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Pippo Pattavina, in "Uno, nessuno e centomila"al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme e all’Auditorium Casa della Pace “A. Frammartino” di Caulonia - Fonte: GiuseppePanella.it

Recensioni teatro, Teatro

Superba interpretazione di Pippo Pattavina in “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello

Tempo di lettura: 3 minuti

A cura di Giuseppe Panella

UNO, NESSUNO E CENTOMILA, di Luigi Pirandello
Con Pippo Pattavina, Marianella Bargilli, Giampaolo RomaniaRosario Minardi e Mario Opinato
Regia di Antonello Capodici
Teatro Grandinetti Comunale – Lamezia Terme – 24/02/2023
Auditorium Casa della Pace “A. Frammartino” – 25/02/2023
AMA Calabria

Pirandello e il teatro, un connubio inscindibile e imprescindibile. Un Autore che con la sua grandezza illuminante ha saputo rappresentare la vera essenza della vita, formata dalle sofferenze e dalle amarezze, dai dubbi e dalle incertezze, che ci propone quotidianamente. Nel suo ‘Teatro dello specchio’ ogni spettatore si riflette. E’ successo anche nelle due repliche andate in scena, al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme e all’Auditorium Casa della Pace “A. Frammartino” di Caulonia, con ‘Uno, nessuno e centomila’, con Pippo Pattavina e Marianella Bargilli. Lo spettacolo organizzato da AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice è sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione.

L’ultima opera di Pirandello nella sua semplicità esprime la profonda drammaticità dell’esistenza di Vitangelo Moscarda, interpretato da Pippo Pattavina, che potrebbe rappresentare chiunque si trovi al cospetto di un testo dal grande impatto. La storia inizia con la presenza del protagonista, che viene interrogato da un giudice (Mario Opinato) su un incidente con una pistola. La ricostruzione dell’accaduto inizia da una ingenua, o forse maliziosa, osservazione della moglie Dida (Marianella Bargilli), che scatena una reazione incontrollata nel Moscarda. «Il tuo naso pende verso destra».

Una considerazione ingenua o maliziosa che fa perdere le certezze di una vita a Moscarda, che mai aveva notato quello e tutta un’altra serie di difetti evidenziatigli dalla moglie. Una crisi inattesa che dà inizio a un processo di trasformazione del pensiero della gente su di lui. Attraverso una serie di flashback si assiste a tre distinti momenti narrativi. Iniziando dai ricordi dell’infanzia, dai suoi traumi infantili e dal ricordo della figura paterna, il protagonista passa al suo presente, prendendo in mano la sua vita, per finire aprendosi al mondo esterno. Una fase in cui esterna la sua delusione con una riflessione amara: «muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori».

Moscarda entra in un vortice che lo porta a voler cambiare il giudizio degli altri su di lui. Considerato un usuraio come suo padre, proprietario della banca che portava il suo cognome, dapprima sfratta Marco Di Dio, un uomo bisognoso, da un piccolo appartamento di sua proprietà, per poi donargliene uno più grande.

Da usuraio a pazzo il passo è breve. Moscarda non riesce a dare agli altri l’immagine che lui vede di sé. L’imprevisto è dietro l’angolo, quando in maniera imprevedibile il protagonista constata di essere giudicato diversamente anche da sua moglie e dai suoi uomini più fidati, Quartorzo (Rosario Minardi) e Firbo (Giampaolo Romania), che avviano un’azione legale per interdirlo quando dichiara di voler chiudere la banca.

A sostenerlo rimane Anna Rosa, l’amica della moglie, anch’essa interpretata da Marianella Bargilli, vittima di un incidente causato da un colpo di pistola sparato da lei stessa in maniera accidentale a un piede. Le voci di una relazione tra Gengè, nomignolo con cui viene chiamato da sua moglie, e Anna Rosa diviene insistente. Vitangelo Moscarda finirà con l’essere interdetto e rinchiuso nell’ospizio per vecchi, che lui stesso aveva fondato con le sue donazioni. Nell’intento di liberarsi delle tante sue maschere, Moscarda distrugge l’uno e i centomila, diventando nessuno.

La rappresentazione di ‘Uno, nessuno e centomila’ si avvale di una interpretazione superba di Pippo Pattavina e della sua Compagnia composta da Marianella Bargilli, Giampaolo Romania e Mario Opinato. L’attore siciliano dimostra di essere a suo agio nel ruolo del protagonista descritto da Pirandello. Padrone del palcoscenico e del testo, con le sue pause e con una gestualità di grande effetto, Pattavina riesce a non “tradire” la scrittura di Pirandello, dando in alcuni casi maggiore forza. Grande merito va anche al regista Antonello Capodici e agli attori, che riescono egregiamente a svolgere il ruolo a loro affidato.

Il ‘Teatro dello specchio’ di Pirandello ancora una volta è riuscito a mettere a nudo l’anima degli spettatori, il cui applauso sentito e accorato ha sottolineato la grande prova di un attore dall’animo sensibile come Pippo Pattavina e dell’intera Compagnia.

Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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