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Oscar 2023: Everything Everywhere All at Once domina la serata

Tempo di lettura: 2 minuti

Gli Oscar 2023 si sono conclusi e il film Everything Everywhere All at Once ha dominato la serata.

La 95ª edizione del più prestigioso premio cinematografico al mondo, condotta dal comico Jimmy Kimmel, ha regalato uno spettacolo che non si vedeva dal 2013, quando Gravity di Alfonso Cuarón vinse 7 statuette.

Everything Everywhere All at Once, commedia d’azione fantascientifica con tinte LGBT+ diretta dai Daniels, pseudonimo dei due registi e sceneggiatori Daniel Kwan e Daniel Scheinert, ha dominato la serata vincendo sette premi su undici candidature: miglior film, miglior regia, attrice protagonista, attrice non protagonista, attore non protagonista, montaggio e sceneggiatura originale.

Michelle Yeoh, protagonista di Everything Everywhere All at Once, è la prima donna asiatica ad aver vinto la statuetta come miglior attrice protagonista. Yeoh ha dedicato il premio a sua madre e “a tutte le mamme del mondo: sono loro le supereroine. Senza di loro nessuno sarebbe qui stasera”.

Jamie Lee Curtis è stata premiata come miglior attrice non protagonista per il suo ruolo in Everything Everywhere All at Once. La Curtis dal 1978, quando per la prima volta recitò diretta da John Carpenter in Halloween, non aveva mai ricevuto una nomination agli Oscar. Con questa vittoria ha superato entrambi i genitori, Janet Leigh e Tony Curtis, entrambi candidati ma mai vincitori.

Brendan Fraser consacra la sua rinascita sul grande schermo con la vittoria dell’Oscar al miglior attore protagonista per The Whale, pellicola drammatica di Darren Aronofsky in cui interpreta un professore enormemente in sovrappeso.

“Sono estremamente grato a Darren per avermi dato la possibilità di salvarmi con The Whale – ha detto Fraser riscattando la statuetta, e rivolto al pubblico ha aggiunto: “avete un cuore così grande che è possibile vedere le vostre anime. Io l’ho fatto ed è bellissimo essere qui”.

Ke Huy Quan ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista per Everything Everywhere All at Once. Quan, la cui carriera inizia come piccola spalla di Harrison Ford nel secondo film di Indiana Jones, ha voluto ricordare la sua storia, quando a quattro anni nel 1975 scappò dal Vietnam chiedendo asilo politico negli Stati Uniti: “il mio viaggio – dice – è cominciato su una barca, ho passato un anno in un campo profughi e sono finito qui sul palco più importante di Hollywood. Dicono che le storie così sono solo per il cinema, ma sono storie reali”.

Non è mancato il segmento di In memoriam per ricordare i personaggi dello spettacolo morti durante l’anno. Accompagnata da Lenny Kravitz al pianoforte che suonava Calling All Angels, l’Academy ha ricordato tra gli altri Gina Lollobrigida, Irene Papas, Ray Liotta, Irene Cara, Olivia Newton-John (causando la commozione di John Travolta) Kirstie Allen, Jean Luc Godard, Angela Lansbury, James Caan, Raquel Welch e tra i vari addetti ai lavori anche il truccatore italiano Maurizio Silvi de Il Grande Gatsby. Grandi esclusi tra i ricordi gli attori Paul Sorvino, il Paul Cicero di Goodfellas e Tony Sirico, celeberrimo per il gangster Paulie Gualtieri nella serie I Soprano.

Scritto da

Pisano di nascita e romano d'adozione. Da diversi anni ho sviluppato una grande passione per i film, il cinema e tutto ciò che si lega a esso, dalle origini con Méliès, all'Espressionismo tedesco, fino alla contemporaneità.

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