Artista, regista, scenografo, politico, maestro, persino baronetto di Sua Maestà, forse un genio avendo Leonardo da Vinci tra i suoi antenati. Non è facile definire Gian Franco Zeffirelli che oggi avrebbe compiuto 100 anni. Il problema di come definirlo è stato presente fin dalla nascita, quando venne registrato, a Firenze quel 12 Febbraio 1923, come Nescio Nomen.
Il teatro è parte di lui fin dal nome: essendo un illegittimo e non potendo ricevere il cognome del padre, la madre lo chiamò Zeffiretti, dall’aria omonima dell’Idomeneo di Mozart.
Muove i primi passi nel mondo dello spettacolo negli anni ‘50 quando è scenografo nel Troilo e Cressida di Luchino Visconti, col quale intraprende un travagliato sodalizio e una relazione sentimentale fino al 1976. Parallelamente al lavoro cinematografico, Zeffirelli inizia a curare la regia di diverse opere liriche. Grazie a questa attività nel 1955 conosce Maria Callas, già riconosciuta come una delle più grandi soprano, con cui collabora dirigendola in numerose opere. La coppia Callas-Zeffirelli arriva al suo apice consacrandosi coi trionfi di Dallas del 1958-59.
Nella seconda metà degli anni ‘60 Zeffirelli prende una pausa dal teatro per tornare al cinema, dove dirige La bisbetica domata con Liz Taylor e il suo capolavoro Romeo e Giulietta, campioni d’incassi negli USA. Ormai una celebrità di fama mondiale, Zeffirelli continua a lavorare sia a teatro che al cinema, regalando opere di rara bellezza con il suo stile inconfondibile.
Zeffirelli è stato un esteta del teatro, votato all’eleganza visiva e narrativa e all’accuratezza maniacale delle scenografie e dei costumi. A tratti patinato e manierista, lo stile di Zeffirelli è raffinato ed elegante, con un gusto estetico classico in cui si vede l’ombra di Visconti, data la costante ricerca di un realismo assoluto e una cura per i dettagli precisa. Nelle sue composizioni impone la bellezza classica e il rigore formale senza preoccuparsi di risultare barocco: si nota un maniacale studio sulle epoche, affinché gli spettatori attraverso il realismo perfetto si immergano totalmente nell’illusione teatrale. D’altronde la finzione per eccellenza è l’emblema del teatro stesso e il lascito del maestro è tuttora apprezzatissimo sul palcoscenico.
L’estetica del teatro di Zeffirelli si ritrova anche nel suo cinema, fedele nei costumi dell’epoca con colori sgargianti, stoffe e drappeggi pregiati che lo hanno fatto amare a Hollywood e dal pubblico internazionale. Lo stile pomposo, raffinato e melodrammatico non ha però trovato il suo spazio nel cinema italiano, motivo per cui Zeffirelli è stato apprezzato maggiormente all’estero, dove viene ricordato come uno dei più importanti registi italiani.
Firenze, la città che 100 anni fa gli diede i natali, lo festeggia in grande stile: Frecce tricolori, un francobollo, l’intitolazione del Belvedere e, ovviamente, un concerto nella Sala Musica della Fondazione Zeffirelli dove si esibirà l’Orchestra Filarmonica della Calabria e il Coro Lirico Siciliano.