Una nuova avventura per Johnny English, ma questa volta nel mondo reale. In una intervista radiofonica, organizzata per il lancio del nuovo progetto Netflix “Man vs Bee”, l’attore britannico Rowan Atkinson si è scagliato contro l’ascesa della “cancel-culture”, la cultura dell’annientamento. Un fenomeno moderno, difficilmente concepibile in questo momento da noi italiani ma che all’estero, e specialmente nei paesi anglofoni, sta dilagando con prepotenza.
È in corso, infatti, uno sforzo costante per negare ai bambini l’accesso alla letteratura. Sotto lo slogan #DisruptTexts, ideologi della teoria critica, insegnanti di scuola e agitatori di Twitter stanno purgando e propagandando contro testi classici di ogni tipo, compresa l’Odissea, sostenendo che i bambini non dovrebbero dover leggere storie scritte in qualcosa di diverso dalla narrazione moderna, specialmente quelle “in cui il razzismo, il sessismo, l’abilità, l’antisemitismo e altre forme di odio sono la norma”.
Una scuola del Massachusetts, ha scritto il Wall Street Journal, ha bandito L’Odissea e molti altri classici, proprio per questo astruso motivo. Non ultimo, è stato colpito anche il famoso musical “Grease”, tacciato di essere razzista e dai contenuti maschilisti e misogini.
Rowan Atkinson ha paragonato i leoni da tastiera ad una “folla medievale che vaga per le strade alla ricerca di qualcuno da bruciare”, incolpando le piattaforme social di aver aumentato i livelli di polarizzazione attorno a questi argomenti. “Il problema che abbiamo online – ha detto – è che un algoritmo decide cosa vogliamo vedere, il che finisce per creare una visione semplicistica e binaria della società. Diventa un caso o sei con noi o contro di noi. E se sei contro di noi, meriti di essere cancellato”.
“È importante – ha poi aggiunto – il fatto di essere esposti a un ampio spettro di opinioni, ma quello che abbiamo ora è l’equivalente digitale della folla medievale che vaga per le strade alla ricerca di qualcuno da bruciare. Quindi è spaventoso per chiunque sia la potenziale vittima di quella folla, e mi riempie di paura per il futuro”.
Atkinson, durante l’intervista, ha anche accennato ai piani per far rivivere la sua iconica commedia della BBC Blackadder, confermando il suo ritorno con una nuova serie dopo 30 anni, e ha rivelato di trovare interpretare Mr. Bean stressante ed estenuante. “È più facile per me interpretare il personaggio vocalmente che visivamente – ha detto – non mi piace molto interpretarlo. Il peso della responsabilità non è piacevole. Lo trovo stressante ed estenuante e non vedo l’ora che finisca”.