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TANTI AUGURI MARTIN SCORSESE

Tempo di lettura: 5 minuti

Martin Scorsese compie 78 anni, e nel giorno del suo compleanno è doveroso ricordare come mai lui sia indubbiamente uno dei più celebri e capaci registi del mondo, un uomo che da oltre 55 anni ci rende partecipi del suo viaggio attraverso le tortuosità dell’animo umano, narrando nelle sue pellicole la sua vita.

“My whole life has been movies and religion. That’s it. Nothing else”

Una vita iniziata il 17 novembre 1942 a New York, in un quartiere del Queens da genitori di origini palermitane. Trasferitosi a Manhattan in tenera età, Scorsese passa la sua adolescenza a Elizabeth Streets, una delle vie principali di Little Italy, e sua prima fonte di ispirazione. A causa della sua piccola stazza e dei suoi problemi di asma non riesce a inserirsi nelle gang di quartiere da giovane. Questa sua emarginazione lo porta a diventare assiduo frequentatore delle sale cinema, scoprendo a poco a poco i grandi maestri del tempo. Il suo stile registico viene definito grazie alle visioni di film appartenenti alla Nouvelle Vague di Godard, Truffaut e Renoir, al Neorealismo Italiano di Rossellini e Visconti e ai capolavori americani di Welles, Ford e Hitchcock. Importante tassello per la cifra stilistica di Martin Scorsese è John Cassavetes, pietra miliare del cinema indipendente, dal quale apprese le tecniche della regia a basso budget.

Lo stile di Scorsese viene affinato dal corso di cinematografia della New York University, il cui più grande risultato è il cortometraggio La grande rasatura, racconto generazionale simbolo della New Hollywood e anticipatore dei temi più importanti dei futuri film del regista. Ma è l’incontro con Roger Corman che produce al trentenne Scorsese il suo primo film distribuito su vasta scala: America 1929 – Sterminateli senza pietà.

Ma cosa rende Scorsese uno dei migliori registi al mondo?

Le tematiche dei film di Scorsese sono tre, due delle quali traggono ispirazione dalle correnti cinematografiche passate: dalla Nouvelle Vague riprende l’idea di un cinema polemico verso il perbenismo e la falsa ipocrisia della società borghese, dalla New Hollywood le tematiche di violenza, solitudine e la distruzione del sogno americano; la terza invece è molto più personale.

Infatti è la componente autobiografica la tematica fondante nei film di Scorsese. Il regista ricerca attraverso il mezzo cinematografico la risposta alla domanda su come far convivere un’esistenza “cristiana” in un mondo pervaso dalla criminalità e dalla violenza. Questa nota autobiografica si riversa sia nei personaggi – esempio su tutti Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, dove il personaggio di Harvey Keitel è lacerato dal conflitto interiore tra la sua forte religiosità e la vita sregolata tra i malavitosi; oppure il tormentato figlio di dio ne L’ultima tentazione di Cristo – sia nelle musiche, delle quali fa moltissimo uso nei suoi film, ricordando quando d’estate le radio erano affacciate alle finestre e la musica faceva da colonna sonora alla vita di Little Italy.

