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“Registrando i Beatles”, la fantastica storia di Geoff Emerick con i Fab Four

Tempo di lettura: 3 minuti

Registrando i Beatles (here, there and everywhere)” di Geoff Emerick con Howard Massey, Traduzione di Luigi Abramo, Coniglio Editore. A cura di Giuseppe Panella.

«Dov’è Norman?». Una semplice domanda fatta da George Harrison che fece gelare il sangue a Geoff Emerick, il cui primo approccio con i Beatles era racchiuso in quelle tre parole. Bisognava iniziare a registrare “Tomorrow Never Knows” e a mettere le cose a posto ci pensò George Martin: «Norman è andato via, e Geoff continuerà il lavoro». Preceduto da una notte insonne, quell’incontrò segnò una storia che avrebbe cambiato la vita di Emerick e il percorso artistico dei Fab Four. “Registrando i Beatles (Here, there and everywhere)”, scritto dallo stesso ingegnere del suono con Howard Massey, grazie alla traduzione di Luigi Abramo, mette in luce il lavoro svolto con John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr.

Norman Harris, storico collaboratore dei Beatles aveva abbandonato ed era necessario trovare un sostituto all’altezza. George Martin non faticò a trovarlo. “Registrando i Beatles”, pubblicato da Coniglio Editore, non è il semplice racconto di un personaggio leggendario, ma una narrazione dettagliata sulla condivisione del tempo trascorso in studio con la band di Liverpool. Decenni di registrazioni notturne vissute tra esaltazione e frustrazione dei singoli partecipanti, che vanno da “Revolver” a “Abbey Road”, raggiungendo l’apice con “Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band”. Ognuno di questi album ha goduto delle innovazioni sonore di “Mr. Golden Ears”, nomignolo con cui veniva chiamato Emerick dai suoi colleghi della EMI.

“Registrando i Beatles” non è il solito libro in cui vengono raccontati fatti e aneddoti in esclusivo ordine cronologico, ma che riesce a trasmettere compiutamente i sentimenti di Emerick nei confronti delle singole personalità di ciascun personaggio coinvolto. Non solo un genio del mixer, ma soprattutto un uomo che, grazie alla sua empatia, riusciva a portare a termine il lavoro curando i suoi rapporti personali con i Beatles. Un atteggiamento derivante dal fatto che era un loro fan impenitente. Pur essendo molto coinvolto emotivamente nel suo lavoro, Emerick, però, è riuscito a mantenere la sua alta professionalità.

In “Registrando i Beatles”, nei suoi racconti, Emerick mette in luce il processo creativo della band in studio e descrive come ha ottenuto i suoni nelle loro canzoni più famose. Non vengono taciute le dinamiche personali della band, dall’inesorabile e rovinosa competizione tra John Lennon e Paul McCartney, fino alle lotte intestine che hanno portato i Beatles a una separazione che ha amareggiato il mondo intero. Non nasconde l’insicurezza di George Harrison, che riusciva a malapena a suonare un assolo senza alzarsi, e comunque riesce a consegnare piccoli capolavori come “Something”. Inoltre, descrive Lennon come un sognatore selvaggio e McCartney come un maniaco del lavoro pratico e sempre in movimento.

Nella sua accorata prefazione, Elvis Costello descrive il suo amico Geoff come un uomo umile e senza pretese. Una conoscenza, la sua, proveniente dalla frequentazione durante la registrazione di “Imperial Bedroom”, uno dei suoi lavori più riusciti. Una immagine che contrasta leggermente quando viene sottolineato il suo atteggiamento presuntuoso quando mette in discussione le decisioni di George Martin, rivendicando molte invenzioni sonore, delle quali può essere considerato realmente l’inventore.

A rendere ancor più interessante ‘Registrando i Beatles’ é il prezioso lavoro svolto da Luigi Abramo, la cui scrittura, mai fine a sé stessa, conferisce al libro una fluidità che coinvolge il lettore. Sicuramente un’occasione importante per conoscere da vicino il lavoro di un grande personaggio che ha lasciato il segno anche su “Odyssey & Oracle” degli Zombies e “Band On The Run”, “London Town” dei Wings di Paul McCartney, “Sentimental Journey” di Ringo Starr, del già citato “Imperial Bedroom” e di “All This Useless Beauty” di Elvis Costello. Un lungo elenco che potrebbe continuare, mettendo ulteriormente in risalto una figura di spicco del rock.

Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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