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UNO SGUARDO VERSO IL FUTURO. L’EREDITA’ DEL PRIMO FORUM DI IMPRESA CULTURA ITALIA

Tempo di lettura: 9 minuti

La splendida cornice del ridotto del Teatro Regio di Parma ha ospitato il primo convegno di Impresa Cultura Italia, realtà che riunisce 13 Federazioni e Associazioni di Confcommercio di primissimo piano in grado di interloquire con le Istituzioni ed essere per le imprese culturali un vero e proprio faro per il comparto.

Una tre giorni dove si è ragionato sul nuovo ruolo della Cultura, spesso comprimario nel nostro Paese. Sul palco si sono alternati relatori di altissimo profilo nazionale ed internazionale ed il messaggio conclusivo è chiaro ed omogeneo; i luoghi della cultura rappresentano una risorsa economica per i territori dove sono radicati, costruiscono con il coinvolgimento di vari stakeholder nuove  idee e producono, grazie ad un sapiente utilizzo della tecnologie nuove espressioni artistiche, mediante la sperimentazione e l’utilizzo di nuovi linguaggi.

IL CAMBIAMENTO SOCIALE TRA CULTURA, TECNOLOGIA E IMPRESA

Questo il trait d’union dei vari panel che si sono alternati. Sin dal discorso di apertura di Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, abbiamo avuto la netta sensazione che non si trattasse della solita passerella di nomi e titoli che molte, troppe volte siamo abituati a subire. 

“La cultura vive nella storia ma la cultura è anche il domani è il futuro è fatta da imprese giovani, la cultura è la gioventù della nostra economia, ovvero testa di ponte dell’innovazione del nostro paese”.

In apertura dei lavori, abbiamo avuto modo di toccare con mano l’esperienza tanto entusiasmante quanto complicata (a causa della pandemia) di Parma Capitale della Cultura  esposte in un’attenta e lucida analisi dall’assessore alla Cultura Michele Guerra e Francesca Velani, responsabile dei progetti di Parma2020+21, progetti come “Imprese Creative Driven” dove la cultura cammina di pari passo con le imprese del territorio e migliora le condizioni di vita dei lavoratori sono esperienze che andrebbero replicate su tutto il territorio italiano.

Perfettamente centrato anche l’intervento della padrona di casa, Anna Maria Meo, sovrintendente del Teatro Regio di Parma, la sua sintesi tratta argomenti chiave del convegno spiegando come le imprese della Cultura possano elaborare un piano industriale apportando benefici concreti sia in ambito organizzativo interno, sia in potenziamento del brand su scala globale. Emblema di questo processo è il Festival Verdi, evento di portata mondiale che ha saputo confrontarsi con il comparto produttivo del territorio e generare ricadute in termini economici e socio culturali.

“il digitale è la chiave: abbiamo questa enorme potenzialità inespressa che dobbiamo esprimere meglio”

Uno degli ospiti più attesi è sicuramente Il Ministro Garavaglia, Il suo dicastero è certamente tra gli stakeholder più interessati dal processo d’innovazione e dialogo avviato da Impresa Cultura Italia. Dare una definizione di turismo – ha detto Garavaglia – è molto complicato. Il turismo è tutto, una specie di elicottero, su un Paese bellissimo come l’Italia e riguarda tutti i settori: la cultura, l’agricoltura e la gastronomia, la natura e il paesaggio, lo sport, non finisci mai“. “La stessa cosa – ha detto il ministro – è la cultura, dare una definizione di che cosa è la cultura italiana è molto complicato, perché è tutto. È la bellezza di un Paese straordinario dove si mescola fortunatamente tutto, questa miscela straordinaria che ci dà queste enormi potenzialità che, questa è la sintesi, dobbiamo vendere meglio. Qui mi tocca volare basso perché mentre c’è chi vola alto il mio obiettivo è aumentare il Pil, il fatturato, il margine degli operatori, la fidelizzazione dei clienti.”.

Con la pandemia l’investimento in cultura non si ferma anzi fornisce una vera e propria risposta ai mutamenti dei contesti sociali ambientali ed economici, al centro dell’investimento vi è salute e welfare. E’ indubbio  che deve avvenire un investimento strategico sulla cultura come capitale di sviluppo economico e sociale per colmare la disuguaglianza sociale tra una piccola minoranza di persone sempre più ricche e una massa destinata ad impoverirsi sempre di più.

Arte per l’arte, la ragion d’essere è il processo creativo di più artisti che termina con un prodotto che sarà disponibile al pubblico. Ascoltate le varie esperienze di rilievo in grado di coniugare cultura e impresa non possiamo non sottolineare le parole di Filippo Fonsatti, Presidente di Federvivo che ricordano a tutti i presenti, noi operatori compresi, come e quanto sia importante focalizzare gli sforzi del PNRR non solo sull’hardware ma anche sul software, il prodotto artistico e chi lo realizza, i veri protagonisti del prodotto spettacolo.

