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AL TEATRO BONCI DI CESENA DAL 7 NOVEMBRE “VOX IN BESTIA, UN PRONTUARIO DI ANIMALI DIVINI”

Tempo di lettura: 2 minuti

Domenica 7 Novembre (ore 21.00) al Teatro Bonci di Cesena è previsto il secondo appuntamento della settimana con il teatro musicale: una collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna che presenta il progetto del soprano Laura Catrani sulla Divina Commedia, Vox in Bestia, con Tiziano Scarpa narratore e la chitarra elettrica di Peppe Frana.

Cerbero, il colubro, l’augello, la colomba, l’ape, l’agnello; ma anche l’astor, i vermi e i botoli: la Commedia di Dante, tra le sue pieghe infinite, offre il dono di uno straordinario “bestiario poetico”, fantastico, irto di simboli, ma al tempo stesso reale. È questo il cuore di Vox in bestia, progetto del soprano Laura Catrani pensato in occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante, che ha avuto il suo debutto su RAI Radio3 in quindici puntate lo scorso maggio e ora è trasformato in concerto.

Su ognuna delle cantiche hanno lavorato tre diversi compositori: Fabrizio de Rossi Re dall’Inferno, Matteo Franceschini dal Purgatorio e Alessandro Solbiati dal Paradiso, hanno tratto musica per voce sola, senza accompagnamento strumentale. Ciascuno dei quadri dello spettacolo è introdotto da una miniatura letteraria che racconta l’essenza simbolica dell’animale dantesco, composta per l’occasione da Tiziano Scarpa, una delle voci più originali della narrativa italiana contemporanea. Intrecciati al canto, gli animali prendono vita e forma anche attraverso le visionarie video animazioni di Gianluigi Toccafondo che ha tradotto il bestiario in forma visiva. Peppe Frana, liutista di grande sensibilità, dà suono alla musica del tempo di Dante, suonando però, per questo concerto, la chitarra elettrica.

Come scrive il dantista Giuseppe Ledda ne Il bestiario dell’aldilà, «una tra le presenze più sorprendenti del poema è quella degli animali. Si tratta di una presenza continua e variatissima, che si apre nel primo canto dell’Inferno con la lonza, il leone e la lupa, le cosiddette tre fiere, e arriva sino alle api, cui sono paragonati gli angeli nell’empireo». Dalle tre cantiche emergono tre luoghi poetici in cui fiere, bestie e animali immaginari sono sempre un tramite tra gli uomini e Dio, tra le anime dei morti e la luce divina verso la quale tutte guardano.

«In questo continuo rinvio tra il tempo di Dante e il tempo presente, si colgono le risonanze senza fine che la Commedia continua a donare al secolo in cui viviamo, la sua costante e persistente “universalità”» scrive Laura Catrani.

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