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Ute Lemper - foto di Ufficio Stampa AMA Calabria

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A.M.A. Calabria, con Ute Lemper si è aperta la stagione dei grandi concerti estivi

Tempo di lettura: 3 minuti

Un viaggio nel tempo tra poesia, amore e speranza di ritrovare la pace. Un concerto in cui narrazione e musica hanno mostrato l’esatta dimensione artistica di Ute Lemper, che ieri sera si è esibita al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme. L’evento organizzato da A.M.A. Calabria, diretta dal Maestro Francescantonio Pollice, è stato realizzato anche con fondi POR Calabria 2014-2020 nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria promosso dall’Assessorato Regionale al Turismo.

Il colore blu dello sfondo del palcoscenico è apparso come un cielo notturno in cui brillava la stella più luminosa: Ute Lemper. La cantante tedesca, in ogni istante della sua performance, ha sbalordito grazie alla sua presenza scenica e alla sua sconfinata sensibilità interpretativa. La sua voce, che definire iconica potrebbe sembrare limitativo, non ha mostrato i segni del tempo che passa, apparendo persino più matura. Perfetta in ogni esecuzione, si è lasciata andare a una soave trance sognante, incantando al contempo il pubblico.

Ute Lemper non si è nascosta dietro a una maschera, ma ha aperto lo scrigno della sua vita, mostrando i suoi sentimenti, le sue speranze, tradotte in musica e parole. Quelle canzoni che in diversi momenti della sua carriera hanno reso possibili molti illuminanti incontri. Jacques BrelBertold BrechtKurt Weill tra gli altri, ma soprattutto, Marlene Dietrich, alla quale è stata più volte accostata per affinità artistiche. 

Proprio su di lei ha narrato un curioso aneddoto, un insperato sogno che si è realizzato in seguito all’attenzione dei media riguardo le loro somiglianze. Una telefonata della durata di tre ore, fattale dalla Dietrich, le diede la giusta direzione e il coraggio di intraprendere una strada luminosa, che l’ha portata al successo planetario che tutti conosciamo. E quanto le sia devota, lo si è capito con la bellezza straziante della sua esecuzione di “Lili Marlene”, brano che in un periodo difficile come quello della guerra mondiale ha unito i popoli.

Ogni canzone scelta ha mostrato un’anima particolare e diversa, un continuum che è riuscito a fondere il passato con il presente e viceversa, come per osmosi, ciascuna delle quali ha espresso un messaggio profondo, che infonde una speranza per un futuro migliore. L’invito, tra le righe, di Ute Lemper è stato di prendere spunto dal passato, imparando da esso.

Ha parlato della guerra, prima di cantare una struggente versione di “Blowin’ in the wind”, di Bob Dylan; non è mancato il suo omaggio alla canzone francese con “Ne me quitte pas”“Je ne sais pas”, di Jacques Brel. Gli occhi socchiusi e una profonda intensità espressiva sono stati un comune denominatore dell’intero concerto. Sin dalla iniziale “Falling in love again”, di Friedrich Hollander, e la successiva “Time traveler”, da lei composta per il suo ultimo omonimo album, era chiara la visione che Ute Lemper aveva immaginato per questo suo spettacolo. Una storia personale, coinvolgente e dalla grande emotività.

Un obiettivo raggiunto anche grazie al supporto di una band composta da Vana Gierig, al pianoforte e alle tastiere, Giuseppe Bassi, al contrabbasso, Cyril Garac, al violino, e Matthias Daneck, alla batteria. Un quartetto che ha contribuito, con una presenza discreta e costante, a raggiungere elevati picchi esecutivi in ogni canzone. Tra queste vanno citate anche “Maria de Buenos Aires”, di Astor Piazzolla, e la sofisticata “Just a gigolo”, portata al successo da Louis Armstrong.

Immancabile il bis richiesto a gran voce dal pubblico. La sofferta Que reste-t-il de nos amours?”, di Charles Trenet, è stata l’ultima perla di un concerto perfetto. Un saluto ideale per il pubblico, che ha lasciato il Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme con il cuore più lieve e con un ringraziamento a una interprete che non verrà dimenticata. «Danke, Ute!».

I concerti estivi di A.M.A. Calabria proseguiranno con il concerto di una tra le band storiche del rock progressivo italiano. Sarà la PFM a esibirsi giorno 8 agosto, alle ore 21:30, nell’area esterna dell’Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia Lamezia. Un appuntamento imperdibile per vivere la magia delle note di un repertorio che da oltre 50 fa parte dell’inestimabile tesoro del canzoniere italiano apprezzato in tutto il mondo.

Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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