“Non dimentichiamoci che il rischio paradossale potrebbe essere quello di trovarci tra qualche anno con strutture all’avanguardia prive di contenuti. Proviamo insieme, a non lasciare indietro la qualità della proposta artistica”

Conclude la prima giornata di lavoro il Professore Mario Abis, docente Università IULM di Milano presentando la ricerca  Investire in cultura, nuove strategie delle imprese di fronte all’emergenza Covid-19.

Ci troviamo di fronte a nuova fase del rapporto tra impresa dove l’impresa deve anche agire come soggetto sussidiario o associato nella promozione di sostegni in chiave benefit o di terzo settore? Di certo la cultura produce effetto diretto di valore, produce un effetto che dura nel tempo ed è in grado di modificare e trasformare i contesti territoriali.

La cultura al centro delle scelte strategiche

“Gli investimenti per la Cultura sono fondamentali per il Paese, abbiamo provato a sostenerla durante la pandemia e ora siamo davanti ad un’opportunità unica: valorizzare le imprese culturali e creative e dare slancio al grande patrimonio di giovani talenti. La cultura è e sarà il cuore di questa trasformazione. Grazie Impresa Cultura Italia, grazie Confcommercio” La seconda giornata dei lavori inizia con un intervento da parte di Dario Franceschini, Ministro della Cultura che completa il ragionamento del Ministro del Turismo dando ragione a chi, come Confcommercio e Agis ha fortemente voluto questa tre giorni per rilanciare insieme il mondo della cultura e quello dell’impresa. Il ministro ha ringraziato il Presidente del Consiglio Mario Draghi per la scelta di mettere Cinecittà al centro della presentazione del Recovery Plan durante la visita della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “Si tratta di una decisione indicativa di quanto la cultura sarà il cardine della strategia di rilancio complessivo dell’Italia che onora anche il passato, il presente e il futuro di uno degli studi cinematografici più antichi al mondo, custode di una sapiente tradizione e capace di grande innovazione. Una industria creativa di livello mondiale su cui l’Italia ha scelto di investire con decisione”

“la cultura è un comparto industriale fondamentale, formazione di figure professionali. Il digitale aspetto fondamentale, diventato fattore fondamentale“

Il rapporto tra cultura e professioni e l’evoluzione professionale nel mondo della cultura si trovano al centro del panel moderato da Isidoro Trovato del Corriere della Sera. Numerose le best practice illustrate durante la tavola rotonda, Carla di Francesco, Segretario Generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo mostra la commistione, attraverso le attività della sua scuola e della formazione post universitaria tra ricerca e formazione e il modo in cui si intrecciano tra loro. Discorso ripreso da Isabella Mozzoni, docente e ricercatrice dell’ università di Parma che ha modo di sottolineare la “trasversalità di contenuti e l’importanza di unire le competenze informatiche a quelle umanistiche.

“Basta lasciare gli studenti appesi ad un filo”

 Non possiamo che concordare con Chiara Sbariglia, Presidente LUCE Istituto Cinecittà quando parla dell’importanza della stabilizzazione dei percorsi formativi e la necessità di un apprendistato in grado di non lasciare i ragazzi in un limbo, che tante troppe volte rimangono in attesa di una risposta che troppe poche volte soddisfa.

Un rapporto, quello tra culture e professioni da affrontare senza dimenticare che la formazione passa anche e soprattutto da un maggior coinvolgimento degli studenti attraverso una didattica più fluida e accessibile da utilizzare come strumento di arricchimento della formazione, d’altronde, il valore culturale fruito genera cultura e benessere diffuso.

Il tema centrale, come ribadito da tutti i relatori del panel è data dalle capacità di formare competenze trasversali in grado di garantire un approccio concreto ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Particolarmente interessante il progetto di formazione applicato al mondo del lavoro intrapreso dall’Accademia del Teatro alla Scala illustrato da Nadia Nigris.

Condivisione e nuove opportunità. Le diverse visioni e gli intrecci tra live e digitale attraverso la voce degli operatori.

Dalla splendida fusione ed il sapiente utilizzo della piattaforma streaming nel rispetto dell’Opera e la messa a disposizione di tablet in 8 lingue del Teatro alla Scala alla ricerca e lo sviluppo di tecniche innovative apportate grazie al progetto Accademia Nazionale di Santa Cecilia digital edition passando per la ricerca costante del Teatro Massimo Palermo sin dal 2015 troviamo un trait d’union fatto di rispetto della tradizione e sviluppo dell’innovazione tecnologica in grado di esplorare ed attirare il nuovo pubblico che, dati alla mano, ha manifestato estremo interesse nei confronti dello streaming negli ultimi due anni.  Il confronto di tre eccellenze italiane con le esperienze della  Berliner Philarmoniker, la National Theatre di Londra e la Royal Shakespeare Company ci fa capire come il divario da realtà europee che hanno dato vita ad un percorso di digitalizzazione nei primi anni del 2000 non sia incolmabile.

