“La musica unisce. L’arte ci rende migliori. Ora, come allora, ripartiamo dalla cultura e dal teatro alla Scala. Solo con l’arte si può pensare tutti insieme di ritornare a rivedere le stelle”. Così il regista Davide Livermore, al suo terzo Sant’Ambrogio consecutivo, è intervenuto dal palco della Scala sul finire dello spettacolo ‘A riveder le stelle’.
Indicando una foto del concerto dell’11 maggio 1946, quando il teatro milanese fu riaperto dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, Livermore ha indicato l’esempio del maestro Arturo Toscanini che diresse “per tutta l’Italia, anche quella che lo aveva criticato e attaccato. E questo perché la musica unisce”.
Lo spettacolo si è chiuso con un celebre brano dal “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini, “Tutto cangia il ciel s’abbella”.
“Volevamo dare un segnale positivo, con tante voci, tutte in grande forma. Anche l’orchestra ha suonato meravigliosamente, hanno fatto un grande lavoro in modo molto concentrato, è stato bello vederli lavorare, danno forza ed energia”. Soddisfazione da parte del sovrintendente del teatro alla Scala di Milano, Dominique Meyer al termine della serata inaugurale. “La Scala c’è, è in piedi e ha grande voglia di andare avanti, è uno spettacolo che dimostra la volontà di tutti i lavoratori del teatro di andare avanti” ha sottolineato. “Dietro” al grande spettacolo firmato Livermore, “c’è stato un lavoro pazzesco e – ricorda – è stato fatto tutto in sei giorni, è stato meraviglioso”. “E’ andato tutto bene, grazie alla Rai che ha fatto un lavoro straordinario – ha aggiunto -, noi possiamo offrire il canto, le immagini, la regia e la cura di tutti i dettagli ma se la Rai non avesse lavorato così bene sarebbe stato impossibile”. Certo tutto è avvenuto con il teatro vuoto, senza pubblico, per rispettare le norme anti contagio. “Abbiamo tenuto conto di questo fatto e abbiamo trasformato una situazione abbastanza difficile in un oggetto bello, seducente – spiega Meyer -. Ho visto alcuni amici che erano qui del consiglio d’amministrazione che avevano le lacrime agli occhi, noi vogliamo fare questo, creare emozione”. La Scala ha voglia di ricominciare ma il sovrintendente non si sbilancia sui tempi in cui sarà possibile organizzare uno spettacolo ‘tradizionale’, con il pubblico in sala. E a chi chiede se ‘Così fan tutte’ con Pappano potrebbe essere la prima opera ad andare in scena replica “Ne ho desiderio, spero che sarà possibile. Vorremmo farlo ma dobbiamo trovare un equilibrio tra costi e ricavi, che ora non ci sono. Quindi è facile dire ‘farò, farò’. Noi dobbiamo essere attenti alla salute dei dipendenti, al livello artistico e anche alla salute finanziaria di ‘Così fan tutte’, spero di poterlo fare”.
Nessuna manifestazione, nessuna protesta. Negli anni piazza della Scala è stata scenario durante la Prima più importante d’Italia di proteste di varia natura, anche violente.
Oggi no, oggi la musica, l’arte, la cultura e lo spettacolo, hanno riempito e reso più dolce l’atmosfera nelle case di tutti gli Italiani, Per una sera tutti noi abbiamo potuto sognare, anche se per poche ore, riuscendo a “riveder le stelle”. Grazie per averci fatto trascorrere delle ore sereni, all’insegna della bellezza. Ne avevamo bisogno.