Avrebbe compiuto cent’anni oggi Vittoria Ottolenghi: scrittrice, giornalista e saggista votata allo spettacolo e alla danza. Nata a Roma l’8 aprile del 1924, mosse i primi passi nella redazione di Danza e Teatro musicale dell’Enciclopedia dello Spettacolo diretta da Silvio D’Amico nel 1954, all’età di 30 anni.
Nel corso degli anni la sua professionalità e il suo carisma la portarono ad avvicinarsi ad alcuni dei grandi nomi della danza e del balletto, Rudolf Nureyev a Carla Fracci, da Alessandra Ferri a Giuseppe Picone, e molti altri.
Morì a Roma nel 2012, all’età di 88 anni. Donò oltre 600 opere, tra volumi e documenti video di danza alla Filarmonica Romana, raccolti e custoditi nel Fondo Vittoria Ottolenghi.
Una donna che ha dedicato la sua vita alla danza ed ai giovani, la prima che ha contribuito a farne un’arte accessibile a tutti, e che oggi è stata ricordata presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati nella conferenza “Festa tra Terra e Cielo”.
Un evento promosso con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, della Presidenza della VII Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, dell’ICAS – Intergruppo Parlamentare Cultura Arte e Sport, dell’ASI Nazionale e dell’AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo.
«La presenza oggi di molti esponenti del mondo della danza testimonia l’apporto di Vittoria Ottolenghi per questa disciplina e sui suoi protagonisti – ha dichiarato il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone nel corso del suo intervento, ricordando l’impegno e il ruolo di Vittoria nel promuovere il valore della danza. Per lei la danza era un’arte effimera, “rimane nei pensieri e nella memoria della gente, non si ripone su uno scaffale” scriveva la saggista. «Poche figure come Vittoria Ottolenghi hanno avuto un ruolo così centrale nella promozione della danza. Un elemento centrale nell’attività di Vittoria Ottolenghi fu la scoperta dei giovani talenti. Non solo dobbiamo avvicinare le nuove generazioni a questa arte, ma dobbiamo lavorare per garantirgli un futuro. Miglioreremo la sincronia fra formazione e produzione, garantendo uno sbocco ai tanti giovani danzatori».
Un’eredità che Vittoria Ottolenghi ha tramandato attraverso la sua attività di divulgazione sugli schermi della Rai, che hanno sancito «l’ingresso della danza nell’agenda del dibattito politico e pubblico del paese», come ricorda il presidente dell’Agis e sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Francesco Giambrone. «Questo è un Paese che ha perduto i corpi di ballo delle Fondazioni liriche, ne sono rimasti solo 4: oggi per la prima volta si parla di invertire la tendenza e se davvero siamo su questa strada di inversione di tendenza con la riapertura di 2 nuovi copri di ballo, questo lo dobbiamo anche al lavoro di Vittoria» ha continuato il presidente in conclusione del suo intervento.
