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9 ANNI DI COLOR FEST, LE PAROLE DI MIRKO PERRI

Tempo di lettura: 5 minuti

Ciao Mirko, Color fest alla nona edizione. Raccontaci del Color, di come è cambiato in 9 anni, sentimenti e auspici per questo anno, novità e conferme, line up artistica e, se ti va, qualche spoiler!


Il Color Fest penso che a livello identitario sia rimasto sempre uguale, certo si cerca sempre di imparare, di fare meglio, di crescere. Tutto è cominciato 10 anni fa, quando con un gruppo di amici, stanchi di spostarci ogni volta fuori città, anzi spesso fuori regione, per ascoltare gli artisti che ci piacevano, abbiamo creato il primo cartellone “Color, rassegna di musica intelligente”. L’anno successivo dopo una serie di altri concerti organizzati in diversi locali della città (lamezia Terme) abbiam pensato che durante l’estate sarebbe stato bello chiudere la stagione con un festival, lì è nato il COLOR FEST. Tornando indietro, con le consapevolezze di oggi, non so se riuscirei a rifare quello che ho fatto 10 anni fa. Alla prima edizione avevo 23 anni e 500 euro in tasca ma ho deciso comunque, insieme ai soci di allora, di fare un festival in Calabria. Oggi quindi possiamo dire che Color Fest è una sfida vinta perché è diventato uno dei principali appuntamenti dell’estate musicale italiana. A livello di sentimenti, con una pandemia in corso, penso che sia ancora più difficile organizzare un’altra edizione contingentata, come quella dello scorso anno, ma questo problema diventa il nostro punto di forza: la musica in Calabria non si ferma. Lo scorso anno siamo riusciti a presentare live di qualità, garantendo 2 giorni di buona musica, quella che da 9 anni Color Fest porta in Calabria, tra artisti emergenti, nuovo cantautorato della musica italiana e tante conferme. Quest’anno sarà lo stesso. Dobbiamo garantire un’offerta culturale di livello per la Calabria e per il nostro pubblico che arriva da ogni parte d’Italia e, al tempo stesso, nel nostro piccolo incentivare l’intero comparto musicale alla ripartenza, perché è uno dei settori più compliti dalla crisi pandemica. Spoiler nessuno, a breve annunceremo la line up completa. Posso dirti che tra gli ospiti più attesi ci sarà Iosonouncane, nell’unica tappa calabrese, con il suo nuovo disco, Ira, fresco d’uscita e definito da RollingStone “album colossale”.  Attesa anche Emma Nolde, giovane talento della musica italiana. Unica data calabrese per i Post Nebbia, i Mckenzie e Cimini che presenterà al Color Fest il suo nuovo album, Pubblicità. Arriverà anche la musica raffinata di Niccolò Carnesi. Abbiamo appena annunciato Generic Animal e Ariete. Insomma un cartellone ricco di conferme e nuove proposte, in linea con il nostro modo di pensare un festival di musica. 

A proposito di sentimenti e auspici, la situazione Covid come sarà gestita e affrontata quest’anno, ovvero l’anno della consapevolezza? Il Color Fest è uno dei pochi festival italiani che comunque l’anno scorso non ha annullato. Fatto tesoro dell’esperienza dell’anno scorso in Covid, cosa cambierà per i l vostro pubblico? E cosa cambierà nel backstage? E infine, quanto incide la “spesa Covid” su un festival come il Color?


Non ci siamo fermati nell’edizione 2020, nel periodo più complicato e incerto, subito dopo il lockdown, e non ci fermeremo neanche quest’anno. Lo scorso anno abbiamo comunque registrato due sold out, con ospiti come Colapesce e Dimartino, oggi in cima a tutte le classifiche con la loro Musica leggerissima.
Quest’anno ci rivediamo, stessa location, stesse giornate. I biglietti sono già in vendita, ed il pubblico sta rispondendo alla grande. È chiaro che è tutto più difficile rispetto alle edizioni pre-Covid: siamo passati da numeri importanti, come 3000/3500 presenze al giorno, a circa un migliaio di persone, una capienza molto più bassa dovuta al rispetto delle regole anticontagio.
Quindi la “spesa Covid” è alta, ma come dicevo prima è più alta la voglia di ripartire. Quest’anno sicuramente siamo leggermente più rilassati perché abbiamo già vissuto l’esperienza dello scorso anno e abbiamo capito che è possibile fare cultura, fare concerti in sicurezza. I luoghi della cultura in genere, se vengono rispettate le regole, sono luoghi sicuri, e la scorsa edizione del Color Fest ne è una dimostrazione: tante persone possono stare insieme in maniera civile e seria. In questo caso è molto importante la tipologia di pubblico che si coinvolge e una giusta comunicazione sui comportamenti da tenere. Noi vogliamo ringraziarlo il nostro pubblico, perché se quest’anno torneremo di nuovo è proprio per loro e grazie a loro.  

Emergenza Covid ma anche, dopo quasi due anni di stop, emergenza artistica. Il Color ha una mission anche sociale a questo punto, e lo sa bene. C’è una maniera per arrivare alla gente secondo te riguardo la situazione critica e particolare che stiamo vivendo noi operatori della cultura e dello spettacolo?

Questo è il nostro modo di arrivare più che alla gente, cosa che ci è sempre riuscita per fortuna,  alle istituzioni. È importante sicuramente dare un segnale, in termini di proposta, di offerta, come dicevo prima, ma è importante al tempo stesso dare un segnale di presenza alle istituzioni. Lo streaming non è e non può essere un modo di fare cultura, può essere e deve essere semplicemente un mezzo, come tanti altri. La musica, così come il cinema, il teatro, ha bisogno di palchi, di presenza fisica perché è dall’esperienza, quella reale e non virtuale, che nasce il confronto e di conseguenza la crescita. E noi di Color Fest ne siamo tutti pienamente convinti. La gente credo che lo capisca più delle istituzioni che il nostro settore è in crisi, perché tante persone, a prescindere dalla loro occupazione, in questo periodo sono in difficoltà. Forse questo è il momento giusto per far capire al Paese che il nostro è un mestiere e, come tutti gli altri mestieri, ha bisogno di essere tutelato. 

Un buon motivo per venire al Color e un buon motivo, per chi c’è già stato per tornare. 


Un buon motivo, e mi rivolgo sia a chi verrà per la prima volta che a chi ha già vissuto l’esperienza del nostro festival, è sicuramente “Una questione di qualità”. Cito il sottotitolo di questa edizione che si ispira all’album dei CCCP “fedeli alla linea” perché siamo convinti che esserci diventa una questione di qualità, soprattutto in un periodo storico in cui la socialità è fortemente compromessa. Vivere il festival per noi è una questione di qualità non solo in termini artistici, significa passare due giorni pieni all’insegna della buona musica e non solo, in una location completamente immersa nel verde, ma anche bere e mangiare bene e poi soprattutto godersi il ritorno alla vita sociale nel rispetto delle regole. 

Per finire domande che ti faresti ed un pop per il Color, che se lo merita tutto. 

Domande me ne faccio ogni giorno ma sono personali [scherza n.d.r.]…Come riflessioni confermo quanto detto. Vorrei fare invece un invito: vi aspetto tutti il 12 e 13 agosto all’Agriturismo Costantino di Madia, a due passi da Lamezia Terme, per vivere il Color Fest 9, due giornate all’insegna della musica, dove non mancheranno eventi culturali collaterali, nel verde, tra amici. Sostenete la musica e sostenete Color Fest! I biglietti sono già online. 

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