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TOI, IL NUOVO DISCO DI MARU

Tempo di lettura: 3 minuti

Maru è cresciuta e la voglia di gridarlo al mondo si sente. Attraverso un sound diverso, che si apre all’elettronica pop e alla dance, esplora sintetizzatori distorti e violenti e torna a ballad più dolci, avvicinandosi con garbo anche al mondo rnb e lo-fi. Saltano i confini musicali a cui ci aveva abituato. E le barriere di genere si infrangono grazie a quella voglia di andare oltre ogni pregiudizio che da sempre la contraddistingue.

Esce il 27 novembre per Bravo Dischi TOI, il nuovo disco di Maru che arriva a due anni di distanza da Zero Glitter.

Anticipato dai singoli Quechua e Zitta, TOI è il grido di libertà di chi ha smesso di prendersi troppo sul serio. È rinunciare alle aspettative per accogliere tutto quello che viene e goderselo fino in fondo, la volontà di vivere gli errori con leggerezza, accettarli e accettarsi in ogni sfaccettatura, anche quelle che non piacciono agli altri. 

E allora perché non “Toy”, con la “y”? Maru voleva giocare, un’ultima volta.

L’album si snoda attraverso 9 tracce che raccontano di scelte sbagliate ed errori, relazioni che forse potevano essere evitate. 

In primo piano la capacità di ridere e sorridere di noi stessi, da non confondere con superficialità. Se l’amore è l’arte di perdere, come sostiene la celebre poetessa statunitense Elizabeth Bishop in One Art, una delle sue poesie più famose, allora forse sapere perdere è l’arte di vivere. Questa una delle ispirazioni di Maru, che si affiancano alle parole di un’altra poetessa, Andrea Gibson, prese in prestito e riadattate per ZITTA.

Rimangono al femminile anche le ispirazioni musicali, tra Lorde e la svedese Robyn fino alla francese Christine and the Queens.

TOI inizia con i ritmi elettronici di FREE-TRIAL, si parla di relazioni come le prove gratuite di un videogame: arrivati alla parte più interessante, si blocca tutto. Arrangiamento più fresco e semplice per ELASTICI, che con un sound vicino al K-pop si schiera contro ogni etichetta. Fastidiose nei rapporti umani come nei vestiti e irritanti come gli elastici, appunto, che stringono e tengono insieme le cose più fragili. 

Tra scherzi del destino e sentimenti governati dalla chimica e dal caso si muove con leggerezza COINCIDENZE, mentre le atmosfere virano su toni più cupi in SONNO CONTRO, dove la notte può diventare nemica e divorare la pace.

Un piccolo inno synth-pop alle scelte sbagliate è QUECHUA: un ricordo un po’ sfocato ma non troppo lontano di corse sulla spiaggia, tende, falò, feste dal tramonto fino all’alba. Prodotta da Fabio Grande, è una canzone energica, potente e lieve al tempo stesso. Un grido di libertà limpido e profondo sull’importanza di essere sé stessi, anche e soprattutto commettendo errori. Ritmi veloci per VOSTOK, in Antartide: la città ideale per correre lontano dall’afa, da agosto, e fuggire dai tormentoni estivi.

Cambio di rotta musicale in CTRL+Z, che si avvicina con garbo al mondo rnb e lo-fi ma tiene fede alla direzione del disco: il bello di divertirsi e reinterpretarsi, complicarsi la vita con scelte difficili, come quella di scalare l’Himalaya in infradito. Perché in fondo si può sempre tornare indietro e resettare tutto, anche se non è facile come sui tasti del pc Control + Z. 

Con ZITTA e SEI DI CHI Maru chiude il suo nuovo progetto musicale. Le sue canzoni più serie, forse. Sicuramente le più complesse. SEI DI CHI è un titolo di sfida, una ballad che insegue tutti i dubbi e le domande di qualcuno che sarà sempre destinato ad aspettare, che vive del desiderio di sentirsi dire da chi ama “ti appartengo incondizionatamente”. Eppure sono spesso i vincoli che ci vengono imposti a non permetterci di essere realmente padroni di noi stessi e della nostra identità. 

Sintetizzatori distorti e violenti, combinati con un beat electro, per rompere barriere musicali ma soprattutto i confini di genere. Radicata nei territori dell’elettronica pop e della dance, ZITTA è una delle canzoni più potenti dell’album. Maru parte dalla sua esperienza intima e personale per fotografare momenti e quotidianità del mondo LGBTQ+ e denunciare pregiudizi e discriminazioni ancora in atto, nonostante i passi avanti sul tema. Di ispirazione i versi della poetessa americana Andrea Gibson: “Ci vogliono più muscoli a restare che ad andarsene”. Proprio come ci vogliono più muscoli a star zitti che a esplodere.

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