La partecipazione del pubblico ai Festival che si sono svolti nel 2020, applicando i protocolli che gli operatori culturali avevano formulato e proposto (il Festival di Ravenna ha presentato, tramite Agis il progetto alla task force incaricata dal Presidente del Consiglio di gestire la fase 2), è stata massiccia, ancorché inaspettata. La gente aveva voglia di frequentare i teatri, di assistere agli spettacoli dal vivo. I festival hanno lavorato prevalentemente open air e, tra le variazioni di spettacoli e regie, sono stati tanti gli sforzi artistici ed economici richiesti dalla circostanza. I risultati ci hanno comunque ripagato.
Il progetto che Ravenna Festival ha redatto e proposto al al Ministro Dario Franceschini (aprile 2020) puntava al ritorno alla musica dal vivo già da giugno. Il piano, al quale hanno aderito i protagonisti della filiera della musica (Anfols, Atit e ItaliaFestival), ha reso possibili i concerti nelle arene all’aperto nel rispetto delle norme contro la diffusione del Coronavirus, garantendo la massima sicurezza di pubblico, artisti e personale.
Il modello di riferimento, un caso di studio cui guardano con favore e speranza anche altri Festival e Teatri italiani per ritornare alle esecuzioni live nell’estate 2020, è stato un protocollo per concerti sinfonici da ospitare presso la Rocca Brancaleone, la fortezza veneziana del XV secolo fra i simboli della città di Ravenna. Uno spazio all’aperto nel quale applicare quel distanziamento sociale che, combinato a un sistema di ingresso a turni e alla disponibilità per tutti di mascherine e gel igienizzanti mani, potrebbe diventare la chiave per la continuità nel mondo dello spettacolo dal vivo.
“I festival sono il primo avamposto del binomio turismo-cultura – ha dichiarato Francesco Maria Perrotta in una interessante intervista su NDS) -. Progetti di streaming, come “Estate all’italiana Festival”, organizzato da ItaliaFestival e promosso dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Cooperazione Internazionale, che ha visto eccellenze artistiche italiane esibirsi sulla piattaforma, sono stati un cuscino per città senza turisti, specie stranieri: una grave perdita che gli spettatori italiani solo in parte hanno potuto colmare. Lo streaming non può essere una alternativa al live ma potrebbe costituire un valido aiuto al mondo che eroga cultura, sulla scia del successo estivo. Stiamo continuando con “My Festival Player” sulla nostra piattaforma italiafestival.tv fornendo spettacoli live e on demand gratuitamente”.
I numeri dei progetti streaming di Italiafestival sono incoraggianti, dal 21 giugno a oggi (11 dic 2020) italiafestival.tv ha trasmesso 26 live e trattenuto on demand numerosi spettacoli di alto spessore culturale. Numerosi sono i festival che stanno allestendo live che italiafestival.tv pubblicherà presto.
Il 21 giugno il pubblico era in platea, contingentato. Parallelamente quel pubblico che non ha avuto accesso nelle aree di spettacolo, per numero di posti limitati dal dpcm o per lontananza (vietati gli spostamenti da regione a regione e dall’estero), ha partecipato assistendo agli eventi in streaming.
Confortanti i numeri registrati, da evidenziare le provenienze degli spettatori: 124 Paesi. Segnale questo, inequivocabile, che lo spettacolo da vivo italiano è gradito ovunque.

