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Isy Araf e Andrea Pagano raccontano ‘La grande storia dei Rolling Stones’

Tempo di lettura: 2 minuti

LA GRANDE STORIA DEI ROLLING STONES
IsyAraf e Andrea Pagano
(Hoepli Editore)

Londra, 12 luglio 1962, il luogo è il Marquee Ballroom. In quella data e in quel locale, da sempre considerato cult club della musica rock, in maniera quasi casuale, per aver sostituito la Blues Incorporated di Alexis Korner, è iniziata l’avventura musicale di quei ragazzi che più tardi si sarebbero portati sulle spalle il fardello di essere considerati the world’s greatest rock ‘n’ roll band,‘ la più grande rock ‘n’ roll band al mondo’. Insieme a quel debutto, in un libro edito da Hoepli, IsyAraf e Andrea Pagano raccontano ‘La grande storia dei Rolling Stones’.

Introdotto dalle prefazioni di Chuck Leavell, collaboratore degli Stones dopo l’avventura The Allman Brothers Band, e di Eugenio Finardi, che esprimono desideri realizzati e amori musicali giovanili, i due autori ci conducono per mano in un mondo magico.

Pur se il contesto è quello di una nazione flagellata dalla guerra, la descrizione che ci offrono Araf e Pagano è di rara suggestione.

«Dartford è una storica città dell’Inghilterra nella contea del Kent e dista quasi 25 chilometri da Londra. Il centro storico si trova adagiato su una vallata ai bordi del fiume Darent e un antico ponte romano l’attraversa».

C’è molta passione nella narrazione di questo libro. Non è un caso, dal momento che a scriverlo sono due grandi “innamorati” degli Stones. Ogni pagina conduce il lettore nell’universo creato dalla band di Mick Jagger e Keith Richards.

L’importanza di aver vissuto in quel contesto sociale e culturale non è trascurabile; non irrilevanti le leggende che li accompagnano.

«Mick Jagger e Keith Richards sono nati nello stesso ospedale, il Dartford’s Livingstone Hospital. Si dice che il pianto di Michael Philip Jagger, nel giorno della sua nascita, coprisse il suono delle sirene che annunciavano gli attacchi aerei».

Sicuramente leggende che rafforzano il mito di uno dei cantanti che, con la sua voce, ha dato una impronta alla musica rock.

‘La grande storia dei Rolling Stones’, ovviamente, è molto più di un semplice racconto dell’infanzia dei futuri Stones. Isy Araf e Andrea Pagano non tralasciano alcun dettaglio di una carriera che, ancora oggi, dopo sessant’anni è più viva che mai.

Tappe di un percorso che negli anni ha regalato ‘(I can’t get no) Satisfaction’, ‘Let’s spend the night together’, ‘Ruby Tuesday’, ‘Jumpin’ Jack Flash’, ‘Gimme Shelter’, ‘Under mythumb’, ‘Wild Horses’,‘Shine a light’ e ‘Honky Tonk Women’, solo alcune delle perle di un song book infinito.

Accanto a quei brani, gli amori, i concerti e gli Lp che hanno creato una leggenda. Di grande interesse le pagine dedicato a ‘Exile on main street’, uno degli album più amato dal popolo degli Stones. Quel lavoro controverso non fu amato subito dai critici, tanto da indurre Lester Bangs a dichiarare che «ai primi ascolti, l’ho detestato e ho scritto peste e corna di ‘Exile’. Un paio di settimane dopo l’ho riascoltato e ora penso sia il più bel disco degli Stones». Non l’unico caso che ha diviso critica e pubblico.

‘La grande storia dei Rolling Stones’ è un libro di grande interesse, in cui le storie di un grande gruppo sono narrate da due veri appassionati; corredato da numerose foto che non mancheranno di aprire il cassetto dei ricordi e in cui i box, che mettono a fuoco fatti e periodi particolari,  contraddistinguono le pubblicazioni della collana curata da Ezio Guaitamacchi per Hoepli.

(giuseppepanella.it)

Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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