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RACCONTAMI UNA STORIA, IL FASCINO DEI RACCONTI E DEI FIABISTI

Tempo di lettura: 2 minuti

Il fascino dei racconti e della condivisione, la riscoperta del loro potere aggregante. Si chiama Raccontami una storia. Fiabe, fiabisti, narratori (Edizioni Museo Pasqualino) il volume di Alberto Mario Cirese e Pietro Clemente che verrà presentato domani, martedì 8 giugno alle 18.

All’incontro, nell’ambito del ciclo #presentazioniedizionimuseopasqualino, in diretta streaming dalla pagina Facebook e Youtube del Museo, interverranno Pietro Clemente (Università di Firenze), Luisa Rubini (Università di Zurigo), Fabio Mugnaini (Università di Siena). Modererà Rosario Perricone (direttore delle Edizioni Museo Pasqualino).

Raccontami una storia. Fiabe, fiabisti, narratori

Questo libro parla di fiabe, come testi e come pratiche di racconto, nelle analisi di due autori di generazioni diverse. Alberto Cirese ha seguito la strada dello studio comparativo delle fiabe, basato sulle classificazioni, le astrazioni, la testualità, ma ha anche praticato la strada della ricerca sul campo, centrata sulle fiabe raccontate, e sui repertori dei narratori. Pietro Clemente, suo allievo, ha seguito più decisamente la linea performativa, orientata anche verso il racconto di vita e la pratica contemporanea del racconto.
La fiaba è un oggetto molteplice, fatto di pratiche di narrazione orale e di scrittura, tradizione di portata epocale per la cultura occidentale. I testi qui raccolti spaziano tra il 1955 e il 2014: presentarli oggi al lettore vuole essere un contributo al rilancio e al rinnovamento degli studi di fiabistica italiani.
Raccontami una storia. Fiabe, fiabisti, narratori esce 100 anni dopo la nascita di Alberto Cirese (1921) e 10 anni dopo la sua morte (2011). È un libro che a lui dedichiamo, nella convinzione dell’importanza che i suoi studi hanno avuto nella cultura antropologica europea tra la seconda metà del Novecento e i primi anni Duemila.

Alberto Mario Cirese ha insegnato Storia delle tradizioni popolari all’Università di Cagliari e poi Antropologia culturale nelle Università di Siena e di Roma Sapienza. È stato tra i protagonisti in Italia del rinnovamento teorico degli studi demo-etno-antropologici. Si è occupato di storia dell’antropologia, di letteratura popolare, di antropologia dei patrimoni culturali, di parentologia. L’approccio comparativo e la ricerca delle invarianze sottese alle diversità culturali sono stati centrali nei suoi studi, che si sono avvalsi anche di analisi strutturali e logico-formali, e di strumenti informatici. Il suo manuale Cultura egemonica e culture subalterne (1973) è stato tra i testi più letti e influenti nell’antropologia italiana; Altri sé. Per una antropologia delle invarianze (2010) è l’ultima raccolta di saggi da lui pubblicata.

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