Ha fatto breccia, fortunatamente in pochi, l’ipotesi che Ilaria Capua avanzò qualche mese addietro sulle pagine del Corriere della Sera. Sfruttare i teatri quali luoghi per effettuare le vaccinazioni (NDS lo aveva scritto qui).
Il vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte, Mauro Salizzoni, non ha esitato e alle parole della Capua ha fatto seguito la sua ipotesi di trasformare, seppur temporaneamente, il Museo d’Arte Contemporanea al Castello di Rivoli come base strategica per la campagna di vaccinazione.
Al danno segue la beffa, mentre i musei stanno riaprendo al pubblico, nelle regioni gialle, teatri e cinema sono ancora chiusi al pubblico. Il Dpcm del 24 ottobre 2020, erroneamente (vedi report di Agis che dimostra la sicurezza dei luoghi dello spettacolo), ritiene pericolosi per il contagio cinema e teatri.
“Musei, cinema e teatri – afferma Salizzoni – sono luoghi idonei sotto il profilo logistico e organizzativo, con tutte le caratteristiche necessarie per assicurare una gestione ordinata delle procedure vaccinali. Ci sono entrate e uscite, servizi, vie di fuga, spazi tali da garantire il distanziamento al coperto in un luogo riscaldato, ecc”.
Sono “idonei” o sono “luoghi a rischio”. Le contraddizioni corrono veloci tra gli esponenti delle istituzioni. I luoghi dello spettacolo sono chiusi agli spettatori ma continuano a produrre cultura al loro interno. Lo streaming è l’unica finestra alla quale gli spettatori si affacciano per abbeverarsi di cultura, le riprese video provengono dai palcoscenici degli stessi luoghi che la politica (e certa scienza) vorrebbe evirare trasformandoli in hotspot per le vaccinazioni contro il Covid-19.
Non ha dubbi Natalia Casorati, membro di ADEP – Associazione Danza Esercizio e Promozione aderente all’Agis. “I miei colleghi ed io siamo sconvolti da questa proposta. Se venisse attuata, dovranno essere stanziati, prima di tutto, dei fondi per adattare questi luoghi in hotspot. Soprattutto, attuare questa proposta significherebbe bloccare gli spettacoli, prolungare la chiusura dei teatri e dei cinema. La riapertura diverrebbe un’ipotesi sempre più lontana e improbabile. Sarebbe la morte della cultura in questo paese – ha dichiarato la presidente dell’Associazione Culturale Mosaico Danza – . I musei, i teatri, i cinema, come anche le scuole, aperti in modo saggio, contingentato, sono luoghi sicuri. D’altronde, i parrucchieri sono aperti, perchè non aprire anche i teatri? Non sono i teatri i luoghi di diffusione del virus. Se si rispettano le norme anti-covid, l’uso delle mascherine, il distanziamento, gli ingressi contingentati, la diffusione del virus è nulla. Anche la vendita dei biglietti online può aiutare, evitando la formazione di assembramenti alle biglietterie. La cultura, in questo momento più che mai, è fondamentale per farci stare bene non solo fisicamente – continua Natalia Casorati -, ma soprattutto psicologicamente. È vergognoso che non si sia ancora affrontato il discorso della riapertura dei teatri”.