Il Festival dei Due Mondi di Spoleto compie 66 anni: un compleanno importante per il Festival delle arti performative più antico d’Italia, che quest’anno alzerà il sipario sulla sessantaseiesima edizione, dal 23 giugno al 9 luglio.
Più di 60 spettacoli, che coinvolgeranno 11 sedi diverse più di 500 artisti di oltre 30 compagnie, per esplorare nuove forme e linguaggi artistici, creando un ponte tra passato, presente e futuro dello spettacolo, declinato in tutte le sue sfaccettature: Opera, Musica, Teatro musicale, Teatro, Danza, Incontri, Progetti speciali, Arte, attraverso la creatività dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali.
La direzione artistica di Monique Veaute dal 2020 ha riportato al centro della programmazione artistica il dialogo tra le discipline e la contaminazione tra i generi, con lo scopo di mettere il pubblico di fronte a esperienze innovative e non convenzionali.
“Ciò che da sempre guida la mia ricerca è l’attrazione per le idee che si spingono oltre i confini delle categorie, alla scoperta di nuovi mondi espressivi e di nuovi spazi di contaminazione – spiega la direttrice artistica -. Un modo per mettere in discussione noi stessi e i nostri preconcetti, per tenere sempre alto lo sguardo verso il futuro. Connessioni, rimandi, riferimenti a ciò che già avrete visto e ciò che dovrete assolutamente vedere saranno il filo di Arianna che vi condurrà dall’inizio alla fine di questo straordinario viaggio chiamato Festival dei Due Mondi”.
Convivono le due grandi orchestre in residenza, entrambe eccellenze internazionali, quella del Festival di Budapest diretta da Iván Fischer, impegnata quest’anno in una nuova produzione d’Opera, e quella dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con i direttori Jakub Hrůša e Antonio Pappano per i due concerti sinfonici di apertura e chiusura.
Ampio spazio anche alla danza, con il progetto di Benjamin Millepied con Alexandre Tharaud, che vede il ritorno del coreografo alla danza in assolo, si accompagna a due nuove produzioni firmate Sharon Eyal – Gai Behar. Al Teatro Romano arriva Marco Goecke mentre l’étoile Fernando Montaño reinterpreta le metamorfosi kafkiane con un gala di danza. L’innovativo duo Jonas&Lander gioca la sua carta bianca con tre spettacoli.
Il teatro guarda ai registi e agli interpreti italiani: Leonardo Lidi affronta Zio Vanja nella sua seconda tappa della trilogia su Čechov, Antonio Latella mette alla prova gli allievi della Accademia Silvio d’Amico con un omaggio a Massimo Binazzi, Luca Marinelli e Fabian Junginterrogano la scimmia di Kafka, Silvio Orlando è interprete in Ciarlatani da Los Farsantes del drammaturgo spagnolo Pablo Remón mentre Alessandro Baricco porta in scena Tucidide con Stefania Rocca e Valeria Solarino, accompagnato dalle musiche di Giovanni Sollima, Enrico Melozzi e dei 100 cellos. Sergio Blanco approda al Festival con la sua Divina Invención mentre prosegue il progetto con i detenuti del carcere di Giorgio Flamini per un “sogno” shakespeariano e le iniziative speciali sul “Mondo che non c’è.
Intorno al cartellone ufficiale gli appuntamenti collaterali e gli eventi speciali faranno di Spoleto un luogo vivo della creazione artistica dei nostri giorni.