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FONDAZIONE TOSCANA SPETTACOLO ONLUS STAGIONE TEATRALE 2021/22

Tempo di lettura: 4 minuti

Quattro appuntamenti fino al 9 marzo con spettacoli ed interpreti di spessore nazionale.

Stefano Massini, Leo Gullotta, Marisa Laurito, Gennaro Cannavacciuolo nel cartellone che nasce dalla collaborazione tra l’Amministrazione comunale e la Fondazione Toscana Spettacolo onlus.

I nuovi abbonamenti Teatro Giotto possono essere sottoscritti dal 3 al 9 dicembre.

“Ripartiamo – spiega l’assessora alla Cultura del Comune di Borgo San Lorenzo, Cristina Becchi – con la nostra stagione teatrale, lo facciamo con la voglia e la speranza di contribuire a riaprire una nuova era. Il Teatro Giotto spalanca le porte pronto per tornare a vedere occupati spalti e poltrone. Siamo felici ed emozionati per questo sipario che si riapre e confidiamo che possa essere un nuovo inizio. Il Teatro e le compagnie sono in forte sofferenza, hanno patito le chiusure come molti, ripartire è una sfida che ci regaliamo, ma perché funzioni ovviamente è necessario il supporto del pubblico, ed allora comprate un abbonamento, un biglietto, regalatelo o lasciatelo in omaggio, sosteneteci e sostenete il Teatro. Abbiamo bisogno di voi”.

Il Teatro Giotto – osserva la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Cristina Scalettiriparte con quattro spettacoli di livello assoluto, frutto del lavoro che la Fondazione Toscana Spettacolo ha condiviso con l’Amministrazione comunale. Interpreti prestigiosi e grandi narratori contemporanei danno valore ad un cartellone che celebra il ritorno in sala degli   spettatori. Il teatro si prepara ad essere di nuovo luogo di incontro e confronto, centro della vita culturale e sociale di un’intera comunità”.

Stefano Massini, Leo Gullotta, Marisa Laurito, Gennaro Cannavacciuolo – sottolinea il direttore della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Patrizia Coletta – sono artisti in grado di emozionare con la loro potenza espressiva e affabulatoria, accompagnando gli spettatori nel cuore della narrazione. In cartellone, per questa nuova stagione che segna la riapertura del Teatro Giotto, testi che spaziano dalla grande letteratura alla commedia che farà sorridere con intelligenza, da Herman Melville nell’adattamento di Francesco Niccolini ad un affascinante viaggio nell’Alfabeto delle emozioni”.

Il primo appuntamento, Mercoledì 15 dicembre (ore 21.15, come per tutti gli spettacoli)è con Stefano Massini, che porta in scena il suo ALFABETO DELLE EMOZIONI.

Noi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo? Ci viene detto che siamo analfabeti emotivi e l’Alfabeto delle emozioni parte proprio da qui, per un viaggio in un alfabeto immaginario in cui ogni lettera è un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia…). Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’unico obiettivo di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni, vanno in scena la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore, definito da La Repubblica “il più popolare raccontastorie del momento”.

Giovedì 20 gennaio (ore 21:15) Gennaro Cannavacciuolo sale sul palco del Giotto per LE TRE VERITÀ DI CESIRA.

Un monologo comico di Manlio Santanelli, per la regia di Angelo Savelli, nel quale la protagonista – una venditrice di limonate nei vicoli della Napoli dei quartieri spagnoli – racconta a uso e consumo di un supposto cameraman del telegiornale tre diverse versioni a giustificazione della presenza di un folto paio di virilissimi baffi sul suo “corpo di donna, femminile”. Tre racconti decisamente surreali, dove la comicità vira spesso verso il grottesco, aprendo squarci amari sulla verità… Ma verità di che? Verità della condizione esistenziale della protagonista? Verità della condizione sociale del sottoproletariato napoletano? Verità pirandelliana dell’ambiguità del linguaggio e della comunicazione umana?

La stagione prosegue giovedì 17 febbraio (ore 21:15) con PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI di Giuseppe Patroni Griffi, interpretato da Marisa Laurito, Guglielmo Poggi, Giancarlo Nicoletti e Livio Beshir.

Un nuovo e originalissimo allestimento di Persone naturali e strafottenti, l’opera più controversa e fra quelle di maggiore successo di Giuseppe Patroni Griffi. Una tragicommedia cruda, poetica ed esilarante, fra situazioni grottesche, cinismi, ironia tagliente e surrealismo, in perfetto equilibrio fra Eduardo e Ruccello e ancora attualissima nella sua geniale spudoratezza. Quattro persone naturali e strafottenti, che, per un gioco del destino, divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze. Un cast unico che porta in scena Marisa Laurito nel ruolo che fu di Pupella Maggio, segnando il suo ritorno alla grande drammaturgia d’autore, Giancarlo Nicoletti che presta la sua attorialità unica al travestito Mariacallàs, la giovane rivelazione del cinema italiano Gugliemo Poggi che interpreta quel Fred che fu creato da un esordiente Gabriele Lavia. Completa il cast il poliedrico Livio Beshir, attore con numerose esperienze teatrali e cinematografiche.

Ultimo appuntamento in cartellone, mercoledì 9 marzo (ore 21:15). Leo Gullotta è il protagonista di BARTLEBY. Lo scrivano. Lo spettacolo, nell’adattamento curato da Francesco Niccolini, è liberamente ispirato al romanzo di Herman Melville.

Francesco Niccolini immagina una Wall Street di più di un secolo fa. Una giornata qualunque nello studio di un avvocato, gentile e anonimo. Un ufficio popolato da due impiegati che si odiano, una segretaria civettuola e una donna delle pulizie molto attiva. Un giorno viene assunto un nuovo scrivano, Bartleby, ed è come se in quell’ufficio fosse entrato un vento che manda all’aria il senso normale delle cose e della vita. Copia e compila diligentemente le carte che il suo padrone gli passa, fino a quando un po’ di sabbia finisce nell’ingranaggio e tutto si blocca: un giorno Bartleby decide di rispondere a qualsiasi richiesta con una frase che è rimasta nella storia: “avrei preferenza di no”. Solo quattro parole, dette sottovoce, senza violenza e senza senso, un gentile rifiuto che paralizza il lavoro e la logica e sconvolge tanto l’ufficio che la vita del datore di lavoro. Da quel momento Bartleby si spegne: sta inerte alla scrivania, poi in piedi per ore a guardare verso la finestra. Il fatto è che Bartleby, semplicemente, ha deciso di negarsi. Perché? Quando lo scopriremo, sarà troppo tardi.

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