa direzione».
«Le nostre riflessioni devono basarsi su tre numeri: 73, 51, 31, le percentuali con segno meno sulle vendite dei biglietti, nel 2020, rispettivamente per musica, cinema e teatro. E una riduzione totale del 47 per cento in meno dei consumi delle famiglie italiane per la cultura, da 113 a 60 euro mensili. Una riduzione di circa la metà. Questo è allarmante – ha detto Carlo Fontana, presidente Agis – Quindi per ripartire è necessario un forte sostegno promozionale. In questo senso, la proposta di Giovanna Melandri è ottima. Defiscalizzare i biglietti potrebbe essere uno stimolo molto forte per riportare il pubblico nei luoghi di spettacolo, puntando inoltre su un pubblico giovane. I ristori del governo, pur apprezzabili e necessari, non potranno ridare slancio la settore senza una strategia complessiva che ci dica quando i luoghi di spettacolo riapriranno e che ci veda preparati. La mancanza di cultura genera spesso derive politiche allarmanti, la ripresa deve quindi dare centralità al settore e restituirci la condivisione e la socialità di cui abbiamo bisogno in maniera vitale».
«La proposta di defiscalizzazione delle spese per la cultura è importante perché pone l’accento sulla domanda e questo non è scontato, ma innovativo. Sostenere la cultura è necessario, fondamentale, in quanto le criticità socio-economiche emerse con la pandemia rischia di diventare strutturali e questo sarebbe un disastro – ha detto Severino Salvemini, docente Università Bocconi – Bisogna spingere sulla partecipazione di massa, sull’adozione di strumenti più pop, più inclusivi. Dobbiamo trovare gli interruttori per la ripartenza e lo sviluppo culturale, i tre click: quello monetario, riducendo appunto il costo della fruizione della cultura, quello identitario, sviluppando progetti che si curino dei luoghi, progetti in cui sentirsi vicini e partecipi, quello etico, dando spazio a idee e azioni in cui il cittadino possa riconoscere l’eticità».
«Si tratta di una proposta assolutamente condivisa per valori e finalità, quindi ne auspichiamo l’attuazione – ha detto Carolina Botti di ALES Arte Lavoro e Servizi, Direttore e Referente #ArtBonus per il MiBACT – Già l’Artbonus sta svolgendo un’importante funzione rigeneratrice, in quanto strutturato come credito d’imposta per le donazioni a favore della cultura. Nel luglio scorso i voucher come rimborso per gli eventi annullati sono stati trasformati in donazioni con credito d’imposta. Tutto ciò sta avvicinando i cittadini alle istituzioni culturali».