Martedì 15 giugno 2021, alle ore 19.30, al Teatro Carignano, Gabriele Lavia e Federica di Martino portano in scena LE LEGGI DELLA GRAVITÀ atto unico tratto dal romanzo di Jean Teulé Les lois de la gravité, diretto dallo stesso Lavia che ne cura anche l’adattamento. Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti e le musiche di Antonio Di Pofi.
Lo spettacolo, prodotto da Effimera srl in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana, sarà replicato al Carignano, per la Stagione del Teatro Stabile di Torino, fino a domenica 27 giugno.
Una donna chiede di essere arrestata per aver ucciso il marito, un caso chiuso dieci anni prima come suicidio. Le leggi di gravità sono quelle della caduta di un corpo dall’alto, ma anche il crollo delle coscienze. Tratto da una storia vera, lo scontro tra una assassina che vuole essere arrestata e un tutore della legge che non vuole arrestarla. Chi è dalla parte della giustizia? E quale giustizia?
Scrive Gabriele Lavia nelle sue note allo spettacolo: «Una notte di freddo e di pioggia. A Le Havre, in Normandia. Una donna entra in un commissariato. C’è un vecchio commissario che sta per andare in pensione. La donna viene ad autodenunciarsi. Ha ucciso il marito dieci anni prima. Lo ha spinto giù dal balcone, undicesimo piano. La legge di gravità è ineludibile. Nove e ottantuno metri al secondo. Ma la legge di gravità dell’essere “esseri umani” qual è? Alla legge fisica di gravità non si può sfuggire. Ma a quella metafisica? A quella dell’essere umano? La legge non misurabile dell’amore, del dolore, della rabbia, del senso di colpa, del fallimento, della incertezza dell’essere, non è meno ineluttabile dei nove e ottantuno metri al secondo. L’uomo cade nella vita. Cade nel suo dolore, come cade nella felicità e nel successo. L’uomo cade, precipita nel fallimento (da fallere, cadere) e fa male. In una notte freddissima un uomo e una donna prendono coscienza delle loro cadute. Ma vivere forse è la presa di coscienza dei propri “dolorosi” fallimenti».