Un coro unanime si è alzato dal mondo dello spettacolo, le dichiarazioni della Dott.ssa Capua hanno lasciato letteralmente senza parole molteplici esponenti dello spettacolo in Italia (a dire la verità anche noi non ci abbiamo capito molto). Ripercorriamo con voi la richiesta e le risposte più significative del nostro settore.
STEP 1) Dichiarazioni di Ilaria Capua
“Mi sembra chiaro che bisognerà allestire dei presidi per gestire le operazioni di vaccinazione e che bisognerà pensarci per tempo”. Per questo, secondo Ilaria Capua, “si potrebbe trovare una convergenza insperata. Quella di far incontrare virtuosamente due settori sostanzialmente disgiunti paralleli ed indipendenti: quello della sanità pubblica e quello dell’intrattenimento. Perché non esplorare un piano di distribuzione e somministrazione del vaccino che sfrutti i cinema ed i teatri oggi vuoti che risulterebbero funzionali a questo tipo di attività”. Vi è già una modalità di ingresso controllata con percorso a senso unico fino all’uscita. C’è l’elettricità sufficiente per un congelatore a meno 70 gradi ed altra strumentazione, ci sono i servizi, ci sono le vie di fuga. I vaccinandi potrebbero sedersi secondo uno schema che rispetti il distanziamento. Questi CineVax potrebbero anche poi essere usati per il recupero delle vaccinazioni pediatriche che sono saltate a causa dell’emergenza”.
La risposta del settore non si è fatta attendere, ecco le dichiarazioni più significative.
Simone Gialdini (Direttore Generale Anec)
“Ci sembra innanzitutto un’ipotesi temporalmente
catastrofista perche’ per quando arriveranno i vaccini speriamo di aver superato la criticita’ dell’epidemia e di aver riaperto le sale” chiarisce, spiegando quindi che i cinema con i loro arredi e le poltroncine di velluto, per diventare luoghi di vaccinazione “richiederebbero interventi di tipo igienico-sanitario” e una successiva riconversione all’attivita’ cinematografica sicuramente complicati e dispendiosi. “Ci sono caserme vuote e strutture pubbliche sicuramente piu’ idonei alle vaccinazioni.
Mario Lorini (Presidente Anec)
“Con grande senso di responsabilità, anche se con dispiacere, ci
siamo adeguati alle disposizioni del governo e abbiamo chiuso i battenti. La
salute prima di tutto, non c’è dubbio. Ma in questo momento stiamo aspettando la ripresa, cercando di capire quando la fase più drammatica dell’emergenza sarà superata e potremo rimettere al centro questa forma sana di intrattenimento.
Francamente, immaginare che dovremo ospitare frigoriferi a meno 70 gradi mi lascia spiazzato”. Le sale, ribadisce il presidente dell’Anec, “sono luoghi
sicuri. Sono luoghi di vita, di cultura, in Francia messi sullo stesso piano
delle scuole. E poi il cinema è una macchina complessa, ha una filiera, un
produttore, un film, una promozione, un distributore. Serve tempo per farla
ripartire. Viva il vaccino, insomma, ma non venga messo in un ambito in cui
non c’entra niente”.
Carlo Fontana (Presidente Agis)
“C’è un detto milanese molto efficace: Ofellee fà el to
mestee! Vale a dire ognuno si occupi di ciò che sa e che realmente conosce. La proposta lanciata da Ilaria Capua va quindi rubricata alla voce virus bar”
Noi ci uniamo al coro unanime del mondo dello Spettacolo. Ognuno pensi a far bene il proprio mestiere, magari si potrebbe provare a contare fino a dieci, cento o forse mille prima di dare fiato alla bocca. Il nostro settore ha molto su cui lavorare, a partire dalla ricostruzione che verrà. Il resto, come sottolineato dal Presidente Fontana entra nella categoria “virus da bar”
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