È certo che la combinazione tra linguaggio tecnologico e quello rappresentativo rappresenterà probabilmente un fattore costante nei progetti futuri. Si prospettano nuove alleanze, tra soggetti, culture e discipline, e questo non può che essere un bene per il nostro settore, che, come abbiamo avuto modo di toccare con mano durante la tre giorni ha voglia di confrontarsi ed avvicinarsi sempre di più a dei modelli europei vincenti ed in grado di avvicinare nuove fasce di pubblico.

IMPRESE, CULTURA, TURISMO E TERRITORIO

L’ultimo panel della tre giorni riesce a coniugare varie anime del nostro Paese e centrare definitivamente l’obiettivo prefissato dai vertici della neonata Impresa Cultura Italia.

Un confronto che ha visto alternarsi sul palco la splendida esperienza del Time in Jazz-Berchidda Festival di Paolo Fresu

La cultura deve saper raccontare tanto il futuro, quanto il presente ed il passato

Un evento, in grado di coinvolgere una fascia di pubblico estremamente eterogenea, un festival ce vede protagonisti molti comuni dell’entroterra e riesce a generare valore con evidenti ricadute sul territorio in termini turistici, economici ed ovviamente culturali.

“Cultura come passione tramandata, tramandare alla gente comune la propria arte”.

Tramandare l’esperienza per lo Chef Oldani vuol dire migliorare le condizioni di vita dei ragazzi che lavorano. A “tavola” devono godere tutti, dal lavapiatti fino ai clienti. Qualità, condivisione e rispetto delle condizioni lavorative sono indubbiamente un punto che dovrebbe far riflettere tutti gli operatori.

L’assunzione e l’impiego all’interno del mondo della cultura sono argomenti delicati e complicati, abbiamo molta strada da percorrere per ottenere miglioramenti. Mattia Agnetti, segretario organizzativo e dirigente Area Servizi Centrali Fondazione Musei Civici di Venezia sottolinea come i musei debbano essere più vicini al mondo reale ed avere un approccio più aperto rispetto al mondo dell’impresa.

“I musei devono essere più vicini al mondo reale ed avere un approccio più aperto rispetto al mondo dell’impresa”

Il nostro modello, per quanto riguarda la promozione autonoma dei Musei non è ancora riuscito a colmare il gap con il mondo anglosassone, forse, nuovi modelli di promozione integrata potrebbero scardinare vecchi dogmi ed aprire le porte a nuovi modelli di promozione del bene ed all’esperienza da garantire al fruitore.

Integrazione delle risorse, marketing strategico e marketing integrato

Penso agli eventi ecosostenibili, penso al concetto di integrazione intersettoriale per la promozione dei territori ed alle reti. La pandemia ci ha insegnato quanto sia importante questo concetto. Questo mi porta al grande tema che occuperà l’agenda dei prossimi anni. Il PNRR e le grandi risorse previste per la cultura, non credo sia possibile che realtà che tutelano il mondo della cultura non facciano parte della cabina di regia.”

Una sintesi lucida e puntuale quella di Francesco Maria Perrotta, Presidente di Italiafestival, una visione sposata dagli altri relatori e da Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo Economico

“Per rilanciare turismo e cultura servono sostegni finanziari ma anche riforme che agiscano su strutture e capitale umano, con orientamento e formazione”.

L’intervento del viceministro si è concentrato su come questo periodo ci abbia fatto fare un salto culturale, ci ha fatto comprendere al meglio la tecnologia disponibile e come su quest’ultima sia necessario iniziare a puntare per rendere più fruibile il nostro patrimonio turistico e culturale.

Le conclusioni del convegno vengono lasciate a Carlo Fontana, presidente di AGIS e presidente di Impresa Cultura Italia

“La risorsa cultura non può non essere una risorsa economica”

Il Presidente Carlo Fontana ha chiuso il convegno ripercorrendo i temi dei panel #forumcultura. Ci piace porre l’accento su due concetti che sintetizzano la tre giorni

La mobilità di chi fa ed opera nella cultura permettendo al comparto di intercettare i nuovi cambiamenti concretizzandoli in nuovi modelli.

La fluidità che permette di allargare il perimetro delle nostre azioni riuscendo così ad intercettare diverse tipologie di pubblico arrivando così ad elaborare un progetto ad alto contenuto culturale e sociale.

Una tre giorni che ha dato vita ad un vivace dibattito sui grandi cambiamenti con al centro la corretta combinazione tra linguaggio tecnologico e quello rappresentativo come fattore costante per i progetti futuri delineando nuove alleanze tra soggetti, culture e discipline.

Buon lavoro a Impresa Cultura Italia, ovviamente il percorso non sarà semplice, ma, insieme si riuscirà sicuramente a lavorare meglio.

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