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la cultura per ricordare

I motori culturali per educare al rispetto della “Memoria”

Tempo di lettura: 8 minuti

É sempre più crescente la consapevolezza
che divulgare le storture del mondo
serva per evitare che ne succedano altre.

Da 22 anni si celebra ufficialmente il 27 gennaio in Italia, dal 2005 il “Giorno della Memoria” è riconosciuto in tutto il mondo grazie alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il mondo dello spettacolo può essere considerato a tutti gli effetti la principale fucina di divulgazione del “ricordo“. Sui palcoscenici e nelle piazze di tutto il mondo, ma anche nelle scuole, è lo spettacolo che più contribuisce alla divulgazione di ciò che fu la Shoah, e non solo.

Nell’elenco, allo spettacolo dal vivo NDS associa il cinema, mezzo divulgativo che arriva a tutti, e i fumetti, per allargare ancor di più la platea anche ai più piccoli e agli appassionati del genere.

La Shoah come pretesto

L’istituzione, a livello globale, del giorno della memoria ha contribuito ad allargare il “ricordo” anche ad altri genocidi, passati e presenti.

Lo sterminio nazista ha sacrificato ebrei e rom, antifascisti, portatori di handicap, omosessuali, testimoni di Geova, slavi, … Il giorno della memoria “serve” anche per polarizzare l’attenzione su tutti gli stermini e genocidi della storia, partendo dalle tragedie più vicine a noi, come le centinaia di migliaia di morti innocenti che stanno trasformando il Mediterraneo in una fossa comune, ma anche ricordando gli interventi in Cirenaica e in Etiopia, in Ruanda, …

Incontri

Moni Ovadia, direttore del teatro comunale di Ferrara, dal 25 al 30 gennaio presenterà una sei giorni di incontri, approfondimenti, spettacoli e concerti per ricordare, assieme alla Shoah, anche il genocidio degli armeni e le stragi di Tutsi in Ruanda, Curdi, Rom, omosessuali, … Affidandosi a testimoni e voci autorevoli del mondo della cultura (scrittori, teologi, storici, musicisti), la Settimana intende offrire per la prima volta un contributo artistico e culturale alla costruzione di una “memoria universale”, che a partire dal ricordo delle persecuzioni e dello sterminio di 6 milioni di ebrei, al centro del Giorno della Memoria celebrato il 27 gennaio, punti l’attenzione anche sui crimini perpetrati ad altre minoranze.
Teatro Comunale “Claudio Abbado”, Ferrara. Dal 25 al 30 gennaio 2022.

L’ironia come strumento di resilienza e antidoto alla vittimizzazione

Gli Ebrei e lo Humor. Una questione di identità del regista Jascha Hannover è un documentario ospitato sul canale ARTE.TV, che indaga il concetto d’identità ebraica. Cos’è un Ebreo, se non “qualcuno che conosce la tua stessa barzelletta, ma la sa raccontare meglio”? Se è difficile definire esaustivamente il concetto di identità ebraica, quest’ultima non può tuttavia prescindere da un aspetto in particolare: lo humour, la miglior medicina contro i Mali di una minoranza cui la Storia ha riservato il cammino turbolento della Diaspora. L’ironia come strumento di resilienza e antidoto alla vittimizzazione, perché “Non è la speranza ad essere l’ultima a morire, ma l’umorismo”.
“Gli ebrei e lo homor” fa parte di una serie di 8 documentari che in occasione della Giornata della Memoria, dal 27 gennaio, ARTE.TV presenta raccontando questa drammatica pagina della storia e le sue conseguenze, tra presente e passato. Di seguito i link:
I Resistenti di Mauthausen
Olocausto: i nascondigli degli ebrei polacchi
Ebrei d’Europa
Essere giovani ed ebrei in Polonia
Dall’Olocausto alla Brexit
Ucraina: sinagoghe in pericolo
Gli ebrei e lo humour
L’Algeria e Vichy

Teatro

Il Teatro Kismet di Bari mette in scena “La pescatrice di perle”, uno spettacolo che parte dall’esperienza di apolide e di rifugiata di Hannah Arendt per dare avvio ad una riflessione sull’umanità contemporanea irretita nelle maglie della burocrazia e caratterizzata spesso dall’assenza di ‘pensiero’: quell’attività della mente che attiva la capacità di giudicare e di distinguere il bene dal male.
“La pescatrice di perle” (drammaturgia e regia Valeria Simone, con Marianna De Pinto).
Teatro Kismet di Bari alle ore 21:00 di giovedì 27 gennaio 2022.

