L’anniversario della settimana è quello di uno dei film più terrificanti della storia del cinema. Il 26 novembre 1982 nelle sale italiane uscì, diretto da uno dei più importanti registi della New Hollywood e maestro dell’horror mondiale, La Cosa di John Carpenter.
La Cosa è un film del 1982 diretto da John Carpenter, ispirato al racconto La cosa da un altro mondo di John W. Campbell e all’omonimo film del 1951 di Howard Hawks. La Cosa è il primo capitolo della Trilogia dell’Apocalisse, un nichilistico trittico di film nel quale Carpenter riversa tutta la sua sfiducia per il genere umano e la sua impossibilità di salvarsi dalla fine. Grazie agli spaventosi effetti speciali di Rob Bottin, alla costruzione della tensione, del terrore e della paranoia è considerato uno dei film horror più spaventosi di sempre.
Aiutato per la terza volta da suo attore feticcio Kurt Russel, Carpenter ingrandisce la sua lente sociale sul modo di agire delle persone quando perdono ogni fiducia. Inserendo un alieno mutaforma nel contesto, Carpenter sposta il conflitto dall’interno dei rapporti umani all’interno dei corpi: la Cosa infatti avvolge i corpi, deformando e lacerando ossa e tessuti, trasformandoli alla fine in rappresentazioni corporee grottesche e surreali.
«MA NON LO AVETE ANCORA CAPITO?! QUELLA COSA VUOLE DIVENTARE COME NOI! SE LE SUE CELLULE SI DIFFONDONO POTREBBERO IMITARE QUALUNQUE ESSERE SULLA FACCIA DELLA TERRA!»
Antartide, 1982. Un gruppo di ricercatori della Base Americana 31 si imbatte in un elicottero norvegese, intento a inseguire un husky per ucciderlo. Non riuscendo a comunicare con gli occupanti della base americana, i norvegesi cercano di eliminare il cane, sparando e ferendo per errore un membro dell’equipe statunitense; da ciò ne consegue un conflitto a fuoco dove i norvegesi rimangono uccisi. Decollati per la base antartica norvegese alla ricerca di risposte, i ricercatori fanno una scoperta terrificante: l’insediamento distrutto, l’equipaggio massacrato, un enorme blocco di ghiaccio vuoto e una deforme massa data alle fiamme di corpi umani fusi insieme. Portata al laboratorio americano per analizzarla, i ricercatori si rilassano dopo l’accaduto, mentre l’husky viene portato nel canile insieme agli altri cani. Questi ultimi inspiegabilmente si mettono a ringhiare e abbaiare all’essere che rivela la sua vera essenza, trasformandosi in una creatura mostruosa che assale brutalmente i cani. Allarmati dagli abbai, gli uomini si dirigono al canile e scoprono l’orrore, bruciandolo e uccidendolo.
L’autopsia sui resti rivela che la “cosa” cerca di imitare alla perfezione gli organismi viventi, uccidendoli e prendendone le sembianze. Attraverso i video ritrovati nella base norvegese, i ricercatori scoprono che gli scienziati stavano conducendo delle analisi su un’astronave ritrovata in un ghiacciaio vecchio più di 100.000 anni e del suo occupante alieno, che si era ibernato nel blocco di ghiaccio, che ha sterminato l’equipe norvegese.
Quando il primo membro della base viene contagiato dalla cosa, il gruppo viene preso dal panico e nessuno dei membri si fida più dell’altro. Il pilota di elicotteri della base, R.J. MacReady (Kurt Russel) prende in mano la situazione, per scoprire chi è o chi sono gli alieni che si nascondono tra di loro.
