Nel 2025 la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova festeggerà un doppio compleanno: quello dei 50 anni di attività a cui si aggiunge anche il decimo anniversario di “Resistere e Creare”, rassegna internazionale di danza nata dalla collaborazione tra il Teatro e il collettivo Balletto Civile.
Nata nel 2015, la manifestazione si contraddistingue per il suo carattere internazionale e per l’obiettivo di portare la danza e lo spettacolo al di fuori della sala teatrale, a diretto contatto con la città e i suoi abitanti.
Lo racconta Marina Petrillo, curatrice e membro della direzione artistica di Resistere e Creare, composta anche da Linda Kapetanea e Jozef Fruĉek.
Dieci anni fa nasceva “Resistere e creare”, la rassegna internazionale di danza del Teatro. Cos’ha spinto la Fondazione a crearla?
«La Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse ha una lunga tradizione nel campo del teatro fisico, della danza e del circo. Abbiamo sempre avuto uno spirito interdisciplinare, dalla ricerca degli ospiti all’organizzazione delle nostre produzioni, mescolando generi diversi tra loro. Nel 2011 abbiamo fatto un esperimento, organizzando una micro rassegna di danza che ha avuto un bel successo. Con il tempo, e soprattutto dopo l’esperienza della pandemia, abbiamo riorganizzato la struttura della manifestazione, estendendola nell’arco di tutto l’anno».
Oltre agli spettacoli che cosa prevede la rassegna?
«Sentiamo che c’è la necessità di creare dei momenti collaterali allo spettacolo che passano attraverso il dialogo e la formazione. Non solo da parte del pubblico, ma anche per gli operatori e gli addetti ai lavori.
Chi legge una presentazione di uno spettacolo di danza o di teatro non sempre ha ben chiara qual è l’idea alla base o quali sono i riferimenti a cui attinge.
Mettere in contatto il pubblico con gli artisti e le maestranze dello spettacolo alimenta la curiosità e lo scambio continuo e abbatte quella distanza che si viene a creare tra palco e platea».
In questo decennio il Teatro ha creato un ponte tra la città e lo scenario internazionale della danza. Com’è cambiato il rapporto con l’estero?
«Abbiamo sempre ospitato moltissime compagnie internazionali fin dalla prima edizione di Resistere e Creare, cercando di creare un ponte di relazioni tra l’Italia e l’estero. Dal 2022 la direzione artistica è stata affidata a Linda e Jozef, che ha ampliato ulteriormente questo sguardo internazionale. In questo modo si incentiva lo scambio tra gli artisti, la contaminazione di idee, e si allargano anche le possibilità per il pubblico, rendendo più ricca la nostra offerta».
Peculiarità della Tosse è quella di portare tanti dei suoi spettacoli fuori dalle sale. Quali sono gli spazi che individuate?
«Anche questa è una nostra caratteristica fondativa. Come Teatro abbiamo sempre avuto un’attenzione che va anche fuori dalla sala teatrale. Si tratta di spazi pubblici, della collettività, in cui andiamo a portare la nostra offerta per creare nuovi punti di contatto con la comunità. Dalle spiagge alle scuole. Sono dei luoghi che in un certo senso ci chiamano ad agire e che possiamo riscoprire abitandoli con spettacoli teatrali e di danza».