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ASSEMBLEA FISP: UN’ESTATE AL LAVORO

Tempo di lettura: 6 minuti

È inutile girarci attorno. Anche secondo i più importanti studi del settore, le categorie dello spettacolo dal vivo sono quelle che maggiormente hanno sofferto degli effetti catastrofici della pandemia. E fra queste quelle di afflato popolare sono state le più colpite e meno ristorate.

Sfilate di bande musicali nei paesi, marionettisti, artisti di strada, esperti di rievocazioni storiche, sbandieratori, luna park e circhi negli ultimi sedici mesi non hanno in pratica potuto esercitare il ruolo consueto e vitale di vero e proprio tessuto sociale della nazione. Con esiti di portata incalcolabile non solo sui professionisti del settore ma anche sui fruitori attivi e passivi di questa variegata messe delle meraviglie.

E ora sono alle porte alcuni importanti snodi normativi. Proprio per questi motivi assumeva un ruolo strategico l’assemblea generale della FISP che si è svolta ieri mattina nella storica sede AGIS-ANEC di Largo Italo Gemini dove le pareti sembravano rimandare gli echi di decenni di battaglie.

Buccioni ha ricordato come finalmente lo scorso 11 febbraio sia stata ufficialmente costituita la Federazione dopo un percorso lungo ma necessario di conoscenza fra le varie facce dell’affascinante prisma multicolore. Percorso che comunque era stato cementato da alcuni momenti particolarmente significativi come l’udienza con Papa Benedetto del 1 dicembre 2012 e quella con Papa Francesco nell’anno del giubileo, il 16 giugno 2016.

Nonostante problemi di traffico e di circolazione dei treni la base eterogenea della Federazione Italiana dello Spettacolo Popolare ha ben risposto a quella che si può considerare una vera e propria chiamata all’impegno. Numerose infatti le partecipazioni in presenza o da remoto e queste ultime organizzate in maniera efficace.

Neanche il tempo di iniziare e, quasi a far capire l’importanza del consesso, il presidente Antonio Buccioni ha dato la parola al direttore generale del Settore dello Spettacolo dal Vivo presso il MIC, il dottor Antonio Parente, il quale ha ringraziato presidente e assemblea e ha sottolineato l’importanza del progetto FISP che darà fra l’altro la possibilità di sviluppare una ormai consolidata abitudine al dialogo e al confronto fra le varie realtà e il Ministero. Ha anche ribadito che quelle che aderiscono sono realtà importanti e radicate sul territorio che valorizzano beni materiali e immateriali della nostra cultura. Si è detto convinto che le varie categorie potranno essere maggiormente tutelate e valorizzate già in fase di elaborazione delle nuove normative, tanto attese. Ha ribadito come il confronto sia di importanza estrema per l’Amministrazione che può così comprendere meglio il contesto nel quale intervenire.

Buccioni ha risposto dicendosi convinto che il mondo rappresentato dalla Federazione sia eterogeneo nelle espressioni ma con forti peculiarità unificanti. Con valori e tradizioni antichissimi ma interpretate in maniera moderna sempre parlando al cuore del popolo e della gran parte di esso. Anche se spesso, non certo per colpa del direttore generale, questi settori sono considerati “figli di un dio minore”. Buccioni ha comunque annunciato per i prossimi mesi la realizzazione di un “libro bianco” dal quale con dati alla mano potrà emergere anche la dimensione quantitativa del fenomeno che, ha ricordato, solo per la parte delle bande musicali conta 80.000 iscritti.

Ha inoltre ribadito come i due appuntamenti più attesi al momento siano la Legge delega sullo spettacolo e i relativi eventuali decreti di attuazione, e proprio in questi percorsi si rappresenteranno con la maggiore forza possibile le istanze del settore.

A seguire si è collegato il presidente dell’Agis, Carlo Fontana, che ha, fra l’altro, denominato la FISP “terza gamba” dell’AGIS insieme ad ANEC e FEDERVIVO, complimentandosi per la lungimiranza del progetto che raduna una serie di attività con valenza molto forte.

A seguire il dottor Gabriele Desiderio per l’Unione Proloco d’Italia, che ha dichiarato di seguire con interesse e partecipazione i progetti sul tavolo.

Si sono poi susseguiti numerosi ed intensi interventi dei presenti in sala.

A rappresentare il mondo del circo nomi prestigiosi e significativi come Stefano Orfei Nones, Alberto Vassallo, Lara Busnelli e Andrea Togni, intervenuto anche a ribadire la necessità di ottenere maggiore attenzione per l’Accademia del Circo di Verona che rappresenta il futuro della categoria. Francesco Mocellin, presidente del Club Amici del Circo ha ricordato come sia importante interrompere la progressiva e senza precedenti marginalizzazione del circo in seno agli enti pubblici.

Intervenuto anche Gaetano Montico del SIAC a tutela di coloro che possiedono animali e Paolo Pristipino per la funzione sociale dei Teatri Tenda, ormai in gran parte costretti alla chiusura.

Lo spettacolo viaggiante inteso come giostre e luna park è stato rappresentato da tre distinte e peculiari istituzioni, Maurizio Crisanti, di ANESV, Lara Piccoli, sindaco del comune di Bergantino dove ha sede il museo della giostra e dello spettacolo popolare, e Andrea Munari, importante costruttore di “mestieri”. Ecco quindi ben rappresentate le diverse anime di una stessa categoria: l’importante lavoro di coordinamento sindacale, lo studio storiografico e la concreta costruzione di nuove attrezzature. Tutti hanno aderito al progetto in maniera convinta.