«SIAMO SOTTO UNA TORMENTA DA PIÙ DI 48 ORE ORMAI, MA NON ABBIAMO ANCORA NESSUN INDIZIO […] NESSUNO SI FIDA PIÙ DI NESSUNO ORMAI, E SIAMO TUTTI MOLTO STANCHI…»
Prodotto dalla Universal Pictures, Carpenter, fresco del successo del meraviglioso 1997: Fuga da New York, dirige con un budget enorme probabilmente il suo film migliore. A differenza della pellicola del 1951 di Howard Hawks – uno dei registi preferiti di Carpenter e dal quale ha tratto più ispirazione – la Cosa in questo film è una creatura aliena che si nasconde all’interno del gruppo, fratturandolo a poco a poco.
Nonostante gli effetti speciali straordinari anche oggi, Carpenter saggiamente centellina le apparizioni della Cosa, rendendolo un elemento che esplode all’apice della tensione tra i personaggi. Il regista si concentra soprattutto sui rapporti umani che si instaurano tra i personaggi e come suo solito evidenzia le differenze e le fratture sociali tra i protagonisti, diffidenti al massimo tra loro e non impegnati a eliminare il mostro, quanto a sopravvivere. Similmente ad Alien di Ridley Scott, nella piccola e isolata base si instaura una paranoia e un’isteria collettiva tra i membri, che rivelano tutto il loro egoismo e la loro mancanza di empatia, accusandosi a seconda delle fratture che già esistevano. Il risultato a livello cinematografico è un thriller che tiene incollato lo spettatore allo schermo, immergendolo nella tensione che si fa da parte solo quando deve lasciare spazio all’orrore delle mutazioni della Cosa.
Nascosta sotto la paura, la metafora finale del film è la medesima di moltissimi film – in special modo Essi Vivono e le due fughe di Snake Plissken – del grande John Carpenter: una nichilistica visione del mondo che non lascia alcuna speranza di salvezza per il genere umano, crogiolato nel capitalismo e nell’individualismo, che non si accorge degli altri finché questi non rappresentano una minaccia.
Nonostante il budget altissimo Carpenter, abituato a film indipendenti girato con pochi mezzi, dirige un film con il suo solito stile: macchina abbastanza stabile, grandi piani sequenza, fotografia e luci minimali e ottimi movimenti di macchina, poche scene d’azione e primi piani inquietanti. Come suo solito, Carpenter cita i suoi maestri registi. La Cosa presenta carrellate di ispirazione Kubrickiana. Le componenti thriller sono ovviamente ispirate a Hitchcock, mentre quelle horror fanno tornare alla mente La Notte dei Morti Viventi del maestro George Romero, con inquadrature in interni claustrofobiche ma con il mostro nascosto all’interno del gruppo, non fuori. Ogni inquadratura e movimento di macchina ha un significato.
La Cosa è uno dei pochi film di Carpenter per il quale non ha composto la colonna sonora. Ricercando un approccio più europeo, il regista affidò le musiche al maestro Ennio Morricone, il quale compose la colonna sonora aiutato dalle abilità di Carpenter con il sintetizzatore. Il risultato è stato una fusione di musica classica ed elettronica, semplice ma incisiva. Per chi ha orecchio, alcune delle musiche de La Cosa si possono ascoltare in The Hateful Eight, questo perché Morricone inserì alcune delle sue composizioni scritte per Carpenter nell’ottavo film di Tarantino, vincendone l’Oscar per la miglior colonna sonora nel 2016.
Il botteghino non premiò la meraviglia del film di Carpenter, che con un budget di circa 15 milioni di dollari riuscì a incassarne poco più di 19 milioni. Il motivo del fallimento di questo capolavoro del fantahorror è da ritrovarsi nel suo anno di uscita; nel 1982 infatti i cinema mondiali si trovarono faccia a faccia con una molto più docile e bambinesca rappresentazione di un alieno, E.T. l’extra-terrestre. Il successo del film di Spielberg fu tale che due delle migliori rappresentazioni di fantascienza della storia del cinema (La Cosa e Blade Runner di Ridley Scott) furono dei veri e propri flop al botteghino. Fortunatamente col tempo i film di Scott e Carpenter hanno ottenuto il successo che meritavano, elevandosi a capolavori della fantascienza e veri e propri cult.
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