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LO STABILE DI TORINO RICORDA MARCO SCIACCALUGA

Tempo di lettura: 2 minuti

Ci ha lasciato ieri uno dei protagonisti della vita del teatro italiano negli ultimi cinquant’anni: si è spento a Genova, la città dove si era formato e nella quale aveva allestito molti dei suoi spettacoli, Marco Sciaccaluga. Aveva esordito nella regia nel 1975, a soli 22 anni: condirettore allo Stabile genovese con Carlo Repetti, aveva lasciato il teatro nel 2019, mantenendo la direzione della Scuola per attori. Al Teatro Stabile di Torino, dove era stato ospite molte volte in cartellone, aveva diretto LE TIGRI di Giampiero Bona, con Laura Marinoni e Luca Lazzareschi, che aveva debuttato nel giugno 1999 al Teatro Carignano.

Il Direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, Valerio Binasco, che è stato suo allievo e con il quale aveva lavorato in diversi spettacoli, ci lascia questo toccante ricordo:

«Con la scomparsa di Marco Sciaccaluga perdo un amico, un fratello e un vero maestro. È stato mio insegnante alla Scuola di Recitazione e poi il mio primo regista. Ci siamo sempre tenuti in contatto in questi lunghi anni, e Marco è sempre stato capace di stupirmi per la sua vitalità intellettuale, la sua voglia di trasmettere passione. Ho conosciuto pochissime persone realmente appassionate, nel nostro mestiere. Marco era una di queste.

Ha trascorso l’intera sua vita dedicandosi al Teatro della sua Città, alla Scuola, e ai suoi attori.  Non so immaginare un modo migliore per vivere, amico mio. Grazie per la tua generosità, per la tua capacità di ascoltare, di consigliare, di incoraggiare, sempre.

Mi hai stupito un’ultima volta quando ti ho chiesto come facessi ad essere sempre di buon umore, anche se come artisti stavamo vivendo un periodo così difficile, aggravato per te anche dal dolore della malattia incurabile. Mi hai fatto un racconto straordinario sull’allegria di Voltaire. Poco dopo l’hai registrato e lo potete vedere su YouTube. Ve lo consiglio vivamente. Allora ti ho chiesto come facessi a sopportare con tanta ironia il pensiero della morte. Faccio come Snoopy, mi hai detto. E da Voltaire siamo passati a Schultz: Charlie Brown è seduto su un muretto con il suo cane a guardare il tramonto. Dopo un po’ si rivolge a Snoopy e gli dice triste: “Un giorno moriremo”.  Snoopy riflette un momento, e poi risponde allegramente: “Ma tutti gli altri giorni, no”.   

Grazie anche di quest’ultima lezione, amico maestro.

A nome mio e del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale esprimo tutto il nostro dolore agli amici del Teatro di Genova, so che sentiranno enormemente la sua mancanza».

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