Con la nuova opera Le ossa di Cartesio si inaugura Domenica 7 Novembre al Teatro Palladium (ore 20.30) la 58ª edizione del Festival di Nuova Consonanza. Intitolata “La musica al plurale” l’edizione di quest’anno sarà un omaggio a Igor Stravinsky a cinquant’anni dalla morte, dando spazio e visibilità ai diversi approcci estetici della musica, così come traspare con tutta evidenza proprio dalla storia artistica di Stravinsky.
Nuova produzione realizzata con l’Associazione Opera InCanto, Le ossa di Cartesio è un’opera in un atto e sei scene composta da Mauro Cardi su libretto di Guido Barbieri; mise en espace a cura di Enrico Frattaroli, mentre Fabio Maestri dirige l’Ensemble In Canto. Una sorta di “giallo seicentesco” di impatto drammaturgico, in cui il protagonista è Cartesio stesso (interpretato dall’attore Franco Mazzi) che da morto racconta quanto accaduto dopo il suo assassinio del 1650 e tutti gli enigmi che lo circondano. Nel cast troviamo i cantanti Valeria Matrosova (Cristina regina di Svezia), Patrizia Polia (cantante di corte, Helèna) e Federico Benetti (l’abate Vioguè, il capitano Planstrom, il medico Van Wullen).
“La morte di Cartesio, avvenuta nel 1650, è ancora oggi un enigma irrisolto – racconta Guido Barbieri –. Le biografie ufficiali la attribuiscono ad una banale polmonite contratta a Stoccolma, dove il filosofo si trovava per impartire le sue lezioni a Cristina di Svezia. Uno studioso tedesco, Theodor Ebert, ha scoperto un’altra verità: l’autore del Discorso sul metodo sarebbe stato avvelenato da un emissario di Papa Innocenzo X per timore che dissuadesse la regina dalla conversione alla religione cattolica. Un’ipotesi forse indimostrabile che però mette in moto un vero e proprio giallo seicentesco”.
L’opera immagina che Cartesio, da morto, ricostruisca le vicende che hanno portato alla sua scomparsa e che durante questo percorso dialoghi con le “ombre” dei personaggi chiave della sua vita: la stessa Cristina, l’abate Viogué, il presunto avvelenatore, Helena, la madre della sua unica figlia, il suo medico personale e infine il capitano delle Guardie Regie svedesi il quale, durante la traslazione della salma da Stoccolma a Parigi, rubò il teschio di Cartesio, impedendo così alla testa del filosofo di ricongiungersi, fino ad oggi, con i suoi “amabili resti”.
Così Mauro Cardi ci introduce alla sua nuova composizione: “Dalla narrazione di Cartesio (interpretato dall’attore Franco Mazzi) affiorano altri cinque personaggi, interpretati dai tre cantanti, due soprani e un basso, che ci accompagnano in un viaggio attraverso i sei “capitoli” dell’opera, scanditi dalle citazioni di altrettante arie antiche, di Händel, Monteverdi, Domenico Mazzocchi, Sigismondo d’India e Barbara Strozzi, più un concertato finale. Tra le arie antiche e la mia musica si intesse un gioco di dissolvenze e trasfigurazioni, a volte prolungandosi le arie fino a entrare nella mia partitura con un frammento musicale, un disegno, una figura melodica, altre volte, al contrario, intervenendo sulle stesse arie, con effetto di sospensione e smarrimento dei riferimenti armonici originali.”