L’unione di queste tematiche pone le basi per delle pellicole con storie assolutamente realistiche, e la capacità del regista Martin Scorsese è il riuscire a coadiuvarle con ogni componente filmica, che diventa asservita unicamente al realismo delle scene. Le ambientazioni sono autentiche, con il loro sporco, la loro ruggine, l’immondizia e ogni elemento che possa contribuire alla sensazione di realtà che vuole donare il regista, abbattendo le barriere tra spettatore e film. I costumi cercano di risultare il più attinenti possibili alla realtà storica, con una cura meticolosa per i dettagli. Dai cappelli in Gangs of New York, ai nodi della cravatta di Quei Bravi Ragazzi fino agli stravaganti colori degli abiti sfoggiati in Casinò. I colori sono fortemente evocativi, specialmente il rosso, e in quanto risorsa narrativa tendono sempre a restare in gradazioni lineari, mai troppo stravaganti, in modo da non distrarre lo spettatore. Scorsese tende a illuminare le scene attraverso luci minimali, spesso poste ben visibili dallo spettatore, in modo da fornire un’illuminazione estremamente veritiera, al punto da non farci caso (il monologo di Joe Pesci in Quei Bravi Ragazzi ne è un esempio). La musica lega tutte queste componenti e scandisce il ritmo delle scene. Per Scorsese la musica è uno degli aspetti principali delle sue opere e per questo pone moltissima attenzione nella scelta delle colonne sonore dei suoi film. Il regista fa larghissimo uso di musica diegetica, ricordando le canzoni che ascoltava da giovane a Little Italy, non risulta infatti strano nei suoi film ascoltare canzoni di gruppi musicali anni ’50, ’60 e ’70, in special modo i Rolling Stones. Le musiche nelle pellicole di Scorsese si combinano in modo fantastico ai movimenti di camera e alle inquadrature e anticipano cosa sta per accadere (Gimme Shelter in Quei Bravi Ragazzi e Casinò preannuncia una situazione che sta per precipitare, come viene fortemente mostrato anche nelle inquadrature). La regia infine si pone l’obiettivo di mostrare le emozioni dei personaggi mostrati e Scorsese utilizza qualsiasi mezzo registico per amplificare queste emozioni. La regia scorsesiana è ricca di panoramiche, piani sequenza meravigliosi, inclinazioni, zoom, inquadrature dall’alto e ampi movimenti di macchina, Utilizza dei movimenti di camera molto lenti per aumentare la suspense e il terrore e al contrario molto veloci per dare l’idea di energia. Il tutto si lega alle emozioni che il regista vuole far provare ai personaggi e allo spettatore. Il montaggio, ad opera della montatrice di fiducia Thelma Schoonmaker storica amica di Scorsese fin dal montaggio del suo primo film per la New York University, è ricco di tagli che a seconda della situazione trasmettono energia e sono scanditi da un ritmo vertiginoso. L’ energia e il ritmo dei tagli supportano la motivazione dietro i momenti nelle scene, come si vede bene nel thriller Cape Fear – il promontorio della paura. Le emozioni dei personaggi vengono supportate in modo eccellente dai voice over dei protagonisti, si crea un’introspezione che permette allo spettatore di scrutare all’interno dell’animo dei personaggi sullo schermo.

I protagonisti dei film di Scorsese sono personalità sempre al limite eppure autentici, pieni di conflitti interiori e traumi irrisolti. Uomini che devono confrontarsi con un mondo violento e insensibile, che li porta inesorabilmente all’autodistruzione. Per questo la violenza di Scorsese non è gradevole o sopportabile, è molto reale e dura. Spesso la regia tende a mostrare l’efferatezza di certe scene di violenza. Nei film di Scorsese raccogli quello che semini; il risultato di un’infanzia passata osservando spesso la crudeltà della mafia di Little Italy. Miscelati alla perfezione nell’atmosfera per renderla più realistica, gli attori diretti di Scorsese interpretano i loro personaggi alla perfezione, regalando in moltissimi casi interpretazioni leggendarie.

Tutte queste componenti unite insieme regalano agli spettatori dei film tremendamente realistici, eppure cinematografici e rendono Martin Scorsese oggettivamente uno dei più grandi registi viventi. Personalmente, il migliore.

Buon compleanno dunque a un regista che è sempre stato in grado, nel corso degli anni, di realizzare film indimenticabili. Un Artista, instancabile e geniale, che non fatico a definire una vera leggenda vivente.

Scritto da

Pisano di nascita e romano d'adozione. Da diversi anni ho sviluppato una grande passione per i film, il cinema e tutto ciò che si lega a esso, dalle origini con Méliès, all'Espressionismo tedesco, fino alla contemporaneità.

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