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Anec: “inaccettabile l’obbligo delle ffp2 al cinema fino al 15 giugno”

Tempo di lettura: 2 minuti

“E’ inaccettabile che sia ancora lo spettacolo l’unico a pagare una pesante e ormai non più sostenibile né comprensibile penalizzazione in materia di protocollo Covid!”

L’Associazione Nazionale Esercenti Cinema non ci sta.

“Le anticipazioni che trapelano sulle misure che saranno varate nel pomeriggio, vedono una generica raccomandazione per tutte le attività, comprese realtà commerciali sicuramente molto affollate e con elevate possibilità di contatto fra le persone, mentre si obbligano i cinema a imporre la FFP2, nemmeno le chirurgiche già concesse alle discoteche!”.

Dopo che anche Francia e Spagna hanno definitivamente rimosso l’obbligo della mascherina all’interno dei locali di pubblico spettacolo, si ritiene inaccettabile continuare con questa strategia di penalizzazione delle sale cinematografiche.

“Si dichiari dunque pubblicamente che si intende condannare definitivamente e senza appello un comparto, lo spettacolo cinematografico in sala, intendendo favorire senza se e senza ma gli sfruttamenti in piattaforma dei film.”

Non più di una settimana fa, il presidente dell’Anec Mario Lorini, dichiarò che il settore ha sempre rispettato le pur stringenti prescrizioni, e che ha sempre posto la sicurezza davanti a tutto, anche ai propri equilibri d’impresa.

“Sono due anni che con senso di responsabilità gli esercenti hanno preso atto delle stringenti misure, applicate ogni volta in prima istanza ai cinema, ma adesso l’accanimento non è più comprensibile.

La filiera ha evidente la profonda crisi del cinema in sala che colpisce pesantemente e maggiormente le produzioni nazionali, e anziché procedere nell’indirizzo di sostegno, si operano soluzioni che affossano e basta.”

Il 2020 ha registrato perdite del 71% rispetto al 2019, il 2021, unico paese in Europa che ha registrato perdite, ha chiuso con una diminuzione sul 2020 del 12% e il 2022 dopo 4 mesi registra perdite del 60% sul 2019.

Nessun settore è in grado di resistere a numeri disastrosi di questo livello e, giunti a questo punto, è evidente che non si tratta più di un tema di salute ma di volontà politica incomprensibile e unicamente dannosa per il settore.

“Chiediamo assunzione di responsabilità al consiglio dei ministri per evitare ulteriore danno all’esercizio cinematografico, in vista di due mesi che vedranno arrivare in sala alcuni block-buster di forte appeal che potrebbero consentire un ritorno in sala di pubblico”.

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