Dura reazione dell’ANEC, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema per il nuovo decreto deroghe 483, firmato il 28 ottobre 2020 dal Ministro per i Beni e attività culturali e del turismo Dario Franceschini. Il decreto sancisce ulteriori disposizioni in materia di “deroga all’obbligo di diffusione al pubblico in sala cinematografica per l’ammissione ai benefici della legge 14 novembre 2016, n. 220”. Con la firma del decreto è dunque permesso ai produttori di distribuire i film finanziati con soldi pubblici nelle piattaforme senza proiettarli prima nelle sale cinematografiche.
“Con sorpresa e stupore si apprende la pubblicazione a firma del Ministro Franceschini di un nuovo decreto deroghe che permette ai produttori di approdare direttamente sulle piattaforme con i film finanziati con soldi pubblici senza dover passare dalla sala cinematografica.” – afferma in una nota l’ANEC – “Il nuovo provvedimento, che segue l’analogo emanato in primavera per agevolare le produzioni nazionali, consente ai film già pronti di mantenere i contributi previsti dalla Legge Cinema andando direttamente in piattaforma.”
La misura adottata dal Mibact era già stata messa in atto durante il primo lockdown. Gli esercenti sostengono che tale provvedimento ancora più in difficoltà le sale cinema, le quali rischiano di non riaprire più per mancanza di prodotto, oltre ai seri danni economici subiti durante la pandemia.
“Il passo falso compiuto in estate ha già evidenziato come i cinema possano ripartire soltanto con il prodotto nazionale ma se questo viene dirottato sulle OTT saltando completamente il passaggio in sala, allora si decreta la chiusura definitiva di un comparto già compromesso.”
“Se le sale dovessero riaprire nella prima metà di dicembre, non ci sarebbero film pronti per essere programmati e ci troveremmo davanti al paradosso di poter aprire ma dover stare chiusi per mancanza di prodotto” – prosegue l’ANEC.
“Abbiamo già chiesto chiarimenti al Mibact in merito perché se da una parte prendiamo atto delle misure che vengono prese a sostegno dell’esercizio, dall’altro deve essere evidente a tutti come questo decreto affossi il comparto. Chiediamo misure immediate che definiscano un ristoro vero e temporalmente più lungo in considerazione di come questa scelta metta a rischio il mercato in sala nel medio periodo e nelle settimane delle festività, tradizionalmente di picco del consumo in sala. La sopravvivenza del settore e la salvaguardia delle sale non può più essere affidata a regole mutevoli e interventi economici non sufficienti al drammatico momento che il paese attraversa”.
Alla protesta si è unita anche l’UECI (Unione Esercenti Cinematografici Italiani).