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Da Festambiente alla certificazione ecoevents: la sostenibilità passa (anche) dai grandi eventi

Tempo di lettura: 3 minuti

Da tre decenni e mezzo, Festambiente rappresenta un punto di riferimento in fatto di sostenibilità nell’ambito dei grandi eventi d’Italia e d’Europa. Un’innovazione che, fino a qualche anno fa, assomigliava molto di più a una visione che a un obiettivo concreto da raggiungere e che finalmente oggi è diventato addirittura requisito.

Praticare la sostenibilità in contesto come quello di Festambiente, la festa nazionale di Legambiente, che dal 1987 ogni anno trova casa a Rispescia (Gr), in località ENAOLI, a pochi passi dal Parco della Maremma, significa mettere in atto due azioni tra loro sinergiche e complementari: ridurre l’impatto di una manifestazione che registra quotidianamente la partecipazione di migliaia di persone e fare un’opera di sensibilizzazione puntuale attraverso cui influenzare le abitudini delle visitatrici e dei visitatori. Un laboratorio a cielo aperto di buone pratiche che, in un contesto informale, inclusivo, orizzontale, pieno di colore e gioia, spalanca le porte sul futuro che abbiamo il compito di provare a costruire insieme attraverso il linguaggio della cultura, della musica, del cinema, della politica, del buon cibo, delle attività per i più piccoli, dello sport.

Una manifestazione diffusa, organizzata in un’area di tre ettari divisa in quartieri tematici, e certificata Ecoevents, un progetto di Ambiente e Salute Società Benefit in collaborazione con Legambiente nato per promuovere i criteri di sostenibilità ambientale nel settore dell’organizzazione degli eventi allo scopo di dimostrare che sostenibilità e divertimento possono e devono viaggiare insieme. A Festambiente, ad esempio, le emissioni sono compensate grazie al supporto di Azzero CO2, attraverso l’acquisto di crediti di emissione sul mercato volontario provenienti dal progetto di compensazione di produzione della carbonella riciclata in Cambogia. Siamo inoltre il primo ecofestival europeo ad aver introdotto e rispettato stringenti parametri di sostenibilità, nel completo rispetto dell’ambiente e dell’uomo: nei punti ristoro utilizziamo bicchieri, piatti, posate e stoviglie in materiale 100% biodegradabile e compostabile, ma anche in metallo, vetro, ceramica, alluminio; promuoviamo l’utilizzo di borracce per ridurre il ricorso all’usa e getta; l’acqua è distribuita in caraffe; grazie all’utilizzo di riduttori di flusso, riusciamo a risparmiare il 60% di acqua; le aree verdi sono realizzate con piante autoctone mediterranee, non idroesigenti; alcune piazze del festival sono dotate di lampioni a led e risparmio energetico; una parte dell’energia elettrica consumata è prodotta dai pannelli fotovoltaici;  promuoviamo iniziative di informazione e sensibilizzazione in tema di riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riuso e riciclo; differenziamo il 90% dei rifiuti che produciamo; la ristorazione proposta comprende prodotti biologici, di filiera corta, tipici della Maremma, con un’attenzione particolare alla valorizzazione dei prodotti agricoli di eccellenza; promuoviamo campagne comunicative per favorire la mobilità sostenibile attraverso l’uso dei mezzi pubblici e una navetta gratuita per chi volesse raggiungere la manifestazione con un mezzo pubblico; promuoviamo progetti per la tutela ambientale, la legalità, il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza sociale e le attività del terzo settore; utilizziamo elementi di arredo realizzati per la maggior parte in materiali ecosostenibili; attraverso le buone pratiche ambientali e gli eventi, sensibilizziamo i visitatori sulle tematiche ambientali.

Un percorso virtuoso di cui andiamo fieri e a cui, pochi giorni fa, si è aggiunto un tassello importante: la partecipazione al Varzi Festival, concretizzatasi con l’assegnazione certificazione Ecoevents e articolatasi in due serate di cinema in occasione delle quali abbiamo esportato il messaggio “green” del Clorofilla Film Festival, la nostra rassegna cinematografica, con focus sul cinema con il regista Daniele Vicari, che nel suo libro “Il cinema, l’immortale” racconta la “settima arte”, a cui è seguito il suo ultimo film “Orlando”, e un appuntamento con la giornalista Tessa Gelisio, protagonista di un incontro sulla sostenibilità nell’ambito del quale si è parlato di “Earth Protectors”, il documentario dell’artista Anne de Carbuccia proiettato al termine del dibattito.

Un passaggio assai rilevante che ben narra quanto le sinergie siano fondamentali per cambiare l’intero settore e la cultura di un Paese in transizione, anche sul fronte degli eventi. È infatti necessario un cambio di passo deciso da parte di tutto il settore degli spettacoli dal vivo,  affinché vengano rispettati   i principali parametri ambientali, trasformando gli eventi in esempi virtuosi, capaci di sensibilizzare il pubblico circa le tematiche della sostenibilità e dare un contributo concreto al processo verso la transizione ecologica.

Scritto da

Presidente Festambiente Legambiente

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