Dopo la vittoria dei Kalush Orchestra con il brano “Stefania”, cala il sipario sull’evento musicale che ha unito l’Europa e rappresentato un enorme successo per l’Italia. Si conclude così il nostro viaggio eurovisivo.
Alla fine, com’era prevedibile, l’Ucraina ha vinto l’Eurovision Song Contest 2022. Una vittoria che in questo momento storico assume delle forti connotazioni simboliche e sembra gridare alla pace.
Sul podio finale, al secondo posto il Regno Unito e al terzo la Spagna. L’Italia si è classificata sesta.

Una finale seguita da oltre 6,5 milioni di spettatori, con il 41,9% di share, in cui oltre alle esibizioni dei 25 Paesi finalisti, si è potuto assistere a emozionanti momenti di puro spettacolo, con gli intermezzi musicali di Laura Pausini, Mika, Gigliola Cinquetti e i tanto attesi Måneskin che, nonostante il frontman Damiano provato da un recente infortunio, hanno infiammato con grinta il palcoscenico europeo.

Il momento delle votazioni
Un grande show che ha replicato il successo delle precedenti semifinali, quanto a scelte registiche e padronanza del mezzo scenografico, in ciascuna lunga fase di votazione ha tenuto tutti con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, con tifoserie da stadio in arena.
I conduttorisi sono collegati con i 40 Paesi in gara per conoscere i voti assegnati dalle giurie di qualità, composte da esperti del settore.
La votazione delle giurie vedeva in un primo momento il Regno Unito in pole position con 283 punti, seguito da Svezia e Spagna.
I risultati del televoto hanno stravolto le carte, riconoscendo un “plebiscito” di 439 punti all’Ucraina, ferma a 192 punti, che ha portato al risultato finale di 631 punti, con netto distacco sugli altri concorrenti.
La giuria italiana
L’EBU ha reso noti i nomi dei componenti di ogni giuria nazionale di esperti. Per l’Italia ci sono Monica Agostini (giornalista di TV Sorrisi e Canzoni), Paolo Di Gioia (musicista, componente della band Eugenio in Via Di Gioia), Cinzia Poli (conduttrice radiofonica e disegnatrice italiana), Filippo Solibello (conduttore radiofonico e commentatore di Eurovision nel 2012, 2013 e 2014) e Andrea Spinelli (giornalista di QN, Quotidiano Nazionale).
Chi sono i Kalush Orchestra
Questa è la terza vittoria all’Eurovision Song Contest per l’Ucraina: le altre due nel 2004 e nel 2016. Il Paese ha partecipato per la prima volta al concorso nel 2003 e in 16 presenze si è sempre classificata in finale.
I Kalush Orchestra sono un gruppo musicale ucraino di Leopoli, nato nel 2019 e formato dal rapper OlehPsjuk e dai musicisti IhorDidenčuk e MC Kilimmen. Interessante è il connubio tra musica folk e rap che il gruppo propone.

Nel 2021 arriva l’album di esordio “Hotin” e nel 2022 la partecipazione alla selezione nazionale ucraina, dove arrivano secondi, anche se al primo posto per il televoto.
Successivamente subentrano tuttavia in rappresentanza del Paese a seguito del ritiro della prima classificata Alina Pash, accusata di aver tenuto dei concerti in Crimea passando dalla Russia.
Il brano vincitore “Stefania”, scritto dal leader della band come dedica a sua madre, è diventato un inno alla resistenza ucraina.
Gara solidale per l’Ucraina
Tanta solidarietà tributata all’Ucraina dunque attraverso un concorso musicale che si conferma unire popoli. E non solo attraverso il riconoscimento di una meritata vittoria. Mentre infatti il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj attraverso i social si è congratulato con i vincitori, auspicando di poter ospitare l’evento a Mariupol nel 2023, l’EBU ha dichiarato piena disponibilità al dialogo con l’emittente ucraina UA:PBC per poter organizzare il prossimo anno il concorso in sicurezza nel Paese.
A oggi alcuni Paesi, come Spagna, Svezia e Polonia hanno già dato la propria disponibilità a ospitare il contest sul proprio territorio, mentre il direttore di Rai 1 Stefano Coletta ha dichiarato che la Rai metterà a disposizione il proprio know-how e la grande esperienza che ha dimostrato in questa edizione.
Non finisce qua…
Si conclude così un lungo viaggio che ci ha accompagnato in questi ultimi mesi e che abbiamo cercato di raccontare all’interno di questa rubrica, mettendone a fuoco caratteristiche e peculiarità, sfatandone pregiudizi e luoghi comuni e tentando di trasmetterne il clima proprio dai luoghi dell’evento.
L’Eurovision Song Contest non è solo lo spettacolo che si vede in televisione, bensì un fenomeno trasversale che vede coinvolte infinite professionalità legate al mondo dello spettacolo, a lavoro per garantirne una solida riuscita ormai da 66 anni.
Oltre ad essere un evento di musica internazionale, è sana competizione, è folklore, è contaminazione di generi, è dialogo tra culture differenti. Così vicino all’attualità da non poterne schivare del tutto le implicazioni, è anche una fiera di costume, capace di far parlare di sé all’interno di una bolla di necessaria leggerezza.
Avere la possibilità di ospitarlo in Italia ci ha permesso di seguirlo più da vicino e studiarne così con maggiore attenzione le chiavi di lettura.
La macchina eurovisiva non si ferma mai ed è già a lavoro per pianificare la prossima edizione del concorso. Un’edizione di cui prevediamo ci sarà già tanto da raccontare.
