La Federazione Italiana Cinema d’Essai esorta alla mobilitazione tutto il mondo del cinema e i suoi protagonisti
“Mai come quest’anno stride la differenza di clima tra l’inaugurazione della 79^ Mostra cinematografica di Venezia e lo stato in cui versano le sale cinematografiche italiane.
Ancora sotto shock per gli oltre due anni di pandemia e per le restrizioni e chiusure – che sono state le più dure d‘Europa – ora si annunciano aumenti delle forniture energetiche che rischiano di portare alla chiusura buona parte dell’esercizio cinematografico.
Già oggi tante sale non hanno ancora riaperto, e molte funzionano con un numero ridotto di schermi. Colpa anche della mancanza di film che ha contraddistinto tutto il periodo estivo.
E così, mentre una campagna istituzionale in questi mesi invitava ad andare al cinema, di film nuovi da vedere non c’è n’erano e quasi tutte le sale erano chiuse.
In questo deserto hanno fatto eccezione esclusivamente alcuni blockbuster hollywoodiani. Il cinema italiano, nonostante un numero enorme di film prodotti e distribuiti, si attesta ad un misero 14% di presenze comprese le coproduzioni.
Va aggiunto che le presenze e gli incassi complessive di tutti i film del 2022 sono costantemente al di sotto del 50% dell’ultimo anno di riferimento.
Adesso l’esercizio d’essai si aspetta e si augura che la vetrina di Venezia, dove vi è una nutrita presenza di film italiani di qualità, possa rilanciare in modo significativo quel settore imprescindibile rappresentato dalle sale che propongono titoli d’autore.
Questo nonostante il fatto che l’apertura del Festival è stata appannaggio di Netflix, che si vede ulteriormente gratificata da uno dei festival più prestigiosi del mondo, e sappiamo destinare i propri film sulla propria piattaforma con passaggi in sala saltuari e secondari, dal momento che nel nostro Paese ancora persiste la mancanza di una norma sul distanziamento tra l’uscita in sala e quella in streaming.
Occorre dunque che una volta per tutte la politica e le Istituzioni decidano se le sale sono importanti per il tessuto culturale delle nostre città e dei nostri paesi.
Gli aiuti sono serviti giusto per limitare i danni maggiori, ma oggi ci vuole un piano davvero straordinario per far fronte a spese di gestione altrimenti insostenibili e nello stesso tempo iniziative che riportino il pubblico in sala. Questo sarà possibile solo mobilitando tutto il mondo del cinema e i suoi protagonisti mettendo al centro le sale”.
Domenico Dinoia – Presidente FICE – Federazione Italiana Cinema d’Essai