Ci ha lasciato a 90 anni Maurizio Scaparro. Grande regista e critico teatrale, ha dedicato la sua vita allo spettacolo dal vivo, contribuendo a scrivere la storia del teatro contemporaneo dell’ultimo mezzo secolo.
Impossibile non ricordarlo anche come l’ultimo grande personaggio di quel gruppo, di cui fu capostipite Strehler col Piccolo dei Milano, che, nel dopoguerra, fece nascere il teatro pubblico e la moderna regia in Italia.
Nato a Roma, il 2 settembre 1932, comincia la sua attività nel mondo dello spettacolo come critico teatrale per il quotidiano l’Avanti!, seguendo anche la fondazione, nel 1961, della rivista Teatro Nuovo.
Successivamente, ricopre il ruolo di direttore artistico del Teatro Stabile di Bologna (1963-68), curando la regia di alcuni spettacoli come la Festa grande di aprile di F. Antonicelli nel 1964 e de La Venexiana nel 1965.
Comincia così una carriera di successo per Scaparro, che lo porta negli anni a non fermarsi nel capoluogo emiliano, salendo alla guida del Teatro di Bolzano nel quinquennio 1969-74. A queste esperienze si sono aggiunte la direzione del settore teatro della Biennale di Venezia tra il 1979 e il 1982 e successivamente dal 2006, del Teatro di Roma (1982-90), del Teatro Eliseo di Roma (1997-2001) e, dal 1999, del Théâtre des Italiens a Parigi.
A questi incarichi, negli anni, si sono aggiunti anche quello di presidente Associazione Teatri e Gestione Pubblica, oggi PLATEA, e vice presidente AGIS.
Maurizio Scaparro è riuscito nelle sue regie a mettere in dialogo il teatro con la società, riadattando e proponendo una sua lettura di alcuni grandi classici del Novecento. Tra questi ricordiamo le regie di Caligola di A. Camus nel 1983; Il fu Mattia Pascal di L. Pirandello del 1986; le Memorie di Adriano di M. Yourcenar n nel 1989. Senza dimenticare poi la sua rielaborazione nel 1993 de Il teatro comico di C. Goldoni; Le mille e una notte. Frammenti di un sogno mediterraneo nel 1996, con Laura Del Sol; fino alla regia dell’Amerika di F. Kafka nel 2000.
Maurizio Scaparro, ritratto, Venezia, anni ’80 – foto di proprietà di: Archivio Scaparro, Istituto per il Teatro e il Melodramma, Fondazione Giorgio Cini di Venezia.