Il 15 dicembre segna una data importante nel panorama della musica, dello spettacolo dal vivo e della cultura tutta.
Seduti al tavolo del Salone Spadolini del Mic, donne e uomini della cultura hanno condiviso analisi e proposto nuove azioni per la programmazione futura – in sicurezza – del mondo dello spettacolo dal vivo.
Emerge la necessità di ridefinire la programmazione culturale anche alla luce delle possibilità offerte dal PNRR. Sull’argomento è intervenuto Francesco Maria Perrotta, presidente di Italiafestival, che ha evidenziato come lo spettacolo dal vivo ha affrontato la crisi con la scelta di “cambiare”, con un particolare sguardo rivolto ai territori sui quali insistono i festival italiani e quindi alla favorevole congiunzione con le indicazioni del PNRR al riguardo.
IL PNRR A SUPPORTO DELLA CULTURA PER RILANCIARE I BORGHI
“C’è un evidente bisogno di intervenire in contesti territoriali difficili dal punto di vista sociale e culturale. Con fatica stiamo cercando di portare turismo culturale, nazionale e internazionale, nei nostri borghi. La scelta di mantenere all’interno del Ministero della Cultura la governance del rilancio dei borghi prevista dal PNRR, non è casuale: un miliardo e venti milioni di euro da destinare a queste particolari misure – dichiara Perrotta-. Il nostro settore, ci è stato riconosciuto, ha dimostrato capacità di animare culturalmente i territori negli anni, siamo o non siamo gli interlocutori adatti per affrontare questo tema con qualità d’intenti?
La politica ci ha ascoltati in diverse interlocuzioni, inoltre sono presenti al convegno, il Presidente della Commissione Cultura del Senato (Riccardo Nencini) e la Componente Commissione Cultura alla Camera dei Deputati (Flavia Nardelli Piccoli), nonché il Direttore Generale dello Spettacolo del Ministero della Cultura (Antonio Parente) e altri interlocutori istituzionali. La politica riconosce la qualità del nostro operato, tocca quindi alla politica fare il passo successivo per coinvolgerci direttamente – continua Perrotta –. Stiamo vivendo un momento di rinascimento culturale, i festival sono stati tra i primi ad aprire dopo il primo lockdown, dimostrando di farlo in assoluta sicurezza, nonostante non avessimo norme certe e vincoli abbiamo fatto lavorare la filiera. E’ bene ricordare che aiutare i territori non significa solo farli vivere culturalmente ma far lavorare la filiera che caratterizza gli stessi”.
Il mondo dello spettacolo si è già attrezzato per rispondere in maniera diversa alle nuove esigenze, “ci aspettiamo che la politica faccia la sua parte stando sullo palcoscenico con noi – conclude Perrotta –“.
IL DIGITALE A SUPPOTO DELLA CULTURA
Francesco Giambrone, presidente A.N.F.O.L.S. (Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche), è intervenuto puntualizzando che
“la futura progettazione dello spettacolo sia concepita per coniugare diverse modalità di fruizione: sia dal vivo che attraverso l’ausilio delle tecnologie digitali, da intendere come valore aggiunto alla performance live, ma anche come autonoma performance artistica. Lo scenario pandemico ha evidenziato l’ineludibilità del ricorso al digitale, che può costituire una grande occasione di allargamento delle possibilità di fruizione.
Al di là della difficile situazione dovuta alla pandemia, la crisi di presenze che ha interessato lo spettacolo dal vivo non è attribuibile alla sola responsabilità del pubblico, ma va ricondotta in primis agli stessi operatori dello spettacolo che devono necessariamente ripensare le loro programmazioni nell’ottica di un avvicinamento del pubblico alle proposte culturali”.
IL LEONE D’ORO SUGGERISCE DI RIPENSARE NON SOLO GLI SPAZI DELLA CULTURA
Giorgio Battistelli, direttore artistico del Festival Pucciniano di Torre del Lago, fra i nomi più riconosciuti in Italia e all’estero, al quale sarà consegnato nel 2022 il Leone d’Oro alla carriera della musica dalla Biennale di Venezia, ha sottolineato l’importanza di una risemantizzazione degli spazi da intendersi anche come ripensamento della creazione artistica, la quale proprio perché ha luogo in uno spazio, quello teatrale, fortemente connotato e storicizzato, richiede un maggiore sforzo e supporto anche istituzionale.
“Non è possibile cambiare gli spazi senza cambiare il modo di porsi – dichiara Battistelli -. Proponiamo la musica in spazi fortemente storicizzati. Occorre avere una visione, la creazione di un nuovo orizzonte. La coraggiosa volontà di trasformare l’identità dei nostri teatri. Reinventare spazi e creare nuove modalità di creazione e di fruizione in maniera propositiva”.