Ma erano presenti molti altri pilastri della Federazione. Giampaolo Lazzeri, presidente di Anbima, si è soffermato sulla sofferenza patita durante il Covid e ha spiegato di avere molto volentieri condiviso con Buccioni un progetto che permetterà di recuperare errori madornali del passato, che non fanno che sottolineare ancora di più l’esigenza di un riconoscimento concreto. Ha affermato di credere nella sintesi della Federazione, e di come sia necessario convergere per far nascere una legge per le attività del settore.

Benito Ripoli della Federazione Italiana Tradizioni Popolari ha ribadito l’importanza delle istanze presentate. Interessante anche il vivace confronto scaturito fra Lazzeri e Ripoli. È anche così che si manifesta il senso di una Federazione, permettendo raffronti aperti e costruttivi.

Piero Corbella, presidente della ATF (Associazione Teatro di Figura) ha ribadito il senso del teatro popolare, un teatro per tutti ma orgogliosamente alla pari della prosa, della danza o dell’opera.

Luciano Bonventre ha ricordato che la Federazione riunisce 400 gruppi folklorici di danze etniche e popolari, e in alcuni casi teatro dialettale, di tutta Italia, con raduni, eventi e tanto altro, oltre a pubblicare la rivista Folklore d’Italia per la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale.

Alessio Michelotti, direttore di ANAP (Associazione Nazionale delle Arti Performative) ha detto di credere molto in questo percorso e nella necessità di affermare la valenza popolare del comparto. Lo spettacolo che sta tra la gente deve essere considerato di più ed è necessario che ci sia una politica culturale adatta.

Fabrizio Cattaneo di IOV Italia ha sostenuto di avere appoggiato l’idea ritenendola ottima. Ricordando che la propria associazione (con 150 aderenti in tutto il mondo) si occupa in maniera scientifica di valorizzazione della cultura popolare. Mentre Giovanni Alberti ha ribadito l’importanza del ruolo dei giovani al suo interno.

Molto accorato l’intervento di Pier Francesco Bernacchi della Fondazione Nazionale Carlo Collodi che abbraccia in pieno il progetto indicando però come sia importante affermare il concetto che la cultura è una sola e che quella della FISP ha tutti i requisiti per essere considerata alla pari con quella così detta “alta”.

E poi Valerio Corradi del Carnevale di Verona, realtà che esiste da 490 anni, ma che non riceve le giuste attenzioni. E ancora Fernando Canini del Museo delle Cere di Roma. Sergio Ciccarelli, ha ricordato l’essenza di molti componenti la galassia della itineranza e dei conseguenti problemi di carattere relazionale con le istituzioni pubbliche.

Maurizio Graviano, della rivista Il Folklore ha affermato di voler rivendicare con orgoglio di essere cafoni. Una provocazione per affermare il concetto di cultura popolare.

Toccante il breve intervento di Sorella Genevieve che ha posto l’accento sull’amore di Papa Francesco per lo spettacolo popolare.

Quasi in chiusura un altro intervento istituzionale da segnalare, quello di Vincenzo Santoro del settore cultura dell’ANCI, che ha ribadito come il tema dello spettacolo di base, sia dal punto di vista della fruizione che della pratica condivisa da tantissimi cittadini, riveste molta importanza. E di come la prossima riforma dovrà tenere in gran conto questi aspetti, un’attenzione alle peculiarità della FISP venute fuori con la pandemia perché Stato e Regioni hanno capito di non percepire nella loro complessità. Ha sottolineato anche l’importanza delle semplificazioni, per le quali però i sindaci sono in pratica disarmati e costretti a seguire le indicazioni regionali o nazionali.

Presenti in maniera informale amici e sostenitori del progetto. Gianni Mennuni ha raccomandato lo spirito di unione che solo potrà donare maggiore voce alle singole categorie, ognuna con i propri spunti ma uniti. Lorenzo Scarpellini, storico responsabile Agis per i rapporti con le istituzioni, ha ricordato come abbia sempre avvertito la necessità di coalizzare le forze dello spettacolo popolare per far riconoscere il loro ruolo, la considerazione e l’uscita da quell’area nebulosa in cui venivano collocate e considerate, in realtà più a livello nazionale che comunale o regionale. Ed ha fatto i migliori auguri a tutti mutuando un verso di Fossati: “Alzati che sta passando lo spettacolo popolare”.

Scarpellini ha suggerito di realizzare per metà settembre una manifestazione della Federazione per la valorizzazione del settore proprio alla vigilia della discussione in parlamento del nuovo codice dello spettacolo. Andrea Togni, presidente dell’Accademia del Circo di Verona, ha aggiunto che meriterebbe di estendere a tutte le piazze una pacifica ed allegra invasione dello spettacolo popolare.

Antonio Buccioni ha affermato che l’estate dovrà essere utilizzata per preparare le battaglie dell’autunno perché con ogni probabilità sarà ad ottobre che si comincerà in parlamento a trattare la materia. Importante sarà l’apparato comunicativo con piattaforma web, social network, etc.

Realismo e grande impegno da parte di tutti, senza nutrire facili illusioni, ha lasciato intendere il presidente Buccioni, memore di una significativa esperienza diretta quale è stato il mancato rispetto della ormai celeberrima legge 337 del 1968 da parte dello Stato. Ma la situazione necessita di una difesa strenua su ogni fronte perché è in gioco il futuro stesso della immensa tradizione dello spettacolo popolare. E con esso di una fetta importante della cultura, dell’arte e dell’identità del nostro Paese.

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