Il Ministero della Cultura e delle Politiche dell’informazione ucraino, raccoglie prove di crimini contro il patrimonio culturale commessi dalle forze di occupazione russe sul territorio dell’Ucraina.
Il Ministero ha creato uno spazio web condiviso per accogliere segnalazioni e archiviare documentazione dei crimini di guerra contro l’umanità e dei siti del patrimonio culturale commessi dall’esercito russo.
“L’Europa adesso deve agire e dimostrare di essere sempre legata ai suoi valori fondamentali. Vi chiedo quindi di aumentare le sanzioni culturali. Putin promuove simboli di guerra anche sulle mura delle istituzioni culturali, bisogna fermare tutto questo”.
Lo ha detto il ministro della Cultura e della politica di informazione ucraino, Oleksander Tkachenko, in collegamento per la conferenza ministeriale del Consiglio d’Europa dedicata ai temi del patrimonio e delle politiche culturali, che si tiene nell’ambito della presidenza italiana del CoE a Strasburgo.
Si tratta della prima riunione ministeriale nel contesto di questa organizzazione dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, alla quale partecipano tutti i ministri della cultura dei paesi aderenti, tranne la Federazione Russa che è stata esclusa da tale organismo.
Nel database creato dal ministero di Kiev “ci sono 135 episodi di crimini contro la cultura in dieci regioni dell’Ucraina: sono soprattutto le chiese che hanno sofferto, 59 chiese, moschee e sinagoghe, 58 oggetti del patrimonio sono stati distrutti o danneggiati, 25 tra edifici, monumenti, steli, sculture, 12 musei sono stati danneggiati, cinema, biblioteche, etc.”.
E questa è solo una piccola parte della lista di distruzione in Ucraina, ha sottolineato il ministro ucraino.
“Sono molto grato all’Italia e al ministro Franceschini per i gesti e le proposte di ricostruire il teatro di Mariupol, e la accetterò.
“I teatri in tutti i Paesi appartengono all’umanità e incoraggio tutti a seguire la sua iniziativa. Sono grato – ha aggiunto – a chi ci aiuta a proteggere i nostri beni culturali. Tuttavia il patrimonio culturale ucraino è sotto minaccia.
L’aggressore non rispetta le convenzioni internazionali e, questo è chiaro, si cerca di distruggere il patrimonio”.
Occorre quindi creare “il più rapidamente possibile il sistema di finanziamenti internazionali dell’Unione Europea per cercare di riprendere il programma di restauro dopo la guerra. Non deve essere solo quello di restaurare 300 musei, castelli e chiese, ma anche gli oggetti culturali rovinati dalla guerra”. Per questo, ha chiesto Tkachenko, serve creare “un fondo speciale per restaurare e continuare il restauro, parliamo di centinaia di monumenti”.
La Russia “ha violato la Convenzione dell’Aia durante i conflitti armati, ecco perché bisogna assolutamente escluderla dall’Unesco e trasferire la 45esima sessione del Comitato per il patrimonio mondiale da Kazan a Lviv. E’ impossibile parlare di tutelare il patrimonio culturale in un Paese che lo distrugge e uccide civili”.
Nelle intenzioni del Ministero ucraino c’è la consapevolezza che i materiali raccolti possano essere utilizzati come prove per il perseguimento penale di coloro che sono coinvolti in crimini di diritto ucraino, presso la Corte penale internazionale dell’Aia e presso un tribunale speciale da istituire ad hoc.
Dalla sequenza temporale delle segnalazioni registrate sull’apposito sito del Ministero della Cultura ucraino, si evince che sono state pubblicate molteplici distruzioni con foto, video, e informazioni dettagliate dei beni culturali danneggiati.
Le segnalazioni pervenute giungono da internet, con foto e testi che evidenziano le distruzioni, ma anche da testimonianze dirette (verificate e da verificare).
Tra i “crimini di guerra” archiviati vi sono:
- Danni a edifici antichi (monumenti architettonici), cimiteri storici, monumenti, edifici religiosi, opere d’arte, monumenti naturali, edifici di istituzioni culturali – teatri, musei, biblioteche, ecc.;
- Distruzione di reperti archeologici – tumuli, pozzi di antiche fortificazioni in terra, siti di scavo, ecc.;
- Fatti di lesioni/morte di civili a seguito dell’uso della forza e delle armi da parte dell’occupante nel tentativo di danneggiare i beni culturali;
- Sequestro di proprietà, saccheggio da parte delle forze di occupazione di musei, biblioteche e altre istituzioni culturali;