La-pescatrice-di-perle-©-Mariagrazia-Proietto

Danza

A Como quaranta ballerini, con la partecipazione straordinaria dell’attrice Ilaria Deangelis e dei solisti Jacopo BallabioAlessia De FazioCaterina Maria Del Sole, saranno i protagonisti dello spettacolo teatrale “Anna, Diario figlio della Shoah – La Tempesta Devastante” firmato dal coreografo Tony Lofaro e prodotto da Colisseum Dimensione Movimento.
Un innovativo ed imponente video mapping 3D firmato dall’artista Mattia Inverni farà da scenografia con le sue immagini sull’abside della Cattedrale di Como, immergendo il pubblico presente in un momento di riflessione, ricordo, sogno, emozione, tutto ciò che ha significato e ancora oggi significa quel pezzo di storia tragica che è l’Olocausto.
Piazza Giuseppe Verdi a Como alle ore 17.30 di giovedì 27 gennaio 2022.

Teatro

FarFalle, di e con Andrea Robbiano, produzione Teatro del Rimbombo, racconta di un circo dagli animali strani, di un uomo che russa male, di numeri sulla pelle, di una lettera mai arrivata, di un bacio alla stazione. E di come le farfalle sono scomparse.
FarFalle è una lavagna su cui scrivere il nome dei buoni e quello dei cattivi.
FarFalle racconta di un lager e della memoria ad esso legata.
FarFalle è la storia di un uomo chiuso dentro la sua memoria, che intreccia e sbanda. Confonde gli eventi storici e la loro collocazione nello spazio e nel tempo.
MTM Teatro Litta, corso Magenta 24, Milano. Dal 26 al 28 gennaio ore 20:30.

Il cinema per ricordare

Il cinema ha contribuito a tenere vivo il ricordo dello sterminio degli ebrei a opera dei nazisti. Tra le tante pellicole entrate nella storia, NDS ha selezionato alcune di quelle che hanno ottenuto più successo affrontando il tema dell’Olocausto.

LA VITA È BELLA

Nel 1997 Roberto Benigni dirige e interpreta il film vincitore di 3 premi Oscar, 9 David di Donatello, 5 Nastri d’argento e numerosi altri riconoscimenti internazionali. Benigni ha affrontato il tema della Shoah con leggerezza per arrivare a tutti, ma non per questo meno drammatica e incisiva. La colonna sonora firmata da Nicola Piovani è ancora oggi una delle più belle scritte dal musicista e compositore.

SCHINDLER’S LIST

Il capolavoro di Steven Spielberg del 1993. è stato ispirato dall’omonimo libro di Thomas Keneally.
Oscar Schindler, industriale tedesco salvò la vita a 1200 ebrei destinati a morire nei campi di concentramento. In quello che può essere considerato il film più ambizioso di Steven Spielberg c’è tutta la drammaticità e l’emotività della Shoah e i 7 Oscar vinti (su 12 nomination) lo confermano.

IL PIANISTA

Vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2002, è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman. Questa volta è Roman Polanski a confrontarsi con il delicato tema dell’Olocausto. La storia del giovane pianista ebreo costretto a nascondersi per sopravvivere allo scempio dei campi nazisti si aggiudicò anche 3 Oscar e 7 premi César.

TRAIN DE VIE – UN TRENO PER VIVERE

L’ironia del film per rileggere la tragedia della Shoah in modo originale. Nel 1988 Radu Mihaleanu dirige la storia di un giovane considerato folle che, nel 1941, inscena la partenza di un finto treno di deportati per sfuggire ai nazisti. Anche in questo caso, fondamentale nell’opera è la colonna sonora, composta da Goran Bregovic.

THE SONG OF NAMES – LA MUSICA DELLA MEMORIA

Tim Roth e Clive Owen sono i protagonisti del film tratto dal romanzo di Norman Lebrecht, che racconta la storia di un legame indissolubile, nato durante la Seconda guerra mondiale. Il giorno del suo primo concerto David, un giovane violinista polacco scompare nel nulla. 35 anni dopo, Martin segue un indizio inconfutabile nel tentativo di ritrovarlo e di scoprire il mistero di quanto accaduto alla famiglia di David deportata a Treblinka.

