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Copertina di Nothing is real, di Claudio Gargano- Arcana Edizioni

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Con ‘Nothing is real’, Claudio Gargano fa rivivere il periodo magico della psichedelica inglese

Anno 1967, il fenomeno del rock psichedelico trovava il momento di maggior affermazione negli Stati Uniti e in Inghilterra. Lo racconta Claudio Gargano nel suo libro “Nothing is real”

Tempo di lettura: 2 minuti

Anno 1967, il fenomeno del rock psichedelico trovava il momento di maggior affermazione negli Stati Uniti e in Inghilterra. Nonostante l’esplosione contemporanea, la differenza delle proposte musicali nei due paesi era evidente.

Se sulla sponda americana era presente un chiaro impegno socio-politico, in Inghilterra la psichedelia si affermava nella Londra bene, che diventava il centro del mondo anche per il coinvolgimento dell’arte e della letteratura.

La Swinging London è raccontata con grande attenzione da Claudio Gragano nel libro edito da Arcana ‘Nothing is real’.

Seguito ideale di ‘Fifth dimension. Psichedelia USA 1966-1974’, sempre scritto da Gargano, questo saggio inquadra quel periodo da un punto di vista critico e storico, letto anche attraverso le “cinquanta sfumature di psichedelia’ in cui sono presenti le storie e i lavori di altrettante band.

Le diverse forme espressive vengono analizzate mettendo in evidenza gli album più significativi di gruppi che hanno alimentato quel genere musicale.

Dagli irlandesi Andwella’s Dream a The World Of Oz, in rigoroso ordine cronologico, ogni album diventa motivo di approfondimento e di ascolto da parte del lettore.

La scrittura accurata di Gargano riesce ad attivare un ideale macchina del tempo, parlando del periodo indiano dei Beatles, dei primi Pink Floyd, senza trascurare le dolci melodie di Donovan, il folk della Incredible String Band, e il proto-prog dei Pretty Things e dei Traffic.

Solo una piccola parte delle band che hanno segnato con grandi produzioni o con dischi che appartengono agli appassionati più “feroci”.

Sicuramente non deve essere stata facile la selezione dei gruppi, che riescono a raccontare in maniera dettagliata le “sfumature” volute dall’Autore, differenze che accendono maggiormente i riflettori su un genere ancora oggi molto amato.

Gargano sottolinea, nella sua introduzione, i “due aspetti dominanti e imprescindibili” della psichedelia: «Il primo consiste in una “ricerca cosmica, spaziale, magica ed esotica che viene condotta da formazioni come i Pink Floyd di ‘The piper at the gates of dawn’. Il secondo invece, consiste nel “ritorno alla magia dell’infanzia e alla purezza”», che identifica in ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’ dei Beatles.

Nell’album dei Fab Four troviamo le prime tracce di nuovi suoni e di nuovi strumenti, come il sitar e la tabla, così come nell’album ‘Sunshine Superman’ di Donovan. Elementi adottati, in seguito dai Led Zeppelin di ‘Black mountain side’, brano inserito nel loro album di debutto.

Solo alcuni esempi di ciò che legava la psichedelia, l’Oriente e la droga. A quest’ultima i Baronetti dedicarono la canzone manifesto della psichedelia, ‘Lucy in the sky with diamonds’

Sottolinenando l’aspetto che hanno assunto le droghe in quegli anni, lo stesso Gargano menziona una frase di Donovaninserita nel testo di ‘Celeste’«Le mie canzoni sono solamente sogni che visitano la mia mente».

Con ‘Nothing is real’Claudio Gargano riesce a delineare un momento particolare del rock dei sixties, fotografando aspetti dai quali, soprattutto nell’introduzione, emergono fatti non esclusivamente legati al mondo della musica, che hanno caratterizzato un periodo storico e sociale di grande rilevanza. 

Articolo a cura di Giuseppe Panella.

Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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