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TATTOO ART E MONDO DELLO SPETTACOLO, UN MATRIMONIO POSSIBILE

Tempo di lettura: 4 minuti

Tutte le espressioni artistiche, da quelle sceniche a quelle visive, passando per i monumenti classici ed arrivando fino ai linguaggi più moderni, sono uniti da un sottile filo rosso che li collega e li rende l’uno parte integrante dell’altro. Un piccolo ragionamento iniziale necessario a dire che “questo matrimonio s’ha da fare”. Ma qual è, quindi, il trait d’union che può porre sullo stesso piano l’arte dei tatuaggi ed il mondo dello spettacolo?

La risposta, tutt’altro che scontata, abbiamo provato a chiederla a Luigi Mansi. Giovane artista, tatuatore, a meno di 30 anni può già contare su di una carriera professionale stellare. Ha collaborato con tatuatori di fama internazionale e partecipato ad alcune tra le più importanti convention al mondo. Il suo profilo instagram è seguito da più di 200mila follower e le immagini delle sue creazioni sono ricondivise da alcune tra le celebrità più importanti del pianeta. Delle sue creazioni ne parla addirittura Joe Rogan in uno dei podcast più celebri degli Stati Uniti, paese a cui Luigi – con un passato da cestista – strizza l’occhio e nel quale sogna di tatuare un giocatore dell’NBA.

Luigi Mansi, ci dice, ha sempre avuto una marcia in più, rispetto ai suoi coetanei, sul disegno. «Non ho scelto un indirizzo artistico perché non pensavo che questa mia passione potesse diventare poi un vero e proprio lavoro. Ad oggi dopo quasi 10 anni di attività credo che, il tattoo-artist, sia uno dei pochi privilegiati che possa realmente vivere, lavorare – quindi guadagnare – con la propria arte».

Primo tratto in comune, con il mondo dello spettacolo, è che dietro ad ogni opera – nel bene o nel male – si cela sempre dietro un messaggio.

«C’è chi cerca sempre una filosofia di base dietro ad ogni tatuaggio, e chi lo fa semplicemente per estetica. Nessuna delle due opzioni è da discriminare: oggi, ad esempio, chi si tatua semplicemente per estetica è come se stesse acquistando un quadro, un’opera d’arte da portare sempre con sé».

La musica, il cinema, il teatro, da significato si trasformano in significante. «Spesso – continua Mansi – ho tatuato le immagini di attori, di cantanti, di uomini e donne di spettacolo che nel loro vissuto o nell’interpretazione di un dato personaggio sono connotati da un messaggio particolare, da una personalità forte, o che semplicemente rappresentano simbolicamente la loro passione».

Il cinema e lo spettacolo dal vivo hanno il grande compito di saper leggere il mondo di ieri, di oggi e di domani, raccontandolo con un linguaggio che sappia dare un punto di vista sul cambiamento della nostra società.

«Il mondo dello spettacolo – afferma l’artista – ha il grande merito, specialmente in Italia, di aver aiutato a sdoganare l’arte dei tatuaggi, prima vista semplicemente come prerogativa dei “poco di buono”. Come pionieri penso soprattutto a J-Ax e Fedez, che in questi anni sono stati quotidianamente al centro del mondo della comunicazione non solo attraverso la loro musica ma anche e soprattutto per il tramite della televisione. Grazie alla loro presenza massiccia hanno potuto mostrare come quel tatuaggio sul collo non precluda la possibilità di essere persone preparate e portatrici di valori».

Valori che, per il tramite dell’arte e dello spettacolo, vengono raffigurati sotto forma di tatuaggio.

«Insieme al regno animale il mondo dello spettacolo è quello che catalizza maggiormente la scelta del disegno da realizzare. Immagini di attori, di cantanti, o più semplicemente frasi iconiche della musica o del cinema. Uno dei miei tatuaggi più popolari, ad esempio, è quello di Keanu Reeves nei panni di John Wick. Molto richiesti sono i personaggi di Vikings, i cui caratteri sono molto forti e distintivi e nei quali in molti si ritrovano. Dal panorama musicale ho raffigurato sia artisti del momento, come Shade, ché personaggi iconici come Michael Jackson o Bob Marley, quest’ultimo ricondiviso anche dalla sua pagina ufficiale».

Ma se, in questo caso specifico, è sempre Maometto che va dalla montagna, come potrebbe la montagna viceversa andare da Maometto? Come si potrebbe, quindi, “inserire” l’arte del tatuaggio nel mondo dello spettacolo?

«Il mondo dei tatuaggi – conclude Luigi Mansi – ha dentro di sé tantissime storie da raccontare. Spero che un giorno, ad esempio, si possa organizzare una vera e propria mostra facendo sfilare delle persone con dei tatuaggi importanti. Nel campo dell’intrattenimento sarebbe magnifico – ad esempio – pensare ad un programma televisivo, un po’ stile “Masterchef”, che possa raccontarlo a 360°. Negli USA già esiste, si chiama “Ink Master” ed è un vero e proprio reality show seguitissimo e ritrasmesso in tutto il mondo. Sarebbe bello se, anche in Italia, si potesse realizzare un qualcosa del genere. Se ci si pensa bene, da quando è nato “Masterchef” la cucina è diventata uno dei perni principali dell’intrattenimento, spingendo di riflesso molti giovani ad investire in una propria attività».

Meno colesterolo, quindi, e più inchiostro. Il pianeta dell’intrattenimento e quello dei tatuaggi potrebbero ben presto convolare a nozze, raccontandosi reciprocamente, con quello sguardo rivolto al futuro che solo l’arte e lo spettacolo – se capaci di leggere attentamente il presente – possono garantire.

Scritto da

Lavoro nel campo della comunicazione e mi occupo di teatro come regista e attore e di radio come speaker e conduttore. Ho scritto e scrivo su numerose testate.

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