I fumetti per ricordare

Anche il mondo dei fumetti non dimentica gli orrori dell’Olocausto e del nazismo.

La memoria disegnata. La Shoah nel fumetto italiano“, è la mostra virtuale organizzata in questi giorni dall’Istituto italiano di cultura di Tel Aviv che fino al 4 febbraio pubblicherà interventi e interviste video dedicati a opere come La porta di Sion, graphic novel di Walter Chendi che racconta gli anni bui delle leggi razziali e della fuga verso la terra promessa (Edizioni Bd, 108 pp, 12 euro); o le biografie a fumetti dedicate ai Giusti tra le nazioni, tra cui  Perlasca di Matteo Astragostino e Armand Miron Polacco (BeccoGiallo, 144 pp, 18 euro) e Giorgio Perlasca, un uomo comune, di Ennio Bufi, Marco Sonseri (edizioni ReNoir, 128 pp, 12,50 euro); o Jan Karski, l’uomo che scoprì l’Olocausto, di Marco Rizzo e Leilo Bonaccorso (Rizzoli Lizard, 160 pp, 17,50 euro).
Tra le tante opere oggetto di approfondimento durante la mostra, merita sicuramente una menzione d’onore Una stella per Nella, graphic novel realizzata dalle giovanissime studentesse liceali Marta De Vincenzi e Maddalena Stellato nell’ambito di un progetto promosso dall’Anpi per raccontare la storia vera  di Nella Attias, deportata ad Auschwitz a soli cinque anni

Julian Voloj e Lorena Canottiere, racconta un lato poco noto nella vita di un grande atleta italiano, in “Bartali. La scelta silenziosa di un campione” (ed. Coconino Press, 128 pp, 20 euro), (ri)scopriamo come il leggendario ciclista abbia sfruttato la propria notorietà per aiutare molti ebrei a sfuggire alla persecuzione nazifascista, lavorando segretamente come messaggero clandestino per i partigiani. Il fumetto indaga sull’umanità di Bartali e sulla sua scelta valorosa, portata avanti con grande rischio personale, e rimasta a lungo un segreto per volontà dello stesso ciclista. Solo nel 2013, infatti, gli fu riconosciuto il titolo di “Giusto tra le nazioni” da parte dello Yad Vashem, l’Ente israeliano per la Memoria della Shoah.

Dov’è Anne Frank è il nuovo graphic novel di Ari Folman e Lena Guberman (ed. Einaudi, 160 pp, 15 euro), tratto dal film animato del 2021 Where is Anne Frank (girato dallo stesso Folman). Non si tratta di una trasposizione del Diario, ma di un poetico viaggio sospeso a metà tra storia e attualità, in cui Kitty, l’amica immaginaria cui Anna Frank indirizzava ogni pagina delle proprie memorie, si fa bambina e accompagna i lettori in una riflessione sulle tragedie del passato e i rischi del presente.

Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi (ed. Comma 22, 256 pp, 22 euro), di Pietro Scarnera, la ristampa di un’opera a lungo introvabile, ma quantomai necessaria.
Non una semplice biografia di uno tra i più grandi testimoni letterari dell’Olocausto, ma la storia di uno scrittore e di un’esperienza letteraria durata decenni. Partendo da fotografie, copertine di libri e altri documenti storici, la graphic novel unisce biografia, documentario e fiction, in un riuscito esperimento che si è aggiudicato il Prix Révélation al Festival di Angoulême 2016.

Maus” di Art Spiegelman, il fumettista statunitense conosciuto soprattutto per essere l’autore del primo fumetto a vincere un premio Pulitzer, nel 1992. La celeberrima e cupa graphic novel del 1989 è ambiantata durante la Seconda guerra mondiale in cui gli ebrei sono rappresentati come topi – “Maus” in tedesco significa “topo” – e i nazisti come gatti.

Michel Kichka, con “La seconda generazione“, dedicata ai figli dei sopravvissuti ai campi di sterminio, cita il fumetto di Spiegelman come ispirazione, e nel suo studio così come lo disegna ne campeggia un poster. Però il modo di trattare il rapporto tra padre e figlio e tra entrambi e l’Olocausto è decisamente opposto a Maus.
La storia de La Seconda Generazione è quella della famiglia dell’autore.

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